giovedì 6 febbraio 2020

La Corredentrice



Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta

Anche Nostro  Signore sa essere “Teologo con i teologi, Mistico con i mistici”… Con il Vangelo in  mano, chi oserà contestare nessuna di queste parole? “La mia dottrina non è mia, ma  di Colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua Volontà, conoscerà se questa  dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso”  (Gv.7,16-17). 
  
Maria SS. è intimamente e indissolubilmente associata a Cristo unico Mediatore in  tutta l’opera della nostra salvezza, sia nell’operarla (prima fase), sia nell’applicarla ai  singoli membri dell’umanità attraverso i secoli (seconda fase). In forza della sua associazione nell’operare la Redenzione dell’umanità, Maria SS. appare come Corredentrice  insieme al Redentore. In forza invece della sua associazione nell’applicare la Redenzione ai singoli individui dell’umanità, Ella appare come Mediatrice o Dispensatrice di  tutte le Grazie. 
La Corredenzione è una cooperazione al riscatto del genere umano dalla schiavitù del  peccato e della morte, mediante il versamento di un prezzo (cioè, i meriti e le  soddisfazioni del sacrificio di Gesù e di Maria). Anche Ella, come Cristo suo Figlio, è stata “chiamata da Dio ad una missione di Redentrice” (“Quaderni del ‘43”, p. 311), per cui “il suo Cuore, come quello del figlio suo Gesù, fu spezzato dal e per il genere umano” (“Quaderni del ‘43”, p. 312). “Ella è Salvatrice come Gesù” (“Poema”, vol. VI, p. 966) e  in Gesù, unico Salvatore. 
“Noi abbiamo avuto Gesù perché Maria, 34 anni prima della Passione di Lui, ha  accettato di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo del calice che Gesù ha bevuto, fra sudori di sangue, Egli ha trovato il sapore delle labbra di sua Madre e l’amaro del pianto di Maria era fuso col fiele del suo sacrificio. E, crediamolo, farla soffrire –lei che  non meritava dolore– è stata per Gesù la cosa più terribile. Ricordiamo la sua vita  martirizzata di Corredentrice, senza la quale Gesù non sarebbe stato uomo tra gli  uomini e nostro Redentore eterno” (“Quaderni del ‘43”, p. 313). 
“Maria testimonia l’infinito amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché  attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere  umano” (“Quaderni del ‘43”, p. 308). 
“Tutta la Grazia si è adunata in una Donna ed Ella l’ha partorito al mondo, perché  fosse redento”  (“Poema”, vol. III, p. 79-80).  
L’associazione di Maria a Cristo Redentore le imponeva la dolorosissima rinunzia a  tutti i diritti materni che Ella aveva sopra di Lui. In ogni istante della sua vita, Ella doveva  ricordarsi –come di fatto si ricordò sempre– che “la vocazione ha diritto di precedenza  sui diritti del sangue” (“Poema”, vol. IV, p. 777). E che ne è allora del quarto Comandamento?  Esso viene appunto dopo i Comandamenti verso Dio.  
E’ doveroso, “quando pensiamo a Maria, meditare questa sua agonia durata 34  anni, fin dal primo istante della sua Maternità, e culminata ai piedi della Croce. Ella  l’ha sofferta per noi” (“Poema”, vol. IX, p. 16). “Del resto tutte le madri rimangono unite  ai figli per sempre” (“Poema”, vol. IV, p. 765). “Col suo sacrificio ha dato inizio alla Redenzione” (“Quaderni del ‘43”, p. 307). “Lei ha rinunziato al Figlio suo, sin dal  momento che l’ha avuto. A Dio lo ha dato. A noi lo ha dato”  (“Poema”, vol. I, p. 192).  

Pablo  Martín  Sanguiao

CONTEMPORANEI DELLA SS TRINITA’



Tutta la Trinità è amore

«La sostanza del Padre è Amore e così grande è il suo amore per l'uomo che egli ha dato il suo proprio Figlio per la redenzione del mondo. La sostanza del Figlio è Amore e un amore così grande, per il Padre come per gli uomini, che egli stesso si è offerto al dolore per salvarli, in onore del Padre. Quanto a me, terza Persona, la mia sostanza è l'Amore, che concorre col Padre e col Figlio alla gloria della Trinità, partecipa al mistero dell'incarnazione, accompagna Gesù durante tutta la sua vita, attesta la sua divinità e sigilla l'opera della redenzione, protegge la Chiesa, la mia Sposa immacolata.
La sostanza del Padre è Amore e potenza. La mia sostanza è Amore e vita, la sostanza del Figlio è Amore e sofferenza. La sostanza delle tre Persone divine è Carità, cioè l'Amore più puro che si comunica. Ecco perché lo chiamano Carità, a causa di questo dono di sé. È il più perfetto amore di carità.
La sofferenza, o la croce, divinizzata dal Figlio, è la sola e unica scala per innalzarsi sino all'amore di carità.
Capisci ora il valore della croce? 1 più crocifissi sono coloro che amano di più, perché la sofferenza, emblema di Gesù, attira a sé le tre Persone divine. Noi abitiamo 'in quest'anima e io vi fisso la mia dimora» (D. 9 luglio 1895).

Conchita (1862-1937)

La battaglia continua



DA CHE  PARTE SONO GLI SCISMATICI?

L’Eucarestia è il sigillo dell’unità ecclesiale. 
La celebrazione dell’Eucarestia fu affidata da Gesù Cristo solo “ai sacerdoti”. Il sacerdote, nella celebrazione eucaristica, non agisce come “presidente” dell’assemblea, ma come Ministro del Signore “in persona Christi”. Con le formule pronunciate da Gesù nel Cenacolo vengono transustanziate le specie del pane e del vino. 
L’Offertorio ha il carattere pre-consacratorio col carattere principalissimo di essere “Sacrificio” della Croce e il Sacrificio della Messa, però non sono due cose, bensì “essentialiter et numerice unum et idem”, ossia essenzialmente e numericamente uno e identico oggetto.
In ogni Messa, quindi, si moltiplica il “sacramento”.
Ogni Messa ripresenta il Verbo incarnato, sacerdote e vittima.
Questo, Lutero non lo comprese e rinnegò il carattere sacrificale della Messa; poi, con i suoi seguaci, rinnegò anche la
“Presenza reale” del Signore sotto le specie eucaristiche transustanziate e, conseguentemente, anche il carattere sacerdotale del celebrante. Così, fece sparire la voce “sacrificium”, facendo credere che si trattava solo di un “sacrificium laudis”, e così all’altare sacrificale lo si sostituì con una “tavola” per la “cena “ simbolica commemorativa.
La celebrazione, di conseguenza, non fu più rivolta al tabernacolo; cessarono le genuflessioni; il digiuno eucaristico diventò insignificante. Infranto tutto, fu lo scisma! La Santa Messa fu considerata “sacrilega”, a poco a poco si arrivò a un “Novus Ordo Missae” protestante, nel quale sparirono i tre caratteri dogmatici essenziali della Messa cattolica: il “Ministero sacerdotale”, la “Presenza Reale”, il “Sacrificio redentivo”.
Il “NOVUS ORDO MISSAE” di Paolo VI sottintese i tre caratteri essenziali della Messa cattolica, ma non manifestò più la “lex orandi”, per cui non corrispondeva più alla “lex credendi” cattolica. Un vero “trapianto cardiaco”, poiché la Messa per noi è veramente il cuore della Chiesa cattolica e vero sigillo dell’unità sacerdotale. 

