sabato 18 maggio 2019

SATANISMO E CULTO SATANICO



Non è certo una novità per nessuno l’affermare che satana è riuscito spesso a camuffarsi talmente da apparire come un dio e a arrivare perfino a farsi adorare. San Paolo afferma che satana, l’angelo decaduto, l’angelo delle tenebre, tenta molte volte e molte volte riesce a farsi vedere come angelo di luce (2 Cor 11,14).

In tutti i tempi, dopo la fondazione del cristianesimo, noi assistiamo a episodi sporadici, ma non per questo meno rari e meno controllati, di culto satanico con una contro-liturgia di evidente imitazione cristiana per tributare all’avversario di Dio, con la contraffazione artificiosa e blasfema degli stessi riti e dello stesso linguaggio, l’omaggio e la venerazione dovuti a lui solo.

Il fenomeno si ha solo - dicevamo — dopo la fondazione del cristianesimo, cioè dopo la venuta di Cristo sulla terra e dopo che la sua morte in croce aveva messo termine al potere del «principe di questo mondo». Prima di allora il culto satanico esisteva ma in un’altra forma più legale e quindi meno avvertita. Nell’antichità pagana infatti presso gli egiziani, i greci, i romani, i germani, i celti, si praticava il culto idolatrico, il quale, anche se indirettamente era indirizzato al demonio — gli idoli, secondo san Paolo e sant’Agostino, non erano che la personificazione di satana — tuttavia direttamente intendevano onorare o una divinità particolare, o un animale sacro, o comunque un oggetto che non doveva necessariamente essere identificato col demonio.

Dopo Cristo invece la cosa prende un altro aspetto, principalmente attraverso l’eresia gnostica la quale era nata nell’ambiente cristiano dopo avere assimilato e fatte sue le teorie manichee, neoplatoniche, cabalistiche e di altre religioni orientali.

L’antitesi Dio-satana fa parte essenziale del principio fondamentale della tradizione cristiana. Il cristianesimo comincia con la ripulsa formale a satana, alle sue pompe e alle sue opere, ancora nel rito del battesimo, che è il primo atto, il primo passo che introduce nella religione cristiana. 
L’esorcismo battesimale che precede l’infusione dell’acqua lustrale è diretto contro il demonio: «Esci da quest’anima, spirito immondo, e cedi il posto allo Spirito Santo». Dopo il battesimo c’è tutta una serie di riti, di cerimonie, di sacramenti e di sacramentali che accompagnano le diverse fasidella vita del credente e che hanno tutti un’aperta ed esplicita significazione antidiabolica. A ciò si aggiungono le numerose usanze popolari del mondo cristiano che derivano dal battesimo ed esprimono la stessa tendenza.

Il satanismo, qualè oggi generalmente inteso, nasce come anti-cristianesimo pochi anni dopo l’inizio della predicazione apostolica. Ne fanno esplicita allusione le lettere di san Paolo, specialmente quelle dette della prigionia — e di san Giovanni apostolo. Come l’eresia è l’antidogma, l’anti-rivelazione divina, così il satanismo è il sovvertimento empio e blasfemo della liturgia eucaristica che trova la sua massima espressione nel sacrificio della santa messa. Questo anticristianesimo caratterizzato dal satanismo trovò la sua massima e più costante espressione — dicevamo — nell’eresia gnostica.

Essa costituì un pericolo gravissimo per la chiesa nascente appunto perché nata nell’ambiente cristiano. Il paganesimo romano, la filosofia ellenica, il pensiero giudaico, costituivano certo un grave inciampo per la fede predicata dagli apostoli. Una continua vigilanza era necessaria per impedire la contaminazione e l’infiltrazione di errori derivati dalle false religioni e dalle usanze dei popoli in mezzo ai quali i cristiani dovevano vivere. Ma quelle religioni, quelle filosofie e quelle usanze non erano «cristiane», venivano dall’altra sponda, da quella sponda che i cristiani convertiti e battezzati avevano ormai lasciato per entrare nella chiesa. In questo senso essi erano per lo meno avvertiti e messi in guardia per scorgere subito gli errori come errori, senza pericolo di esserne contaminati.

Ma lo gnosticismo era nato dentro la chiesa, si presentava come frutto del cristianesimo, come sviluppo, approfondimento e allargamento della fede contenuta nel vangelo, e coloro che se ne facevano promotori e difensori, Tertulliano, Montano, Apollinare, erano il più delle volte personaggi in vista degni per altra parte di ogni rispetto.

Si spiega così il fascino che la nuova eresia «cristianizzata» poteva esercitare sulle masse e il numero non indifferente di coloro che o per ignoranza o per interessi vi aderivano.

