domenica 19 maggio 2019

I SETTE VIZI CAPITALI



EGO TE ABSOLVO 


SATANA... PECCATI. . .VIRTù..... 


L 'accidia o pigrizia 

L' ACCIDIA è una tendenza all'ozio o almeno alla negligenza e al torpore nell'operare: è talora disposizione morbosa proveniente da cattivo stato di salute, ma ordinariamente è malattia della volontà che paventa e rifiuta lo sforzo. Vi sono tre tipi di accidiosi: L'Indolente, che non pone mano al lavoro che con lentezza, fiacchezza e indifferenza e se fa qualche cosa, la fa male; il fannullone che non rifiuta, ma indugia, ritarda l'affare che aveva accettato: Il Vero Accidioso, che non vuol fare nulla di faticoso e mostra spiccata avversione per ogni lavoro serio di braccio e di mente. 

Quando la pigrizia riguarda gli esercizi di pietà ritiene il nome di accidia e consiste in un certo disgusto delle pratiche spirituali, che induce a farle con negligenza, ad abbreviarle, e talora anche ad ometterle sotto vani pretesti: E' la madre della tiepidezza. 

Per capire la malizia dell'accidia, bisogna ricordarsi che l'uomo è fatto per il lavoro. 
Necessità di natura è il lavoro per coltivare le sue molteplici facoltà e così provvedere ai bisogni del corpo e dell'anima e tendere così al proprio fine. Con la caduta dell'uomo, il lavoro diventò per lui non solo legge di natura, ma castigo, pena e penitenza. L'accidioso trasgredisce questa legge naturale e positiva. La gravità del peccato varia secondo la gravità dei doveri trascurati. 

Quando per pigrizia si giunge fino a trascurare i doveri religiosi, necessari per la propria salvezza o per la propria santificazione o alla santificazione di altri si fa peccato mortale. 

Pur peccato grave si commette quando si trascura volontariamente in materia rilevante qualcuno dei doveri del proprio stato: trascurando doveri meno importanti, si fa peccato veniale. 

Ma il pendio è sdrucciolevole, e se questa indolenza non viene combattuta presto, si aggrava e diventa più funesta e colpevole. 

G. Crux 

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