Quel trapianto cardiaco, dovuto, soprattutto, dal “Novus Ordo Missae” di Paolo VI, che epurò la Messa cattolica tradizionale dai tre caratteri essenziali sopra citati, da allora la stragrande maggioranza della Cristianità cominciò a rimpicciolirsi fino a diventare il “pusillus grex” già previsto dal Fondatore della Chiesa, Gesù Cristo, pronunciando, contemporaneamente, le sue parole di conforto: «Nolite timere, pusillus grex», risucchiato, oggi, dal vortice dello scisma di Paolo VI.

Certamente l’intenzione di Paolo VI non fu una retta intenzione perché, di fatto, il suo comportamento, determinato all’azione, fu un miraggio che lo dominava e spingeva a procedere con tenacia indifferente alle distruzioni che operava, insensibile al dolore dei fedeli che si vedevano rubare il loro tesoro più sacro.

San Pio X l’aveva predetto là dove scriveva che il modernista procede la sua marcia verso la sua utopia al modo dei sonnambuli.
Purtroppo, allo scisma di Paolo VI si formò una “rivoluzione”, la più radicale. Altari, libri liturgici, paludamenti sacri, musiche, tesori d’arte e di fede inestimabili, tutto fu imbrattato e distrutto.

Persino il “Catechismo” delle verità dogmatiche e morali, immutabili, fu affogato da una ondata di catechismi modernisti, permissivi, che aprivano il “Sesamo, apriti!”, ossia un nuovo paradiso in terra!
Le stesse formule dei Sacramenti furono sostituite, e persino le pre-consacratorie e consacratorie della Messa, venne tolto l’ “hunc calicem” per far credere che il calice della Messa non era l’azione in atto di Gesù presente, ma solo il “racconto” di un fatto che ci fu. Nel frattempo, si diffuse la “creatività” del “presidente dell’assemblea”, fino a divenire del grottesco e del sacrilego. Nel contempo, si aggiunse il terremoto del Calendario cristiano, per distruggere le pie tradizioni, legate ai Santi del Calendario tradizionale. 
Poi, venne Assisi, dove la nostra “Religione Rivelata” fu equiparata a quelle degli uomini: erronee, superstiziose, guaste, sacrileghe, confermando, così, gli errori degli infedeli, mentre, invece, i Papi hanno il dovere di convertire gli infedeli e confermare i fedeli. 
Ora, il problema non è una questione di lingua, di sentimento, ma dogmatico, mentre, con quella scenata di Assisi, il dogma fu, prima agonizzante, poi fu la sua morte.
Una tragica prova avvenne con il “nuovo Codice di Diritto Canonico”, che abrogò tutte le scomuniche comminate dal precedente Codice, spalancando, così, tutte le porte e le finestre ad ogni eresia ed errori del mondo.
Eppure, tutti Vescovi e sacerdoti, prima della rivoluzione di Paolo VI, avevano sposato la Messa di sempre. 

Oggi, hanno tradito! Per questo, tutti dovrebbero essere scomunicati, perché gravemente rei di colpa davanti a Dio. Cosa dovrebbe fare, allora, il Papa in questa situazione?.. Certo, la colpa è dalla parte di coloro che hanno fatto la “rivoluzione”, ma, comunque, questo problema rimane ancora aperto per una necessaria, inequivocabile e decisiva soluzione dogmatica.

sac. dott. Luigi Villa

Geremia



Geremia si lamenta con il Signore ma Dio lo conferma nella sua missione

10Quanto sono infelice!
Perché mia madre mi ha messo al mondo?
Tutti in questo paese mi sono nemici!
Non ho fatto debiti, non ho fatto prestiti,
eppure tutti mi maledicono.
11Il Signore mi rispose:
'Farò andare tutto a tuo favore,
te lo prometto!
Farò cadere i nemici ai tuoi piedi
quando ti troverai in grave pericolo.
12Sarai come l'acciaio temprato nel nord,
che non può essere spezzato
dal ferro o dal rame.
13Lascerò nelle mani dei nemici
le ricchezze e i tesori del mio popolo,
per punirlo di tutti i peccati
commessi sul suo territorio.
14 Il mio popolo diventerà schiavo
dei suoi nemici
in una regione che non conosce,
perché la mia ira si è accesa come un fuoco
che arderà contro di lui'.
15Allora dissi:
'Signore, tu mi conosci bene!
Ricordati di me, aiutami!
Vendicami dei miei persecutori.
Se tu sei troppo paziente con loro,
quelli mi uccidono!
Ricordati che mi insultano per causa tua.
16 Ero affamato delle tue parole,
e quando le trovavo
mi sentivo il cuore pieno di gioia
ed ero perfettamente felice,
perché appartengo a te,
Signore, Dio dell'universo.
17 Non ho mai cercato la mia felicità
tra gente allegra e chiassosa,
perché tu mi hai costretto
a rimanere da solo,
in disparte, pieno di sdegno.
18 Perché continuo a soffrire?
Il mio dolore è come una piaga
che nessuna medicina riesce a guarire.
E ora, anche tu mi deludi,
come un torrente dalle acque incostanti'.
19Allora il Signore mi rispose:
'Se tu tornerai verso di me,
io ti accoglierò di nuovo
al mio servizio.
Se tu saprai distinguere
tra le cose importanti e le cose da poco,
io continuerò a parlare per mezzo tuo.
La gente di Giuda deve imparare da te,
non tu da loro.
20 Nei confronti di questo popolo,
ti renderò come un muro di bronzo
durissimo;
combatteranno contro di te,
ma non ti vinceranno
perché con te ci sono io
a difenderti e salvarti.
Te lo prometto io, il Signore!
21Ti libererò dal potere dei nemici,
ti strapperò dalle loro mani violente'.

