lunedì 17 giugno 2019

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



La prima diabolica apparizione 

Che il diavolo abbia libertà di agire come ho detto, lo dimostrano i fatti straordinari che accaddero a quella religiosa che chiama sé stessa cagnola.  
Illuminata dalla grazia divina, essa, in giovane età, venne al servizio di Dio in questo monastero; con sana coscienza e buon fervore, era sollecita giorno e notte alla santa orazione e tutta tesa nella imitazione di ogni virtù, che udiva raccontare o vedeva in altre persone, ma non per invidia, bensì per piacere sempre di più a Dio, che amava e che ama con tutte le sue forze; già in quei primi tempi ebbe molte grazie, ma sostenne, anche, grandi battaglie e resistette a diverse tentazioni.  
Un giorno, fu assalita da una cattiva suggestione e vi riconobbe la presenza del diavolo; allora, con grande ardire, la novizia gli disse:- Sappi, maligno, che non mi indurrai in peccato, perché non puoi agire per vie tanto occulte che io non conosca. -  
Dio la volle umiliare per quella presunzione e, per mostrarle quanta malizia e quanta astuzia aveva il nemico, gli permise di apparire innanzi a lei nelle sembianze della Vergine Maria e di parlarle così: - Se tu rigetti l'amore vizioso, io ti darò l'amore virtuoso. - e poiché, in quel momento, essa era in orazione pregando la Madre di Cristo, veramente credette che la Vergine Maria si fosse degnata di concederle la grazia di amare ardentemente il suo Figliolo.  
Nel ripensare all'accaduto, si convinse che quelle parole fossero una esortazione a ripudiare la propria sensualità e la propria volontà; infatti, amava la santa obbedienza più delle altre virtù e già vi poneva tutta la sua sollecitudine, anche se non era ancora obbligata alla osservanza della regola monastica perché all'inizio della sua conversione; mise così ogni sua forza nella obbedienza alla superiora, senza discernimento e senza cura di sé stessa.  
Ma i suoi nemici la ingannavano proprio per mezzo di questa virtù; essi misero nel suo cuore nuovi impulsi a lei sconosciuti contro la obbedienza e cominciò a formulare nella sua mente giudizi critici sull'operato della sua superiora; però, ne provava amarezza e grandissima pena e si accusava della sua colpa con la stessa superiora, con grande vergogna; ma la battaglia non cessava, anche se le giovava molto non cedere totalmente alla tentazione, che la tormentava con violenza, e riceveva forza e un poco di conforto nel molto pregare; anche se non cadeva completamente nella tentazione, tuttavia era pur sempre molto angustiata nel pensare di essere disobbediente alla Vergine Maria e diceva di sé stessa: - Essa mi ha detto di ripudiare la mia volontà e io, ogni giorno, penso il contrario. - e, così, era in grande disperazione per quella che reputava una propria grave colpa, senza avere alcun sospetto della istigazione diabolica.  

Santa Caterina da Bologna

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