giovedì 17 gennaio 2019

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

Questa consapevolezza rende meno arduo l'isolamento, e la durezza della lotta. Sono 
ormai tre anni che Padre Pio vive a Pietrelcina, anche se il suo desiderio sarebbe di entrare 
in convento. E le aggressioni non cessano. Racconta 1'8 aprile 1913: «... Quei cosacci non 
cessano di percuotermi e di sbalzarmi alle volte anche dal letto, giungendo fino a togliermi la 
camicia e a percuotermi in tale stato. Ma oramai non mi fanno quasi più timore. Gesù è sempre 
amoroso verso di me, giungendo fin anche alle volte ad alzarmi da terra e adagiarmi sul 
letto». In quei giorni, compie anche qualche passo falso, che rende più precaria la sua 
condizione: «... Purtroppo, debbo confessare a mia confusione, che l’effetto sperato non fu 
raggiunto, perché questa Madre santa montò sulle furie per l’ardire che ebbi di nuovamente 
chiedere detta grazia, di cui me ne aveva fatto un severo divieto. Questa mia involontaria 
disubbidienza me l'ha fatta pagare troppo a caro prezzo. Da quel giorno si ritirò da me 
assieme agli altri personaggi celesti. E ora, babbo mio, chi potrebbe narrarvi tutto quello che 
ho dovuto sostenere! Sono stato solo di notte, solo di giorno! Una guerra asprissima s'impegnò 
da quel giorno con quei brutti cosacci. Volevano darmi a intendere di essere stato rigettato 
finalmente da Dio. E chi non l'avrebbe creduto, tenendo presente il modo troppo scortese con 
cui fui allontanato da Gesù e da Maria! Ma grazie ne rendo a Gesù, perché sebbene mi avesse 
tolto tutto nell'allontanarsi da me, non mi aveva tolto però la speranza in lui» 
(18 maggio 1913). 

MARCO TOSATTI 

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