La concretezza della Parola di Dio



I partners di satana 

Come ripeto ho effettuato alcune videointerviste al prof. Simone Morabito (psichiatra), pubblicate sul nostro sito www.genitoricattolici.net , riguardo all’importanza di scegliere con cura il compagno/a della vita. Purtroppo, l’assenza nella chiesa “moderna” delle catechesi sull’empietà e sull’attività multiforme del demonio, ha creato molte/i “cappuccetto rosso” che finiscono tra le fauci del “lupo cattivo”. I giovani per bene, soprattutto se cristiani, sono un boccone prelibato per il diavolo il quale li avvicina tramite i suoi “figli spirituali” per deviarli dalla retta via. L’accostamento di un partner diabolico costituisce una delle tattiche più diffuse  ed efficaci utilizzate dal maligno per ottenere il suo scopo. Molte persone sono finite nelle sette, si sono rovinate la vita o hanno distrutto precedenti relazioni per la comparsa di compagni/e demoniaci. Soltanto la preghiera incessante, l’accostamento frequente ai sacramenti e la lettura quotidiana della Bibbia forniscono la corazza in grado di neutralizzare ogni opera diabolica. 
Anche in questo caso l’eterna parola di Dio agisce concretamente nella nostra vita, se opportunamente vissuta. 

O Spirito Santo, liberami da ogni male.



O Spirito Santo, difendimi e allontana da me tutte le forze del male: annientale,  distruggile perché possa stare bene e operare il bene.  

Caccia via da me i malefici, le stregonerie, le fatture, le legature, le maledizioni, il  malocchio, l'infestazione, l'ossessione diabolica e ogni strana malattia.  

Brucia tutti questi mali con il tuo Fuoco Divino. Comanda a tutte le presenze degli  spiriti che mi molestano di lasciarmi per sempre, così che possa vivere nella salute e  nella pace, nell'amore e nella gioia.  

O Spirito Santo, liberami da ogni male.

O Spirito Santo, libera la mia casa da ogni presenza diabolica, forse sensibile con  rumori e distrubi. Manda via da essa ogni influenza e potere maligno.  

Infondi sulla mia casa la tua benedizione perché tutti i membri della famiglia possano  vivere nella libertà, nella salute, nella pace.  

O Spirito Santo, benedici e proteggi la nostra famiglia. Grazie, o Spirito Santo, che  sei la mia forza e la mia speranza.

Solo la Verità conduce alla Luce



Voi potete fare un lungo cammino terreno e non giungere lo stesso alla meta, se questa via vi  conduce nell’errore. E per questo IO vi lascio apparire su questa via terrena costantemente dei messaggeri di Luce, che voi potete bensì anche respingere, se le loro indicazioni sulla  retta via voi non le volete ascoltare. E questo avverrà sempre, perché il Mio Amore non vuole  lasciarvi andare nello smarrimento. Se soltanto vorreste badare che non camminate mai per le vostre  vie senza avviso, che da un Lato vi vengono sempre fatte delle proposte per l’agire bene,  amorevole. Perché allora ricevereste sempre una Luce, voi la riconoscereste, quando camminate  nell’errore, ed allora sarebbe passato il pericolo, di allungare inutilmente la vostra via, che conduce  in Alto. Allora IO potrei sempre farvi giungere la Forza per il sempre rinnovato agire nell’amore.  Così presto si farebbe luce in voi e sarebbe chiaro, che potreste percorrere la via terrena senza  timore, per raggiungere la giusta meta.

Perché soltanto l’errore è l’ostacolo per la vostra risalita sicura, perché l’errore è l’agire del Mio  avversario, che fa di tutto per andare contro la Verità e finché state sotto il suo dominio, vi opporrete  anche contro la Verità. Ma IO vi ho dato l’intelletto, che ora dovete anche usare nel modo giusto,  mentre dovete riflettere, che cosa potrebbe ben essere il motivo della vostra imperfezione, che  dovreste riconoscere. Quando questo pensiero è serio in voi, vi giungerà anche una risposta  soddisfacente, che voi valutate anche soltanto come risultato di pensieri, che però non potete  abbattere con pronte contro- dimostrazioni, in modo che ora ne siete pienamente convinti.

Perché in voi esiste un silenzioso ammonitore, che vi è stato aggiunto, e che, se siete onesti verso  voi stessi, può essere riconosciuto come la Mia Voce. Tutto vi sarà facile, se soltanto riconoscete  sopra di voi un Dio e Creatore e vi sottomettete a LUI volontariamente. Allora IO Stesso vi guido; e  veramente è una via che non vi apparirà faticosa, perché IO Stesso Sono per voi il Sostegno, al  Quale potete tenervi e che non perderete più, perché IO vi guido finché avete raggiunto la vostra  meta.

IO pretendo da voi soltanto questa fede, altrimenti camminate solitari ed abbandonati attraverso la  vita terrena e diventate una palla da gioco per colui che vi vuole guidare nell’abisso. Vi deve venire  soltanto offerta la Verità, che risplende come una chiara Luce e vi renderà felici e la Verità procede  da ME, e verrà offerta una volta ad ogni uomo, ma deve essere accettata nella libera volontà, perché  non può essere trasmessa obbligatoriamente.

Nemmeno il Mio avversario vi può costringere, di rifiutare la Verità. E’ lasciato a voi stessi, in  modo in cui vi disponete verso la Verità e con ciò anche verso ME. Ma una volta trionferete sopra  colui che voleva guidarvi nell’errore, quando gli potete contrapporre la Verità.

Ed allora starete di nuovo nella Luce come in principio, quando stavate nella più chiara  conoscenza ed eravate beati. E perciò badate ai Miei messaggeri, che stanno lungo la via e che  vogliono accendere a tutti ancora una piccola Luce, ed ascoltateli senza resistenza, anche se non  accettate subito il contenuto del loro discorso. Quindi riflettete su questo, e lasciate che ci Sia  anch’IO come vostro Dio e Creatore. Guiderò davvero bene i vostri pensieri e vi farò anche sempre  notare l’errore, affinché non lo accettiate senza esame. Allora testimoniate già del desiderio di stare  nella Verità, e di questonr viene tenuto conto.