Per questo il pericolo dello gnosticismo fu per la chiesa in quei primi secoli, e anche nei secoli posteriori, la minaccia più grave, più grave certo delle persecuzioni degli imperatori romani. Le persecuzioni facevano dei martiri, quindi dei santi e degli eroi; lo gnosticismo faceva degli eretici, quindi degli apostati e dei traditori. Sappiamo dalla storia di tutti i tempi che la rovina e la distruzione dei grandi imperi non avviene mai per l’assalto di forze esterne, le quali anzi spesso li rafforzano, ma per la corruzione morale che ne rode la compagine interna e li porta al crollo definitivo. Così era avvenuto per l’impero romano.

Così poteva avvenire per la chiesa cattolica se essa, per la forza divina che non le era mai venuta meno, non fosse intervenuta tempestivamente e non avesse reso vani gli assalti dell’eresia che si erainfiltrata nelle file dei suoi fedeli.

In che cosa consiste l’eresia gnostica?

Il bagaglio culturale dei nuovi eretici toccava quasi tutti i punti del dogma cristiano: la natura di Dio, la divinità di Cristo, l’incarnazione, i sacramenti, la grazia, la chiesa, il dogma e la morale cristiana interpretati però razionalmente, in base alla filosofia neoplatonica e all’esoterismo derivatoda movimenti e correnti religiose orientali, specialmente dal manicheismo, senza tener conto, anzi in aperto contrasto con l’insegnamento autentico della chiesa. A una falsa concezione della fede nonpoteva che seguire una falsa interpretazione della morale. Quello che i Padri e gli scrittori ecclesiastici del secolo IV — specialmente Epifanio — scrivono delle oscenità e degli eccessi a cui arrivavano nelle loro adunanze gli eretici, supera l’incredibile. Se ogni eresia e ogni scisma che divide la chiesa di Dio deriva dal nemico «che nella notte semina la zizzania in mezzo al buon grano» (Mt 13,39), è evidente che anche nell’eresia gnostica il demonio doveva occupare un ruolo importante, fondamentale, e che anche il culto satanico non vi fosse indifferente. Gli gnostici non soltanto credevano nell’esistenza di due specie di divinità, il Dio buono e il dio cattivo, ma ritenevano che il dio cattivo, lo spirito delle tenebre da essi preferito, fosse la vera divinità della chiesa visibile. In altre parole, il vero Dio a cui si deve prestare l’adorazione era secondo essi il demonio. Da questa falsa concezione tutto nella chiesa, dottrina, disciplina, sacramenti, morale, doveva prendere un aspetto nuovo che non aveva nulla a che fare con la fede e la morale tradizionale. Giustamente i vescovi e i teologi del tempo identificavano il dio gnostico con lo spiritodel male, con satana.

Così la chiesa, che dopo Costantino pensava di aver superato il principale ostacolo della sua sopravvivenza, il paganesimo romano, si venne a trovare di fronte a un paganesimo nuovo non meno formidabile e minaccioso del primo, che si presentava con più o meno le stesse caratteristichedel primo anche se sotto colore e nomi diversi; anzi, perché l’assalto questa volta veniva dal di dentro, la minaccia era ancora più grave.

Lo gnosticismo non era destinato a localizzarsi soltanto nei primi tempi della chiesa. Come le male piante che non muoiono mai, era destinato a crescere e a evolversi nel primo Medioevo, nel tardo Medioevo, nel periodo del Rinascimento e giù giù nei tempi moderni fino ai nostri giorni. E ciò sempre nell’ambito di quello che è chiamato mondo cristiano e sempre sotto l’aspetto del culto satanico che ne era diventato la caratteristica inconfondibile.

Nel primo Medioevo gli gnostici, col nome di «càtari» (Kàtharos, in greco, vuol dire «puro»), di bulgari, di bogomili e altri, muovono dal nativo oriente e si spingono in Europa trovando terreno favorevole specialmente nella Lombardia e nella Francia meridionale, dove la vicinanza degli arabi e degli ebrei spagnoli favorisce la loro diffusione. Nel tardo Medioevo prenderanno altri nomi, tra i quali è celebre quello di «albigesi», il cui centro era la città di Albi nella Francia meridionale.

