mercoledì 6 febbraio 2019

ONORE AL CROCIFISSO



I MARTIRI

SANT'IGNAZIO (... + 107).

Secondo successore di S. Pietro nella Cattedra di Antiochia, l'anno 106, sotto l'imperatore Traiano, fu arrestato e condotto a Roma. Tra le lettere che scrisse alle varie Chiese durante il viaggio, la più celebre è quella ai Romani, con la quale li prevenne a non interporre i loro uffici per liberarlo dal martirio, da lui sì vivamente bramato. In essa dice: « Che nulla m'impedisca di ottenere l'eredità che mi è riserbata! Io temo la vostra carità. Voi non perdete nulla, e io perdo Iddio, se riuscite a salvarmi. Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. Io sono frumento di Dio: è necessario che io sia macinato dai denti delle belve, affinchè sia trovato puro pane di Cristo. Pregate il Signore per me, affinché di queste membra sia fatto un sacrificio a Dio. Ora comincio ad essere un vero discepolo. Fuoco o croce, mandre di belve, slogamento d'ossa, mutilazione di membra, tritamento di tutto 9 corpo, che tutti i supplizi del demonio cadano su me, purchè possa godere Gesù Cristo. Io cerco Colui che è morto per noi, e voglio, voglio Colui che per noi è risorto. Lasciatemi essere imitatore della Passione del mio Dio» 
(P. Allard: Storia Critica delle Persecuzioni – Libr. Editr. Fiorentina. 1923. Vol 1).

La sete ardente di morire per Cristo e l'entusiasmo del martirio, per i primi duecento anni, f u l'anima del Cristianesimo: e lo sarà sempre, sino alla fine dei secoli, anche in mancanza di persecutori esterni, se nel cuore dei cristiani arderà viva la fiamma della carità per Iddio e per il prossimo: è difatti proprio della carità perfetta anelare al martirio.

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