Perché questo è il male più grande, che il mondo terreno è edificato soltanto sull’errore, dato che  cela gli spiriti una volta caduti da ME, che il Mio avversario ha precipitato nel pensare errato, e che  questi non saranno liberati prima, finché la pura Verità si sia affermata, che però deve fare l’uomo  stesso attraverso la sua libera volontà. Perciò c’è solo poca Luce tra gli uomini. Ma ognuno, che ha  questa seria volontà e si dà a ME nella piena fiducia, che IO lo introduco nella Verità, allora verrà  anche ricompensato secondo la sua volontà e può arrivare alla Luce.

Amen.

Bertha Dudde 11 agosto 1965

mercoledì 5 febbraio 2020

CANTI ALL'AMATO SIGNORE



PIUTTOSTO DARE LE MIE MEMBRA

Mio Dio, mio Dio! Se il mio occhio dovesse soltanto tentare di offenderti, allora strappalo o io stessa lo strapperò. Se le mie mani, i miei piedi, la mia lingua dovessero anche soltanto tentare di offenderti, allora tagliali. Fai a pezzi il mio corpo fra i più atroci dolori, piuttosto che permettere che un mio membro ti offenda.

Beata Mirjam di Gesù Crocifisso

INTERVISTE COL MALIGNO



SESTO INCONTRO: L'ATTACCO ALLA CHIESA  

Un pomeriggio ero appena entrato in camera quando fui raggiunto da un improvviso  rumore di galoppo che mi tenne col fiato sospeso; mi accorsi che si trattava di lui. 
- "Questa volta sei venuto col proposito di spaventarmi." 
- "Se potessi farlo, saprei bene come farti morire di paura. Tu non sai che ho la forza di  far tremare tutta la terra, se voglio. Ho la forza di agguantare questo pianeta su cui abitate e scaraventarlo contro gli altri astri o addirittura buttarlo in una delle bolge  solari e incenerirlo." 
- "Hai detto: se voglio. Ma è proprio quello che non puoi volere. II mondo è in mano a  Colui che lo ha fatto, non nelle tue mani, buffone! So bene di che cosa saresti capace;  ma, incatenato come sei, non puoi far paura nemmeno a un bambino. Tu sei un cane  legato alla catena. L'innocenza di un bambino ti fa paura quanto la spada fiammeggiante  di un arcangelo." 
- "Goditi la tua sicurezza. Ora ti dico che stanno per venire giorni nei quali tutto il  mondo tremerà alla mia avanzata. Sto preparando uno sconquasso universale che non  puoi Immaginare." 
-"La bomba atomica?" 
- "Molto di peggio! Prima, e più di tutto questo, mi preme lo sconvolgimento  dell'umanità intera, a cominciare dalla chiesa cattolica, che dev'essere la prima a  scomparire." 
- "Se Dio ti lascerà fare..." 
- "Lo so: vi rifiugiate nel vecchio ritornello 'le porte dell'inferno non prevarranno'... E  invece prevarremo. Metteremo a soqquadro la vostra chiesa combattendola dal di  dentro." 
- "Sarà una prova un po' più forte di tante altre sofferte in passato; una nuova grossa  burrasca, ma poi il Signore ti dirà: 'Basta!' e sulle tue rovine splenderà di nuovo il sole  del suo trionfo." 
- "II colpo, invece, che sto preparando non sarà come gli altri. Finora, nella chiesa che  prendevo d'assalto c'era un punto invincibile di resistenza che mi ha fatto perdere molti  attacchi; ma ora vedrai!" 
Una pausa lunga, durante la quale guardavo la mia Madonnina e mentalmente la  invocavo. La voce riprese con tono rauco, rabbioso come il ruggito di una belva. Il  Maligno sottolineava così i suoi propositi catastrofici. 
- "Ora sto preparando un attacco frontale anzitutto contro di lui, contro quello vestito di  bianco. Lui ha i suoi giannizzeri. Mi fa ridere. Si provino a scontrarsi con i miei! Questi  li prenderò anzitutto tra i suoi. Saranno le leve migliori. Comincerò chiudendolo, a poco  a poco, in un isolamento completo. Convincerò interi settori della cristianità ad  abbandonarlo. Poi ci sarà l'assalto che dovrà eliminarlo." 
- "Parli con una sicurezza che ti rende soltanto ridicolo." 
- "Con una sicurezza tale, come vedi, che non ho nemmeno paura di rivelarti i miei  piani. Dei resto che cosa puoi fare tu contro di essi?" 
- "Pregare il Signore che ti fulmini e che la Madonna tenga in buona custodia quello  vestito di bianco. Allora vedremo..." 
Rispose con un versaccio e subito riattaccò: "In un secondo momento mi lavorerò uno  per uno i preti e li metterò contro il loro pastore. Oggi il concetto di autorità non  funziona più come una volta: sono riuscito a dargli uno scossone irreparabile. Il mito  dell'obbedienza sta tramontando. Su questa strada la chiesa sarà portata alla  frantumazione. Intanto vado avanti con la decimazione continua dei preti e dei frati, fino  ad arrivare allo svuotamento totale dei seminari e dei conventi. Tolti di mezzo i suoi  ministri, subentreranno i miei e avranno via libera nel loro lavoro di distruzione." 
- "Sembri uno stratega ricco di fantasia, non c'è che dire. Ma fai i conti come se Cristo, il  vero capo della Chiesa, l'avesse abbandonata per sempre e fosse nuovamente morto senza speranza di risurrezione. Tu, buffone millantatore, sai molto bene che la Chiesa  è Lui, è il suo Corpo mistico. Sai bene che dietro il pastore visibile c'è Lui... invisibile  ma presente e fedele alla parola data: 'Non abbiate paura, io sono con voi fino alla  consumazione dei secoli'. Provati pure, dovrai scontrarti con Lui. Scapperai al suo solo  apparire! E inoltre c'è Maria, Madre della Chiesa. Basta un suo cenno per tener a bada  tutte le schiere infernali." 
- "Le solite vecchie fandonie. Siete tutti imbottiti di frasi fatte. Oggi, i primi a deridere  questi slogans sono i vostri preti, i vostri sapienti, quelli che io ho ben gonfiato di  orgoglio e di spirito di rivolta. AI posto della teologia hanno messo i grandi ideali della  storia. Mi sono preparato e ho tirato dalla mia parte i preti politicanti, i preti annoiati che  a malapena - dicono messa, i preti chiaccheroni, i preti che credono di convertire il  mondo accontentandolo e cioè approvando i suoi vizi o quanto meno tacendo su questi, i  preti che preferiscono piacere alla gente piuttosto che a lui, i preti che amano la vita  comoda e gaudente condita con molti piaceri. Sono i miei apostoli e sono questi i miei  migliori operai." 
- "In passato hai già percorso le stesse strade e Dio ti ha lasciato conseguire anche dei  successi. Ma quando sembrava che la piaga dovesse incancrenirsi ed estendersi a tutto il  corpo, Egli è intervenuto senza mobilitare contro di te eserciti spettacolari, ma lavorando  con pochi, in silenzio. Tu conti sulla massa, Egli conta su pochi. Quante volte ci ha fatto  vedere che alla Chiesa serve più un piccolo numero di sacerdoti, di religiosi, di anime  veramente impregnate di spirito evangelico, pronti alla rinuncia, disponibili al sacrificio  totale, voglio dire: pochi santi, che una massa di preti burocrati, secolarizzati e imbevuti  di mondanità! Questi Dio te li lascia, non sa che farsene, si servirà di pochi, ma suoi,  totalmente suoi. Ti sarai accorto, ne son sicuro, che oggi nella Chiesa è in atto una  marcia di anime silenziose, di ogni categoria e condizione, specialmente di sacerdoti e di  religiosi che si preparano allo scontro con te. Molti di essi si uniscono nel nome di  Maria; sono avidi di preghiera, di amore alla Chiesa e di obbedienza al Papa. Lavorano  per una Chiesa consolidata nella sua unità. Accettano ogni legittimo rinnovamento, ma  respingono le innovazioni arbitrarie. Convinti del servizio insostituibile del romano  pontefice, si stringono attorno a lui come al solo principio veramente solido di unità.  Questa convinzione si va facendo segretamente strada anche tra alcuni fratelli separati.  Sono anime silenziose, che invece di agitarsi, lavorano; invece di declamare paroloni  pappagalleschi, pregano; Invece di reclamare continuamente riforme, si riformano.  Anime nascoste, delle quali è impossibile conoscere il numero, ma si sa che esistono e  che si stringono in vincoli di fraternità. La Chiesa conta su questi, sulla loro capacità di  fermentare la massa. Sono le rivalse della generosità divina a favore della Chiesa. Anime  che portano avanti un apostolato capillare, che vanno scoprendo il volto di Cristo nella  difesa della verità e nell'esercizio della carità verso i loro fratelli, i poveri, gli emarginati.  No, spirito ribelle! II bilancio dell'azione di Dio nel mondo e nella Chiesa non è  fallimentare come vorresti farmi credere. II corso della sua azione non è paralizzato dal  tuoi sabotaggi. Essa ha direzioni e sbocchi invisibili e lontani, ma si attua sempre.  L'invincibile è Lui! Tu questo lo sai bene. Soltanto vuoi sfruttare al massimo il tempo  che ancora ti resta, il tempo che lui ti concede. Il giorno che ti sentirai nuovamente  intimare: 'Chi è come Dio?', sarà la tua sconfitta, per sempre!" 
Ma qui il mio interlocutore era già partito. 