La posizione della chiesa ufficiale non poteva essere che di opposizione e di condanna di questi movimenti. La chiesa càtara e bogomila, anche se clandestine e invisibili, costituivano un continuo pericolo non solo per la chiesa ma anche per la società, data la larga diffusione tra le masse popolarie per la tendenza rivoluzionaria che spesso avevano manifestato. Corrotti essi stessi fino al midollo dell’osso, avevano la stolta pretesa di correggere gli abusi e la corruzione ecclesiastica. Che nella chiesa ci fossero delle storture e delle riforme urgenti era cosa nota. Anche papi, specialmente san Gregorio VII prima e Innocenzo III dopo, erano spesso intervenuti per operare la necessaria riformadel popolo e del clero, ma gli eretici, anche parlando di riforma, non volevano arrivare a una vera riforma, ma solo alla rivoluzione, cioè al capovolgimento e alla distruzione dell’ordine esistente. 
Essi, senza saperlo, anticipavano il programma e la visuale di libertà, uguaglianza e fraternità che diventeranno la bandiera della rivoluzione francese, e con Carlo Marx erano convinti che non basta interpretare il mondo da filosofi, ma che bisognava arrivare a trasformarlo da rivoluzionari. Per questo non solo la chiesa ma anche l’autorità civile in tutti i paesi interessati aveva preso una posizione di difesa e di distanza da queste pericolose tendenze.

L’esplosione del satanismo — sempre nell’ambito delle sette — avvenne nel Rinascimento col pullulare del fenomeno delle streghe, della magia nera e di altre forme di satanismo. Il ritorno al paganesimo classico, caratteristico di questo periodo, aveva portato a una attenuazione del senso religioso, dell’influsso della chiesa sulla società e conseguentemente al pullulare di nuove forme di culto esoterico che gli storici laicisti si ostinano a chiamare «medioevale» quando — come si è detto — il Medioevo era già finito. Anche nel Medioevo, si sa, non erano mancate le deviazioni e le ombre: quale epoca storica se ne può considerare esente? Però una cosa è certa: nel Medioevo autentico, quando il popolo era ancora capace di sentire e di capire il linguaggio della chiesa, a certi eccessi non si era mai arrivati.

Nel Seicento francese il satanismo prende un aspetto che potremmo dire politico. Al culto satanico vediamo dedicarsi di preferenza le molte donne che circolano intorno a Luigi XIV nella corte di Versailles. Sono scandalosa- mente celebri i processi a carico di madama Voisin, di madama di Montespan e di molti altri coinvolti in quel traffico torbido e tenebroso.

Nel Settecento nasce la massoneria i cui legami col satanismo sono noti, come, stando agli addetti ai lavori che si sono interessati del nostro tema, sono noti anche i legami che le logge hanno sempre avuto coi culti misteriosofici e mitriaci dell’antichità. E interessante quanto ha portato di nuovo la ricerca in questo campo. In una delle opere storiografiche più recenti relative ai riti di iniziazione gnostici e mitriaci si dice chiaramente che la disposizione del moderno tempio massonico è del tuttoe per tutto identica a quella dei tempi mitriaci. La conoscenza frammentaria e incompleta dei riti antichi di iniziazione non permette di descriverne tutti i dettagli, però è certo che alcuni dei suoi elementi prefigurano aspetti che si ritroveranno nell’iniziazione massonica33.

Nell’Ottocento il satanismo, sia nel periodo preromantico sia, specialmente, nel romanticismo, entra nel mondo letterario. Nel 1846 un gruppo di giovani a Parigi si era messo in rivolta contro le norme 
sociali e religiose del tempo e ogni domenica si radunavano per assistere a culti satanici con la celebrazione di messe nere. A questi gruppi era molto vicino il poeta Charles Baudelaire (1821-1867), che nei suoi «Fleurs du mal» pubblicati a Parigi nel 1857, ha cantato le «litanie di satana»:

«O angelo il più sapiente e il più bello, dio tradito dal destino, privato della lode che meritavi, o satana, abbi pietà della mia lunga sofferenza,. . . ».

Giacomo Leopardi, morto a Napoli nel 1837, aveva composto, pochi anni prima di morire, un inno a satana, rimasto incompleto, in onore di Arimane, lo spirito manicheo del male:

«Re delle cose, creatore del mondo, misteriosa infamia, sommo potere e somma intelligenza, eterno autore del male e guida del moto, non so se questo ti faccia felice, .. . ».

Nel 1869 appariva l’inno a satana di Giosuè Carducci:

Salute o satana,

o ribellione,

o forza vindice

della ragione...

che fu accolto con grandissimo entusiasmo dai massoni nostrani — anche il Carducci era massone — e ne fecero subito il loro inno ufficiale. Carducci più tardi, pare, si pentì di quella che chiamò «chitarrata», chitarrata però che, satura di bestemmie e di enormità innominabili, si prolunga per ben cinquanta strofe.

