venerdì 19 aprile 2019

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



3 febbraio 1923

" Questa notte non sono stata all'inferno, ma sono stata trasportata in un luogo senza luce, tranne che nel centro, dove vi era una specie di fuoco ardente e rosso. Fui stesa e legata senza che potessi fare alcun movimento. Attorno a me stavano sette od otto persone nude, il cui corpo nero veniva rischiarato solo dai riflessi del fuoco; stavano sedute e parlavano. Una diceva: "Bisogna agire con precauzione, perchè non si conosca la nostra mano, perchè altrimenti ci scoprono".
Il demonio rispondeva:
"Potete entrare col sentimento della indifferenza... sì, credo proprio che voi potete, dissimulandovi, perchè non se ne accorgano, rendere indifferenti al bene o al male queste persone e gradatamente inclinare la loro volontà verso il male. Gli altri tentateli di ambizione, che non cerchino altro che il loro interesse... l'accrescimento delle loro sostanze, senza preoccuparsi se lecitamente o no, "Quegli altri istigateli all'amore del piacere, alla sensualità! Fate che si accechino nel vizio! (Qui pronunziò parole oscene).
“Quegli altri, infine... prendeteli per il cuore... voi sapete a che cosa tende il loro cuore... andate... andate con sicurezza: fateli amare! appassionarsi! Fate bene il vostro lavoro, senza tregua e senza pietà... bisogna perdere il mondo...e che le anime non mi sfuggano!”
Gli ascoltanti rispondevano di tanto in tanto:
"Siamo i tuoi schiavi... lavoreremo senza riposo. Sì, molti ci combattono, ma noi lavoreremo giorno e notte, senza riposo... Riconosciamo la tua potenza! ".
Parlavano insieme e quello che credo fosse il demonio pronunziava parole orribili. Intesi in lontananza come un rumore di coppe e di bicchieri ed esso gridava:
"Lasciateli gozzovigliare! ... dopo, tutto ci sarà più facile! finiscano il loro banchetto, essi che amano tanto godere! ... Quella è la porta per cui entrerete! ...".
Aggiunse cose così orribili, che non si possono nè dire, nè scrivere. Poi, come sprofondandosi nel fumo, sparirono.
II demonio gridava rabbiosamente per un'anima che gli sfuggiva:
"Istigatela al timore! Fatela disperare! Ah! se essa si affida alla misericordia di quel... (e bestemmiava Nostro Signore), sono perduto! Ma no! riempitela di timore... - non lasciatela un istante e soprattutto fatela disperare! ".
Allora l'inferno fu pieno di un grido unico di rabbia quando il demonio mi cacciò fuori da quell'abisso e continuò a minacciarmi. Diceva tra le altre cose:
"E' dunque possibile? ... Sarebbe mai vero che delle deboli creature abbiano più potere di me che sono tanto forte? Ma mi nasconderò per passare inosservato... mi basta il più piccolo angolo per collocarvi una tentazione: dietro l'orecchio, nelle pagine di un libro, sotto un letto... Qualche anima non fa caso di me, ma io, io parlo, parlo... e a forza di parlare, qualche parola resta... Sì, saprò nascondermi là, dove non potrò essere scoperto"! .

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