P. Domenico Mondrone S. J.

ILLUSTRAZIONI DI UNA SERVA DI DIO SULL'APOCALISSE DI S. GIOVANNI




signor Le Maitre de Sancy

ILDEGARDA DI BINGEN



LA  SPIRITUALITÀ  DI  SANT’ILDEGARDA NEL  QUADRO  DEL  XII  SECOLO

Prima di incominciare il tema d’oggi, vorrei dire due cose: una riguardante il XII secolo, e l’altra riguardante Ildegarda. Vorrei che si pensasse a lei in modo corrispondente a lei stessa. Sento dire spesso che Ildegarda è “una donna dei nostri tempi”; direi piuttosto: è una donna dei suoi tempi, o meglio, di tutti tempi, per quel che personalmente vale e per quel che personalmente può dare, ma è una donna del suo tempo. Che cosa dice Ildegarda di se stessa? Vi abbiamo accennato anche la volta scorsa. La prima cosa: che lei è “creatura Dei, ipsius gratia”, creatura di Dio, per la sua grazia. Il fatto d’essere creature di Dio è da lei pienamente inteso e compreso, ne conosce il significato; è una gran cosa, essere creatura di Dio e questo lo è ciascuno di noi, una creatura di Dio, per la sua grazia. Di se stessa dice in particolare che è “la poverella, la persona semplice, fragile e indotta”, che “fa parte della discendenza della fragile costola d’Adamo”, “cenere di cenere, putredine di putredine”, timorosa quando deve parlare, che non conosce nessun insegnamento dei maestri umani, “non sa leggere con intelligenza le opere dei filosofi”. Ma nello stesso tempo dice pure che lei è “docta interius per mysticum spiramen (= lei ha avuto l’insegnamento nell’intimo per il soffio dello Spirito Santo. Questa è Ildegarda, una donna semplice e, nello stesso tempo, per grazia di Dio, una grande donna.

Che cosa dice Ildegarda della donna e dell’uomo? Anche questo è da sapere per evitare falsi giudizi sulla dottrina d’Ildegarda, considerandola come un’iniziatrice del femminismo. Commentando il passo di San Paolo della prima lettera ai Corinzi (1 Cor 7) dice che, come la donna è stata formata dall’uomo, così pure l’uomo è formato per mezzo della donna. Ogni cosa poi viene da Dio, lei dice così, iniziando con la formula che usa quasi sempre quando commenta la Scrittura: “La donna è stata creata per l’uomo e l’uomo è stato fatto per la donna, cioè, per mezzo della donna, perché, come Eva è stata tratta dall’uomo, così anche l’uomo nasce dalla donna; essi collaborano ad un’unica opera. Essi fanno come l’aria e il vento, che s’implicano a vicenda nella loro opera. In che modo? L’aria è mossa dal vento e il vento s’intreccia con l’aria, cosicché nel loro ambito, là dove sono, quanto vive e cresce dipende da loro. Così l’uomo e la donna sono impegnati insieme nell’opera filiorum, nella procreazione di figli. L’uomo e la donna esistono e per volontà e secondo le disposizioni di Dio, perché Dio li ha fatti secondo la sua volontà”. Penso che, incominciando questa spiegazione, dica: l’uomo e la donna sono diversi; appunto, l’uno si chiama ‘uomo’ e l’altra, ‘donna’.

