sabato 18 maggio 2019

GESU’ OSTIA



Il mistero pasquale

La liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto avviene dopo la manifestazione della decima piaga. Iddio, per piegare l'ostinazione del faraone e far giustizia degli idoli di questo Paese, decreta la morte dei primogeniti egizi. Il castigo si compie nella notte, mentre gli Ebrei consumano l'agnello, dopo aver tinto col sangue di questo agnello gli stipiti e l'architrave delle loro porte. Dov'è questo sangue, l'Angelo della morte non entra, 'passa oltre'.
Questa notte segna l'inizio della "Pasqua del Signore" (Es 12,1 e ss). 'Pasqua', in ebraico, deriva dal verbo 'passare oltre'. Da allora, con la Pasqua, gli Ebrei celebrano tre momenti della loro storia: a) il 'passaggio' dell'Angelo del Signore e la salvezza dalla morte; b) il 'passaggio' del Mar Rosso e la liberazione dalla schiavitù; c) l'arrivo al Sinai e l'alleanza con Dio.
Giunta la Pasqua, anche Gesù vuole celebrarla coi suoi apostoli. La sera, quando prende posto in mezzo a loro, "sapendo ch'era venuta l'ora per lui di passare da questo mondo al Padre" (Gv 13,1), "disse: Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio" (Lc 22,15-16).
È l'Ultima Cena di Gesù coi suoi apostoli, quella che segna l'inizio della nuova e ultima Pasqua, ch'è il 'passaggio' dalla morte alla vita.
Non è più il sangue dell'agnello sparso sulle porte che salva, ma è il sangue dell'Agnello divino sparso sulla croce. Non è più il giorno della liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù d'Egitto, ma è il nuovo giorno della liberazione dell'umanità dalla schiavitù del peccato. Non è più la Pasqua che porta al Sinai e all'alleanza con Dio, ma è la nuova Pasqua che porta alla nuova vita in Cristo. Alle dodici tribù d'Israele subentrano i dodici apostoli: il nuovo popolo di Dio, che si mette in cammino non per raggiungere la terra promessa, fuori dall'Egitto, ma la vera dimora, ch'è la Gerusalemme celeste.

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