I poeti satanici sono fioriti alla fine del secolo scorso e agli inizi di questo secolo in Italia; ricordiamo, oltre Carducci, Mario Rapisardi (1844-1912) col poema Lucifero, ma più numerosi in Francia, Victor Hugo (1802-1885) con la Fin de Satan, Alfred de Vigny (1797-1863) con Sàtanpardonné, Honoré de Balzac (1799-1850) con Malmoth reconcilié, Paul Valéry con l’Ebauche da Serpent, una vera apologia di satana e, recentissimi,Jeanpaul Sartre — definito «un indemoniato»— Andrè Gide e diversi altri.

Questi scrittori sono tutti d’accordo con quello che aveva osato scrive Ernesto Renan, prete apostata della fede e del sacerdozio:

«Di tutti gli esseri, altre volte maledetti e che la tolleranza del nostro secolo ha sottratto all’anatema, satana è colui che più ha guadagnato nel progresso dei lumi e della civiltà universale. Un secolo così fecondo di riabilitazioni come il nostro, non poteva mancare di ragione per riabilitare un rivoluzionario infelice che il bisogno di agire lanciò in imprese rischiose. Fra le altre ragioni della nostra tolleranza amo far valere questa: che noi siamo diventati più indulgenti ed egli è diventato meno cattivo. Non è più il genio funesto, oggetto di tanto odio e di tanto terrore. Il male, ai nostri giorni, è evidentemente minore che in passato e la nostra tolleranza è la prova migliore che il bene ha trionfato»34.

In Russia ha fatto molto parlare e scrivere di sé Rasputin, causa non ultima della fine dei Roinanoff Michele Bakunin (1814-1876), capo dell’anarchismo russo, mente direttiva dell’Intellighentzia russa del suo tempo, antiteista appassionato, anzi fanatico, adorava come suo patrono e suo ideale satana, il cui nome egli pose a capo dei suoi lavori letterari sullo stato.

In Inghilterra, «dove la storia della stregoneria ha una particolare tradizione» (Zacharias), il culto satanico vanta un’anzianit su altri stati europei che tutti le riconoscono. Un rapporto del celebre demonologo Harry Price del 1948, rapporto ratificato dall’università di Londra, rende noto che centinaia di uomini e di donne di elevata condizione sociale adorano il diavolo e gli rendono un culto permanente. La magia nera, la stregoneria, l’evocazione dei diavoli, le tre forme classiche della superstizione «medioevale», sono ancora oggi praticate a Londra con una libertà e diffusione sconosciute nel Medioevo.

Robert Fabian, ex superintendente di Scotland Yard, dichiarava la stessa cosa pochi anni dopo: il numero dei partecipanti ai riti satanici nella città di Londra va aumentando continuamente. Le messe nere e le orge sessuali che ne seguono sono frequentissime. Frequenti i furti di oggetti e indumenti sacri che sono usati per questi riti nefandi. La polizia britannica è stata costretta più volte a intervenire presso le autorità religiose — solamente alle cattoliche — del paese perché tali furti fossero impediti. Erano ricercati specialmente i calici e le pissidi d’argento. Nello Yorkshire, per consiglio della polizia, molte chiese restano chiuse durante il giorno per impedire queste profanazioni.

Nell’America del sud è frequente tra la popolazione negra il rito della Macumba a sfondo satanico.

Nell’America del nord, terra sempre molto prolifica per tutte le novità più impensabili e più assurde, le associazioni a sfondo satanico non si contano più. La più recente e la più nota è la chiesadi satana fondata a Los Angeles nel 1968 che ha avuto il riconoscimento ufficiale del governo statunitense. La rivista Newsweek del maggio 1971, riferendosi a libri e articoli che trattavano di satanismo e di culti esoterici a sfondo satanico, contava ben 2.345 pubblicazioni. Dopo di allora, colrecente aumento di immoralità senza freno e senza inibizioni e — diciamo ancora — senza un serio e energico intervento della legge civile e dei governi, tale numero è certamente aumentato, come diremo tra poco. Non sembra esagerato dire, come fu detto anche da persona molto in alto, che la nostra è un’epoca satanica, un’era dominata dal diavolo.

Il culto satanico si sta estendendo in tutte le principali città degli Stati Uniti. Ci sono tre gruppi satanici a Berkeley, cinque a San Francisco ed uno a San Diego. Il numero dei circoli satanici che si radunano nella contea di Los Angeles è indeterminato.

La rivista Lfe nel 1964 scriveva:

«E difficile fare un calcolo esatto delle società segrete e delle loro riunioni, le une non si fanno conoscere dalle altre, ma da tutto l’insieme si deve dire che vanno sempre crescendo».

Nel 1971 un professore dell’università di Harvard scriveva:

«È innegabile l’aumento sempre crescente del misticismo — evidentemente del falso misticismo —che sta diventando una vera epidemia»35.

Paolo Calliari

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