Quanto riguarda il XII secolo, non vorrei pronunciarmi sul XII secolo in generale, ma sul XII secolo in Germania. La storia della cultura ha uno sviluppo diverso nei vari paesi: la spiritualità della Germania del XII secolo forse non corrisponde in tutto alla spiritualità in Italia nello stesso secolo. Mi rifaccio in parte alle poesie e composizioni di carattere popolare piuttosto che ai documenti culturali, che pure citeremo. Nel XII secolo troviamo una grande ricchezza di motivi e novità di interessi. Se, come spesso si è fatto nel passato, il Medioevo è considerato come un tempo di oscurantismo, si vive in un malinteso di un tempo scuro, in cui la filosofia è schiava della teologia e la storia della cultura europea è vista esclusivamente in due tempi: quello della cultura classica greco-romana e quello del Rinascimento; in mezzo, le tenebre.

Questa visione di comprensione unilaterale di quello che è cultura, avrebbe per conseguenza di non portarci a conoscere Ildegarda di Bingen, o considerarla come la monaca indotta che parla solo sotto l’ispirazione dall’alto e ci renderebbe quasi impossibile di giungere alla conoscenza di questa personalità che unisce, insieme ai doni spirituali straordinari, un’acuta intelligenza e comprensione dei problemi del tempo e un vivo interesse per ogni campo di sapere. Ildegarda vive nel suo tempo nel conoscerne le aspirazioni, in parte condividendole. Ne prova le difficoltà, ne sente pure i pericoli.

Come data dell’inizio del Medioevo ci sono varie proposte: 365, 395, 476 a.D. Non importa. Anche per la fine ci sono varie proposte: la scoperta d’America, o, prima, la caduta di Costantinopoli. Attraverso i primi autori cristiani il Medioevo ci trasmette quanto di positivo ha fatto il Medioevo per la cultura: un patrimonio di cultura antecedente non indifferente; non solo dal II secolo in poi, ma anche del periodo classico. Autori classici sono letti, studiati, copiati. Per dare un esempio, nella rilegatura di un manoscritto d’Ildegarda, quello del “Libro dei meriti di vita”, (manoscritto nove di Dendermonde) si è trovato pagine di codice degli Epodi d’Orazio, quindi si vede che quest’autore fu letto nel convento, dove il manoscritto fu steso.

Ildegarda nasce alla fine del XI secolo e vive durante una gran parte del XII secolo. Il XII secolo è il frutto più ricco e straordinario del Medioevo; quello che più tardi sarà il Rinascimento, lo è questo periodo per il Medioevo. Segna una svolta e un inizio della cultura europea. Perché? In parte possiamo trovarlo nelle condizioni di vita che stanno mutando: le città cominciano ad acquistare importanza, la vita politica nella città si annuncia nell’interesse degli abitanti nel divenirne partecipi e a liberarsi dalla dipendenza dai vescovi. La cultura si arricchisce con il contatto con l’Oriente più evoluto nei campi delle scienze e della filosofia. Ed è appunto la filosofia, quell’aristotelica, che è curata e sviluppata dagli arabi e che determina un nuovo indirizzo nella ricerca del pensiero. La teologia, poi, continua con nuovi metodi ad inserirsi nella filosofia, cui a poco a poco, nelle epoche successive, lascerà il posto. Il che non vuol dire che la teologia non esisterà più.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

I nemici agiscono per distruggere il Sacro, ma il Signore ha i Suoi fedeli nella difesa della verità.




Cari figli, avanti per il cammino della verità. I nemici agiscono per distruggere il Sacro, ma il Signore ha i Suoi fedeli nella difesa della verità. Fatevi coraggio e testimoniate la vostra fede. Non vi dimenticate: la vostra grande arma di difesa sarà sempre la verità. Ancora vedrete orrori nella Casa di Dio. Vi chiedo di essere uomini e donne di preghiera. Cercate forze nel Vangelo del Mio Gesù e nell'Eucaristia. Il Mio Gesù venne al mondo per salvarvi; vi lasciò la Sua Chiesa, che ha la missione di annunciare la Sua Santa Dottrina e portare a tutti gli uomini la speranza di tempi migliori, ma sempre amando e difendendo la verità. Pregate molto per la Chiesa di Mio Figlio Gesù. Quelli che amano la verità berranno il calice amaro della sofferenza. Non perdetevi d'animo. Le glorie di questo mondo passano. La vostra grande ricompensa verrà dal Signore. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

“Come misurate, sarà rimisurato a voi ....”



Noi tutti sappiamo quanto è difficile adempierlo sulla Terra, perché l’amore nella vita terrena è  ancora estraneo agli uomini, ognuno non vede nel suo prossimo il suo fratello, ma in lui sospetta più  un avversario, e proprio per questo ci vuole un grande superamento a portare incontro a questi  prossimi l’amore che il Signore pretende da voi. E’ sicuramente uno sforzo di Benedizione, se vi  rendete prima conto che siete comunque tutti figli di Dio ed in voi dovrebbe dimorare soltanto  l’amore reciproco, grazie al quale dovreste sempre soltanto scambiarvi l’amore, invece di aggredirvi  oppure di passare l’uno accanto all’altro nell’indifferenza. E’ la Legge del Padre, che vi deve essere  misurata nella stessa misura di ciò che misurate ai vostri prossimi. Tutto quello che vi dà il Padre, lo  dovete far giungere al vostro prossimo nello stesso modo, ma sempre nella consapevolezza, che fra  di voi siete figli e che l’Amore del Padre cerca di unirvi tutti. Perciò non fate mai chiedere invano e  date là dove giunge al vostro orecchio solo la richiesta più piana.
Nella vita terrena il Padre vuole darvi l’opportunità di esercitarvi nell’amore per il prossimo,  perché nell’aldilà l’amore è il Comandamento più privilegiato, là opera soltanto l’uno per l’altro. E  quello che avete mancato di fare nella vita terrena di dare come amore, là vi opprimerà gravemente,  qualcuno bramerà desiderando l’effetto dell’amore, che gli deve portare la liberazione dall’oscurità.  Dio ha benedetto tutte le buone azioni sulla Terra, portano molteplici frutti nell’aldilà, perché  ognuno raccoglierà ciò che ha seminato, e riceverà la ricompensa del suo amore sulla Terra di  nuovo nell’Amore dal nostro Signore e Salvatore, perché Dio E’ Amore, e poter vivere nel Suo  Amore è eterna Beatitudine.

