lunedì 24 giugno 2019

Il Sacro Cuore



Conquiste del Sacro Cuore

Il ruolo di san Claudio de la Colombière

Una volta recepito il messaggio del Sacro Cuore, Margherita Maria si dedicò totalmente a «far sì che sempre Egli regni nei cuori come sposo, sovrano e padrone»
Ma come poteva una sconosciuta religiosa diffondere nel mondo questo messaggio? Dio non dà mai una missione senza fornirne gli strumenti. Così, mediante una parola interiore comunicò alla veggente che le avrebbe inviato in soccorso «il mio fedele servitore e amico perfetto». Quando, all’ inizio del 1675, il giovane sacerdote Claudio de la Colombière le venne presentato a Paray-le-Monial, Margherita Maria udì una altra voce interiore: «Ecco colui che t’invio» 48.
Claudio, nato nel 1641 da nobile famiglia, divenne gesuita e, sotto l’influsso della cosiddetta «scuola francese», predicò la fiducia in Dio contrastando il pessimismo giansenista.
Benché giovane, fu scelto come precettore dei figli di Colbert, il potente ministro di Luigi XIV. Il padre De la Chaise, superiore gesuita di Lione, sapendo che al convento di Paray-leMonial c’era una umile religiosa, che sembrava favorita da grazie mistiche ma che era contrastata dalle più autorevoli persone, decise d’inviarvi un uomo capace di verificare l’autenticità di quei fenomeni: appunto il padre de la Colombière.
Padre Claudio incontrò Margherita Maria e ne ricevette la confessione. Dopodiché, la rassicurò ch’ella era condotta da un buono spirito e la esortò ad essere grata a Dio per quei favori celesti. Le raccomandò solo di mantenersi obbediente ai superiori, offrendosi come guida spirituale. 
Egli poi incontrò la superiora del convento, la madre De Saumaise, che difendeva timidamente la sua religiosa, ma era preoccupata per le autorevoli opinioni contrarie. Con sapienza e acume, il padre dichiarò di credere nell’autenticità delle visioni, incoraggiando la superiora a propagarle. Difatti, da allora la madre De Saumaise divenne apostola della devozione al Sacro Cuore. Per dare l’esempio, Margherita Maria e il padre Claudio si consacrarono al Sacro Cuore, dando inizio ad un movimento che dal monastero di Paray-le-Monial si sarebbe diffuso in tutto l’orbe.
Nonostante l’appoggio di questo noto e stimato sacerdote, non cessarono né le critiche né le calunnie contro la santa.
Ma egli fu per lei una grande consolazione e un efficace impulso alla diffusione del suo messaggio.
Più tardi, Claudio dovette abbandonare Paray-le-Monial, perché il suo superiore gli aveva dato l’incarico di direttore spirituale di Maria Beatrice d’Este, divenuta Regina della protestante Inghilterra. Egli fece diventare la Regina devota del Sacro Cuore. Il 12 marzo 1696, ella scrisse una lettera a Innocenzo XII, chiedendogli di concedere a tutti i monasteri della Visitazione l’autorizzazione a celebrare la festa del Sacro Cuore, «preferibilmente nel venerdì successivo alla ottava della festa del Corpus Domini». Così, una Regina si era fatta paladina di una delle richieste rivolte da Gesù a santa Margherita Maria.
Padre Claudio aveva temprato nelle persecuzioni la sua fiducia nel Sacro Cuore. Visitato a Londra da un suo amico francescano, egli gli raccomandò la devozione al Sacro Cuore e aggiunse: «Nessuno può conoscere i misteri di questo Cuore, se non ha provato il calice di amarezze così pienamente bevuto da Cristo nell’ orto degli ulivi. Anche se riceveranno come consolazione il centuplo di quanto avranno abbandonato, gli amici di Cristo non possono sfuggire alla dolorosa spada delle persecuzioni» 49. Quel francescano, padre John Wall, confortato dalle parole udite, verrà martirizzato dagli anglicani e proclamato santo dalla Chiesa.
Tornato in Francia, il padre de la Colombière morì in odore di santità proprio a Paray-le-Monial nel 1682. Alla causa del Sacro Cuore, egli fu ancor più utile da morto di quanto non lo era stato da vivo. I suoi scritti vennero letti con devozione, specialmente nei conventi della Visitazione. Un giorno, proprio a Paray-le-Monial, durante la refezione, venne letto questo passo: «Essendosi Dio manifestato ad una persona della quale a ragione si crede che vive in conformità al suo Cuore, a causa delle grandi grazie che le ha concesso, questa persona mi spiegò la sua situazione e io le ho comandato di porre per scritto quanto mi aveva detto a viva voce».
Venne letto anche il passo successivo, nel quale egli riferiva l’apparizione contenente la terza rivelazione del Sacro Cuore. Le suore conoscevano già quel messaggio, perché Margherita Maria, in qualità di maestra di novizie, lo aveva diffuso nel convento, ma senza dire di averlo ricevuto in visione. Così le suore vennero a sapere che quel messaggio non era la opinione devota di una consorella ma una rivelazione di Gesù stesso 50. Ciò che Claudio, da vivo, aveva giudicato prudente nascondere, lo rivelava ora da morto, continuando la sua missione di sostegno alla misconosciuta messaggera del Sacro Cuore. 
Margherita Maria approfittò della circostanza per proporre alle novizie un omaggio al Sacro Cuore, nel primo venerdì successivo all’ottava del Corpus Domini. E così, il 20 luglio 1685, davanti ad una semplice immagine di Gesù, le suore si consacrarono al Sacro Cuore. Nonostante l’iniziale opposizio-
ne di molte consorelle, ella riuscì tre anni dopo ad aprire nel convento una piccola cappella dedicata al Sacro Cuore, inaugurata il 7 settembre 1688 con una processione popolare, guidata dai sacerdoti di Paray-le-Monial 51.

Guido Vignell

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