mercoledì 13 marzo 2019

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Il nemico occulto che semina errori 

Conosciamo tuttavia molte cose di questo mondo diabolico, che riguardano la nostra vita e tutta la storia umana. Il Demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità; egli fu il tentatore subdolo e fatale del primo peccato, il peccato originale (Gen. 3; Sap. 1, 24), Da questa caduta di Adamo il Demonio acquistò un certo impero sull’uomo, da cui solo la Redenzione di Cristo ci può liberare. È storia che dura tuttora: ricordiamo gli esorcismi del battesimo ed i frequenti riferimenti della sacra Scrittura e della liturgia all’aggressività e alla opprimente «potestà delle tenebre» (cfr. Le. 22, 53, Col. 1, 13).  

È il’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana. Da ricordare la rivelatrice parabola evangelica del buon grano e della zizzania, sintesi e spiegazione dell'illogicità che sembra presiedere alle nostre contrastanti vicende: «inimicus homo hoc fecit» (Mt. 13, 28). È «l’omicida fin da principio... e padre della menzogna», come lo definisce Cristo (cfr. Gv. 8, 44.45); è l'insidiatore sofistico dell’equilibrio morale dell’uomo. È lui il perfido ed astuto incantatore, che in noi sa insinuarsi, per via dei sensi, della fantasia, della concupiscenza, della logica utopistica, o di disordinati contatti sociali nel gioco del nostro operare, per introdurvi deviazioni, altrettanto nocive quanto all'apparenza conformi alle nostre strutture fisiche o psichiche, o alle nostre istintive, profonde aspirazioni. 

Sarebbe questo sul Demonio e sull’influsso, ch’egli può esercitare sulle singole persone, come su comunità, su intere società, o su avvenimenti, un capitolo molto importante della dottrina cattolica da ristudiare, mentre oggi poco lo è. Si pensa da alcuni di trovare negli studi psicanalitici e psichiatrici o in esperienze spiritiche, oggi purtroppo tanto diffuse in alcuni Paesi, un sufficiente compenso. Si teme di ricadere in vecchie teorie manichee, o in paurose divagazioni fantastiche e superstiziose. Oggi si preferisce mostrarsi forti e spregiudicati, atteggiarsi a positivisti, salvo poi prestar fede a tante gratuite lubie magiche e popolari, o peggio aprire la propria anima, - la propria anima battezzata, visitata tante volte dalla presenza eucaristica e abitata dallo Spirito Santo! - alle esperienze licenziose dei sensi, a quelle deleterie degli stupefacenti come pure alle seduzioni ideologiche degli errori di moda, fessure queste attraverso le quali il Maligno può facilmente penetrare od alterare l’umana mentalità. Non è detto che ogni peccato sia direttamente dovuto ad azione diabolica (cfr. S, Th. 1, 104, 3); ma è pur vero che chi non vigila con certo rigore morale sopra se stesso (cfr. Mt. 12, 45; Eph. 6, 11) si espone all’influsso del «mystcrium iniquitatis», a cui San Paolo si riferisce (II Tess. 2, 3-12), e che rende problematica l’alternativa della nostra salvezza. 

La nostra dottrina si fa incerta, oscurata com’è dalle tenebre stesse che circondano il Demonio. Ma la nostra curiosità, eccitata dalla certezza della sua esistenza molteplice, diventa legittima con due domande. Vi sono segni, e quali, della presenza dell'azione diabolica? e quali sono i mezzi di difesa contro così insidioso pericolo? 

Bonaventura Meyer



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