Amen

Bertha Dudde 23 novembre 1937

LA CROCE



Volume 14
“ Figlia mia,  quando ricevetti la Croce la guardai da cima a fondo, per vedere il posto di ciascuna anima che assumevo nella mia Croce;  fra tante anime guardai con più amore e feci più attenzione a quelle che sarebbero state rassegnate e avrebbero vissuto nella mia Volontà;  guardai quelle anime e vidi le loro croci lunghe e larghe come la mia, perché la mia Volontà, compensando ciò che mancava alle croci loro, le allungava e le allargava quanto la mia.  Quanto risaltava la tua croce lunga, lunga, per tanti anni di letto, sofferti soltanto per compiere la mia Volontà!  La mia Croce era soltanto per compiere la Volontà del mio Padre celeste, la tua per compiere la mia Volontà.  L’una croce faceva onore all’altra;  poiché l’una e l’altra avevano la stessa dimensione, esse si confondevano tra di loro.  La mia Volontà ha virtù di ammorbidire la durezza, di raddolcire l’amarezza, di allungare ed allargare le cose corte e strette. Perciò, quando ebbi la Croce sulle mie spalle, ho provato la morbidezza e la dolcezza delle croci delle anime che avrebbero sofferto nel mio Volere.  Il mio Cuore ebbe un respiro di sollievo;  la morbidezza delle croci di queste anime fece adattare la croce sulle mie spalle e la fece sprofondare tanto, da provocarmi una piaga profonda;  sebbene questa piaga Mi desse acerbo dolore, sentivo la morbidezza e la dolcezza delle anime che avrebbero sofferto nel mio Volere.  Dato che la mia Volontà è eterna, il loro patire, le loro riparazioni, i loro atti, circolavano in ogni goccia del mio Sangue, in ogni piaga, in ogni offesa. Il mio Volere le faceva intervenire per le offese passate, da quando il primo uomo peccò, per le offese presenti e per quelle future. Erano proprio tali anime che Mi ridavano i diritti del mio Volere, ed Io, per amore loro, ho decretato la Redenzione;  è a causa di queste anime che gli altri partecipano alla Redenzione. Non c’è bene, né in Cielo, né in terra, che Io concedo, che non sia per causa loro ”. 
Stavo pensando:  “ Come mai il mio buon Gesù è cambiato con me?  Prima, tutto si dilettava nel farmi patire, tutto era partecipazione di chiodi e di croce;  adesso tutto è svanito;  non si diletta più nel farmi patire. Quando qualche volta soffro, mi guarda con indifferenza, non mostra più il piacere di una volta ”.  Mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interiore e sospirando, mi ha detto:  “ Figlia mia, quando ci sono i piaceri maggiori, i piaceri minori perdono il loro diletto, la loro attrattiva e, perciò, vengono considerati con indifferenza.  La Croce lega la grazia;  ma chi alimenta la Croce?  Chi la fa crescere a debita statura?  La mia Volontà.  È lei sola che completa tutto e fa compiere i miei più alti disegni nell’anima. Se non fosse per la mia Volontà, la stessa Croce, nonostante il potere e la grandezza che contiene, può fare rimanere le anime a metà del cammino. Quanti soffrono, ma, mancando l’alimento continuo della mia Volontà, non giungono alla meta, cioè al disfacimento del volere umano, ed il Volere Divino non può dare l’ultimo colpo, l’ultima pennellata della santità divina.  Tu dici che sono svaniti i chiodi e le croci;  è falso, figlia mia, è falso!  Prima la tua croce era piccola, incompleta. Ora la mia Volontà, elevandoti in Sé, fa sì che la tua croce sia grande e che ogni atto, che fai nel mio Volere, sia un chiodo che riceve il tuo volere. Vivendo nella mia Volontà, la tua volontà si estende tanto, da diffonderti in ogni creatura; la tua Volontà Mi dà, per ciascuna creatura, la vita che le ho dato, per ridarmi l’onore, la gloria, lo scopo, per cui l’ho creata.  La tua croce si estende non soltanto per te, ma per ciascuna creatura;  perciò, dovunque vedo la tua croce.  Prima la vedevo soltanto in te, ora la vedo dappertutto. Quel fonderti nella mia Volontà, senza alcun interesse personale, ma soltanto per darmi quello che tutti dovrebbero darmi e per dare a tutti tutto il bene che il mio Volere possiede, è proprio soltanto della Vita divina, non di quella umana. Soltanto la mia Volontà forma questa santità divina nell’anima. Le tue croci di prima erano santità umana.  L’uomo, per quanto sia santo, non sa fare cose grandi, ma piccole, e tanto meno sa elevare l’anima alla santità ed alla fusione con l’operato del suo Creatore.  L’uomo resta sempre nello stato limitato di creatura, ma la mia Volontà, abbattendo tutte le barriere umane, getta l’uomo nell’immensità divina e tutto si fa immenso in lui:  croce, chiodi, santità, amore, riparazione.
Tutta la mia mira su di te non era la santità umana;  tuttavia, era necessario che prima facessi le cose piccole in te e, perciò, tanto Mi sono dilettato. Ora, avendoti fatta procedere oltre e dovendoti fare vivere nel mio Volere, ho visto la tua piccolezza, cioè il tuo atomo, abbracciare l’immensità, per darmi, per tutti e per ciascuno, amore e gloria, per ridarmi tutti i diritti di tutta la Creazione. Ciò Mi diletta tanto, che tutte le altre cose non Mi danno più piacere.  Perciò, la tua croce, i tuoi chiodi, saranno la mia Volontà, che, tenendo crocefissa la tua volontà, completerà in te la vera crocefissione, non ogni tanto, ma perfettamente, in modo tutto simile al mio, che fui concepito crocefisso e morii crocefisso, alimentando la mia croce della sola Volontà Eterna. Perciò, per tutti e per ciascuno, Io fui crocefisso.  La mia Croce suggellò tutti con il suo emblema ”. 

