Dopo la Cresima Tobia aveva abbandonato la pratica cristiana e viveva in piena libertà come troppi giovani di oggi.
Anche i familiari sono poco praticanti. Sostenuto da una famiglia benestante conduce una vita splendida, moralmente libera, con tanto sport, con amici e amiche. Il giovane riconosce che viveva come se Dio non esistesse.
Dopo tutti i tentativi per scoprire le misteriose malattie, con grande dispendio di denaro, senza aver ottenuto alcun risultato, anzi ridotto in una carrozzina, sente il bisogno di rivolgersi a Dio, di riprendere la preghiera e la pratica religiosa con crescente impegno e generosità. Riconosce lealmente che se non avesse incontrate tante difficoltà, prove e sofferenze non si sarebbe convertito.
Addirittura sfida chiunque se, dinanzi a tanta sofferenza, non si convertirebbe per sperare nell’aiuto di Dio. Si sente come costretto a farlo, e sarebbe stolto non farlo! Si accusa di non essere un cristiano sincero, di fare tante preghiere non proprio per amore del Signore, ma per avere il suo aiuto: una fede interessata più che convinta.
È certamente il demonio che gli suggerisce simile pensiero, come ha già fatto nei confronti di Giobbe, per allontanarlo dalla pratica religiosa, dalla fede, per impedirgli di arrivare alla liberazione; non vuole perderlo. Il demonio lo considera ormai suo e aspetta di portarlo all’inferno perché i satanici gli hanno venduto l’anima per una fattura di morte.
Questo giovane oggi vive interamente nella castità, nella grazia di Dio con ricchissima pratica religiosa. Inizia la giornata il mattino alle 6 con la recita delle Lodi con i Frati; partecipa alla santa Messa e poi si ferma ancora per un primo Rosario. Durante la settimana alla sera partecipa a qualche
ora di adorazione con Sara.
Prega con gli esorcisti più volte la settimana nella prima parte dell’incontro, finché il demonio glielo permette, e poi diviene preghiera la sua sofferenza. Il venerdì sera va a S. Martino di Schio per la via Crucis sul monte e rimane fino al mattino in adorazione al Cenacolo, anche se fortemente sofferente e disturbato dal demonio. Si accosta spesso al Sacramento del perdono quasi con scrupolo.
Ma il demonio non è contento di questo e Tobia paga cara ogni esperienza religiosa con la sofferenza. Torna come bastonato sia dagli esorcismi e dalle benedizioni, sia dopo la notte trascorsa in preghiera a Schio, sia dopo altre esperienze di preghiera e di adorazione. Ultimamente il demonio cerca di creargli sempre più confusione e ribellione interiore.
Non sente più fiducia in Dio, gli sembra di essere stato da Lui tradito, ingannato, dimenticato e quindi subentra la tentazione di non pregare più.
Essendo un giovane molto attivo, volitivo e orgoglioso, nella vita ha sempre cercato di fare da sè, vuole emergere con le sue forze. Dopo la conversione ha cercato di fare molto nella preghiera per ottenere l’aiuto di Dio e la liberazione. Vede che sono passati 8 anni e tutte le sue preghiere e sacrifici non hanno ancora avuto una risposta: questo lo ha deluso e lo rattrista.
Diventa nervoso anche al pensiero della età sua e della ragazza; si stanno avvicinando ai 40 anni. Si chiede: “Se la situazione non cambia nel prossimo futuro, quale famiglia potrò formare? Andandosene il demonio, tornerà l’amore?”.
Accanto alla prova fisica il demonio altera i suoi sentimenti e gli semina nel cuore tentazioni di diverso genere per creargli confusione, per ossessionarlo, per spingerlo a qualche gesto insano. È quello che il demonio aspetta e spera!
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