giovedì 18 aprile 2019

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ VIENE PORTATO IN PRIGIONE  

Continuiamo con il doloroso racconto, che dovrai fare giungere al maggior numero di persone possibile. Io vi illuminerò sul modo migliore per farlo.  
Quando i soldati Mi conducevano prigioniero, in uno dei cortili si trovava Pietro, seminascosto tra la folla.  
I nostri sguardi si incrociarono: aveva gli occhi fuori dalle orbite, fu solo per una frazione di secondo e, senza dubbio, gli dissi molte cose!…  
Lo vidi piangere amaramente per il suo peccato e, con il cuore, gli dissi:  
“Il nemico ha cercato di possederti, ma Io non ti abbandono. So che il tuo cuore non Mi ha rinnegato. Tieniti pronto per il combattimento del nuovo giorno, per la rinnovata lotta contro l'oscurantismo spirituale, e preparati a portare la Buona Novella.  
Addio, Pietro”.  
Quante volte guardo l'Anima che ha peccato, ma essa, Mi guarda?  
Non sempre i nostri sguardi si incontrano.  
Quante volte guardo l'Anima ed essa non Mi guarda, non Mi vede, è cieca… la chiamo per nome e non Mi risponde. Le mando un dolore, una sofferenza, affinché esca dal suo sogno, ma non vuole svegliarsi.  
Miei amati, se non rivolgete i vostri sguardi al Cielo, vivrete come degli Esseri privi di ragione…  
Sollevate il capo e contemplate la Patria che vi aspetta.  
Cercate il vostro Dio e sempre Lo troverete con gli occhi fissi su di voi e, nel Suo sguardo, troverete la pace e la vita.  
ContemplateMi nella “prigione” dove passo gran parte della notte.  
I soldati venivano ad insultarMi, con le parole e con i fatti, spintonandoMi, dandoMi dei colpi, 
burlandosi della Mia condizione di uomo.  
Soltanto quando l'alba fu vicina, stancatisi di Me, Mi lasciarono solo, legato, in una stanza buia, umida e sporchissima, piena di topi.  
Ero legato in modo tale che dovevo rimanere in piedi o seduto su una pietra appuntita, perché è tutto ciò che Mi diedero come sedile.  
Il Mio corpo dolorante fu presto colto dai brividi, a causa del freddo.  
Ricordai le moltissime volte che la Madre Mia aveva coperto il Mio Corpo, riparandoLo quando avevo freddo… e piansi.  

Confrontiamo, ora, la prigione con il Tabernacolo e, soprattutto, con i cuori degli uomini.  

• Nella prigione, ho trascorso una notte… ma quante notti trascorro nel Tabernacolo?  
• Nella prigione, sono stato oltraggiato dai soldati, che erano miei nemici… ma, nel Tabernacolo, vengo maltrattato ed insultato dalle Anime che Mi chiamano Padre.  
• Nella prigione, ho sofferto il freddo, il sonno, la fame, la vergogna, la tristezza, il dolore, la solitudine e l'abbandono. Vedevo, nello scorrere dei Secoli, che in molti Tabernacoli, Mi sarebbe mancata la protezione dell'Amore. Quanti cuori gelidi sarebbero stati per Me come la pietra della prigione!  
• Quante volte avrei avuto sete d'Amore e di Anime!  
• Quanti giorni resto in attesa che la tale Anima venga a visitarMi, a riceverMi nel suo cuore. Ho trascorso la notte, da solo, e pensavo a quell'Anima, per calmare la Mia sete!  
• Quante volte ho fame delle Mie Anime, della loro fedeltà e della loro  generosità!  
Sapranno calmare queste ansie?  
Sapranno dirMi, quando dovranno sopportare qualche sofferenza: questo servirà per dare sollievo alla Tua tristezza, per tenerti compagnia nella Tua solitudine?  
Oh, se almeno, unite a Me, sopportaste tutto in pace e ne foste fortificati… perché avete consolato il Mio Cuore…  
• Nella prigione, ho provato vergogna quando sentivo le orribili parole che si      proferivano contro di Me. 
E questa vergogna è aumentata quando ho visto che, più tardi, queste stesse parole sarebbero state ripetute da Anime da Me amate.  
Quando quelle mani, sporche e ripugnanti, Mi caricavano di colpi e di schiaffi, ho visto tutte le volte che sarei stato colpito e schiaffeggiato da tante Anime che, senza purificarsi dei loro peccati, senza ripulire la loro casa con una buona Confessione, Mi avrebbero ricevuto nei loro cuori.  
Questi peccati abituali, Mi avrebbero ripetutamente riempito di percosse.  
Quando Mi tiravano su, a forza di spinte, essendo senza forze e a causa delle catene che Mi legavano, cadevo in terra.  
Ho visto allora, come tante Anime, legandoMi con le catene dell'ingratitudine, Mi avrebbero fatto cadere sulla pietra, rinnovando la Mia vergogna e prolungando la Mia solitudine.  

    Anime elette, contemplate il vostro Sposo, nella prigione.  
    ContemplateMi, in quella notte di grande dolore e considerate che questo dolore si prolunga nella solitudine di tanti Tabernacoli, nella freddezza di tanti cuori.  
Se volete darMi una prova del vostro Amore, apriteMi il vostro cuore, per poter fare di esso la Mia prigione.  
LegateMi con le catene del vostro Amore.  
CopriteMi con le vostre delicatezze…  
NutriteMi con la vostra generosità…  e
DissetateMi con il vostro fervore…  
Consolate la Mia tristezza e l'abbandono con la vostra fedele compagnia…  
Fate sparire la Mia vergogna con la vostra purezza e la vostra rettitudine… 
Se volete che Io riposi in voi, evitate il tumulto delle passioni e, nel silenzio della vostra Anima, dormirò tranquillo.  
Di tanto in tanto, udrete la Mia Voce che vi dice, soavemente:  
“Sposa Mia, che adesso sei il Mio riposo, Io sarò tuo per l'Eternità; a te, che con tanta premura Mi offri la prigione del tuo cuore, Io prometto che la Mia ricompensa sarà illimitata e non ti peseranno i sacrifici che avrai fatto per Me, durante la tua vita”. 

Messaggi dettati a Catalina Rivas

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