Estratti dall’Opera sulla Divina Volontà scritta da Luisa Piccarreta

Regina della Famiglia



Una bella Signora 

Adelaide descrive la Vergine Maria chiamandola una bella  signora, una Signora bella e maestosa. La Madonna appare a  Ghiaie sempre avvolta di luce e con grande maestà, mitigata  dalla dolcezza della voce e a volte dal sorriso. È la Madre che  protegge i suoi figli e li ammonisce con fare al tempo stesso  grave e pieno di bontà. 
La bellezza è un mistero: si contempla, non la si definisce.  La Vergine Maria è la madre della bellezza, colei che ha dato  corpo allo splendore della luce eterna, al candore senza macchia,  all'immagine sostanziale dell'invisibile Dio. Maria è la creatura  che irradia la luce dello Spirito Santo; è l'ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di  riprodurre nelle loro opere; è la donna vestita di sole, nella quale  i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli  della bellezza soprannaturale. La concentrazione in Maria della  Verginità e della maternità, della grazia e della gloria fanno di  lei il più puro ideale della creazione. 

La Madonna mi guardò 

Adelaide dice che la Madonna la guardò e poi le parlò,  oppure, finito che ebbe di parlarle, la guardò per qualche istante,  prima di scomparire. Sappiamo anche che Gesù Bambino e San  Giuseppe non parlarono alla bambina, ma la guardarono con  espressione amabile e sorridente. Maria guarda con un sorriso di  predilezione la piccola veggente che ha davanti. 
Il sorriso illumina ogni volto: chissà come avrà reso  ancora più bello quel volto, il cui splendore faceva arrossare gli  occhi di Adelaide. Ci sono degli sguardi che valgono di più di  lunghi discorsi. Basti pensare allo sguardo di Gesù dato a Pietro,  dopo che lo aveva rinnegato, nella casa di Caifa. 
La Vergine Maria, senza muovere le labbra e proferire  parole, parla nella mente, nel cuore, riempie di luce, di gioia, di  amore e cambia la vita di chi è in grado di udire quella voce  dolce e soave, che Adelaide spesso ricorda. 
Siamo di fronte ad un fenomeno più volte registrato nella  storia della teologia mistica. Alfonso Ratisbonne, di quel muto  colloquio, nel racconto della sua conversione dice: "Come  sarebbe possibile esprimere l'inesprimibile? Qualsiasi descrizione, per quanto sublime, sarebbe soltanto una profanazione  dell'indicibile verità. Tutto ciò che so, è che entrando in chiesa  ignoravo tutto, uscendone vedevo chiaro. Non posso spiegare  questo cambiamento se non per l'analogia di un cieco nato che veda improvvisamente la luce; vede, ma non può definire la luce  che lo illumina e nella quale contempla gli oggetti della sua  ammirazione. Se non si può spiegare la luce fisica, come si  potrebbe spiegare la luce che, in fondo, non è che la verità  stessa? Penso di rimanere nel vero dicendo che non avevo nessuna conoscenza della lettera, ma che intravedevo il significato e  lo spirito dei dogmi. Queste cose, più che vederle, le sentivo, e le  sentivo grazie agli effetti inesprimibili che produssero in me.  Tutto accadeva dentro di me, e queste impressioni mille volte  più rapide del pensiero, mille volte più profonde della riflessione  non soltanto mi avevano commosso l'anima, ma l'avevano per  così dire capovolta e orientata in un altro senso, verso un altro  scopo e una nuova vita" (v. La conversione di Maria Alfonso  Ratisbonne, Casa Centrale delle Figlie della Carità, Torino,  1949, p. 21 e p. 57). 

Severino Bortolan

Al di là della sofferenza



Signore, mi sento inutile e un impiccio in ogni parte. Sono un aggeggio vecchio, di cui non si sa cosa fare. Per i miei familiari sono un problema; per le infermiere un paziente in più; per i medici un numero d’ospedale. 
Ascolto dalla mia finestra il chiasso di bambini e di giovani e provo invidia. Vorrei lavorare, far qualcosa, in una parola vivere davvero, perché credo che, se questo è vivere, preferirei morire. Molti mi considerano un parassita, un essere inutile, perché a nulla valgo e nulla posso fare. Sono come un abbandonato dalla società. Signore, che senso ha la mia vita?
- Figlio mio, tu non sei solo e non sei inutile. Sei un essere molto importante per me e puoi collaborare nella grande impresa della salvezza del mondo. Sei disposto ad aiutarmi a salvare i tuoi fratelli? Vuoi unire le tue sofferenze a quelle di Gesù, affinché acquisiscano un valore soprannaturale? Sì? Allora, da questo momento sei già un grande benefattore dell’umanità e la tua vita vale per me più di quella dei più grandi geni e di quella dei più grandi eroi dell’umanità.

..Padre Angel Peña

martedì 4 febbraio 2020

Geremia



Il castigo è inevitabile

1Allora il Signore mi disse: 'Anche se venissero Mosè e Samuele a supplicarmi, io non mi lascerò intenerire per questo popolo. Mandalo via! Se ne vada! 2Se ti domanderanno dove devono andare, risponderai che io ho
detto:
Chi deve morire di peste,
vada a morire di peste!
Chi deve morire per la guerra,
vada a morire in guerra!
Chi deve morire di fame,
vada a morire di fame!
Chi deve andare in esilio,
vada in esilio!
3Io,il Signore, ho deciso di colpirli con quattro specie di disgrazie: la guerra per ucciderli, i cani per farli sbranare, gli uccelli rapaci e infine le bestie selvatiche per far sparire ogni resto dei loro cadaveri. 4Tutti i popoli della terra avranno orrore per il castigo che ha colpito gli abitanti di Giuda. È la conseguenza dei delitti commessi a Gerusalemme da Manasse, figlio di Ezechia, quando era re di Giuda'.
5 Il Signore dice:
'Nessuno avrà pietà di te, Gerusalemme,
nessuno avrà per te un gesto di solidarietà,
nessuno si fermerà a domandare come stai.
6Tu mi hai respinto,
mi hai voltato le spalle.
Allora io ho steso la mano contro di te
per distruggerti:
sono stanco di avere pietà!
7In tutte le città della regione
ho disperso i tuoi abitanti
come paglia al vento.
Ho fatto morire i loro figli,
ho distrutto il mio popolo
perché non ha mai smesso
di comportarsi male.
8Le loro vedove sono diventate
più numerose dei granelli di sabbia
nel mare.
In pieno giorno ho mandato il lutto
sulle madri dei giovani in guerra.
All'improvviso le ho sconvolte
con una terribile angoscia.
9Anche la madre che aveva sette figli
si sente svenire, le manca il respiro,
le si annebbia la vista in pieno giorno,
impallidisce e vaneggia.
Farò uccidere dai nemici
anche quelli che credevano
di averla scampata.
Ve lo assicuro io, il Signore'.