domenica 23 giugno 2019

PROGRAMMA DESTABILIZZANTE ED EVERSIVO IN ATTO



Il demonio non ha nel suo pensare nessuna ortodossia perché non possiede nessuna verità, ma possiede al massimo grado il genio della guerra. Si accanisce ogni giorno più a separare ciò che Diounisce e a unire ciò che Dio separa per intralciare e vanificare, se fosse possibile, il piano di salvezza di Dio. E questo un tratto caratteristico dal quale si riconosce l’azione demoniaca. Dio unisce due sposi nel matrimonio e il demonio fa di tutto per separarli col divorzio, con la separazione, con l’adulterio. Dio separa i sessi in vista della procreazione e il demonio fa di tutto per metterli insieme in quella contaminazione tanto cara agli esoteristi di oggi.

Gli esempi si possono moltiplicare. Li vogliamo esaminare in breve sintesi nei diversi settori della vita e dell’attività umana con speciale attenzione a ciò che avviene tutti i giorni accanto a noi e sotto i nostri occhi.

Dio creando l’uomo non ha pensato soltanto a dargli l’essere per poi abbandonarlo al suo destino senza più interessarsi di lui, ma ha provveduto anche a ciò che serve a continuare la sua vita sulla terra, a ordinaria con sapienti e pratiche norme, a organizzarla nelle sue strutture e ad aiutarla a raggiungere il suo fine. Dio creando l’uomo gli ha dato la terra da dirigere e da lavorare per trovare in essa i mezzi necessari alla sussistenza; gli ha dato la famiglia — l’inventore della famiglia è Dio — come aiuto alla sua solitudine e per la conservazione e propagazione della specie umana; gli ha dato il lavoro come mezzo di educazione ed elevazione personale e come fonte di ricchezza per venire incontro alle più urgenti necessità della vita e della famiglia gli ha dato la società, ossia la compagnia di altri individui coi quali dividere le fatiche e le gioie; gli ha dato lo stato fondato su norme di giustizia, su diritti e su doveri che tutti sono tenuti a rispettare, su leggi che tutti sono tenuti a osservare; gli ha dato finalmente una struttura religiosa, la chiesa, che unisce tutti insieme questi doni, famiglia, lavoro, vita individuale e vita sociale, economia e politica, educazione e cultura, in vista di un obiettivo da raggiungere a completamento delle sue aspirazioni più profonde epiù intime.

Quando Dio ebbe creato il cielo e la terra e tutto ciò che in essi è contenuto — dice la Sacra Scrittura — «Egli vide che tutto era cosa buona» (Gn 1,12). Se era «cosa buona» l’ordine meraviglioso da lui stabilito nella natura in generale, nel mondo inanimato, lo era in misura molto superiore e più perfetta nell’uomo fatto a sua immagine e somiglianza e costituito da lui re del creato. Tutte le volte che l’uomo è stato fedele a quest’ordine ha avuto la possibilità di assolvere ai suoi compiti e di raggiungere i propri destini; tutte le volte che se n’è allontanato ha creato la confusione e ha trovato la rovina.

Questo è il piano e l’ordine stabilito da Dio. Quale il piano di satana?

Evidentemente tutto il contrario. E siccome satana non è mai riuscito, né mai riuscirà a costruire qualche cosa, a creare, portare avanti e portare a termine nulla di buono, di positivo, di utile per l’uomo, è destinato solamente a distruggere. La sua opera sarà costantemente eversiva, negativa, destinata a impedire, a frustrare per insipienza e per odio quello che la sapienza e l’amore di Dio avevano costruito a beneficio dell’uomo. L’opera distruttrice si è fatta visibile alla sua prima apparizione nel mondo creato con la tentazione a Adamo e a Eva, e da allora in poi non si è fermato più, ha continuato con lo stesso accanimento, con lo stesso metodo e purtroppo con gli stessi risultati a danno dell’uomo.

La continuità di questo programma destabilizzante ed eversivo dell’opera di Dio si manifesta ai nostri giorni forse in misura molto superiore che in altri tempi. Almeno a noi sembra così anche perché i mali presenti ci toccano più da vicino dei mali passati che rimangono solo nel ricordo. 
Comunque sia è certo che oggi — a confessione di molti più autorevoli di noi - viviamo in un mondo assatanato. Ne ha fatto un accenno abbastanza chiaro anche papa Giovanni Paolo II il 24 maggio 1987 nel santuario di San Michele Arcangelo sul monte Gargano, Foggia:

«Questa lotta contro il demonio, che contraddistingue l’arcangelo Michele, è attuale anche oggi perché il demonio è tuttora vivo ed operante nel mondo.

Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l’incoerenza dell’uomo, la frattura interiore della quale è vittima non sono solo conseguenze del peccato originale, ma anche effetto dell’azione infestatrice ed oscura del satana, di questo insidiatore dell’equilibrio morale dell’uomo, che san Paolo non esita a chiamare “il dio di questo mondo” (2 Cor 4,4) in quanto si manifesta come astuto incantatore che sa ingannare nel gioco del nostro operare per introdurvi deviazioni tanto nocive quanto all’apparenza conformi alle nostre istintive aspirazioni»40.

E il 4 settembre 1988, parlando a Torino dove si era recato per il centenario della morte di san Giovanni Bosco, il papa accennava a «due realtà» tra loro inconciliabili anche «se vanno sempre insieme»:

«Dove c’è l’opera della salvezza, dove c’è l’attività dello Spirito Santo, dove ci sono i santi, là arriva anche un altro, cioè il demonio. Naturalmente non si presenta col proprio nome, cerca di trovare altri nomi... Qui a Torino si vive questa storia della salvezza come una sfida, come una provocazione dei nostri tempi, della nostra epoca». Torino, città di santi, è anche una città del diavolo? E il papa la pensa così?

I giornalisti, amanti sempre del nuovo e del sensazionale, l’hanno detto e scritto a chiare lettere. 
Certò è, caso mai, che «città del diavolo» non è soltanto Torino, ma molte altre città, grandi e piccole, d’Italia e di fuori Italia.

Il padre Denis Fahey, irlandese (1954), già da noi ricordato e citato diverse volte in queste pagine, compendia in sei punti le linee programmatiche dell’azione satanica per la distruzione dell’opera di Dio nel mondo: famiglia, stato civile e politico, vita internazionale, educazione della gioventù, distribuzione della ricchezza e della proprietà, missione e attività della chiesa cattolica.

La famiglia, come sappiamo, è la base insostituibile della società civile perché è la sede dove l’uomo, il singolo, vive, opera, si realizza, trova il suo sviluppo omogeneo interiore e esteriore. 
Famiglia sana vuol dire società sana, famiglia ordinata società ordinata e, per contrario, famiglia malata, disordinata, disunita, instabile, privata di quella forza interiore che sola può garantire la sua esistenza e la sua efficienza, vuol dire società in preda al disordine e destinata presto o tardi allo sfacelo, alla dissoluzione e alla rovina.

Dio ha corredato la famiglia umana, da lui voluta, di tre valori: unità, indissolubilità e fecondità. Unità, uno e una, contro la poligamia, la poliandria e l’adulterio; indissolubilità, «ciò che Dio ha unito l’uomo non lo separi» (Mt 19,6), contro il divorzio e la separazione; fecondità, contro l’aborto e i contraccettivi di tutte le specie.

Il demonio si è impegnato da sempre allo smantellamento di questi tre valori e nella promozione dei falsi valori opposti, adulterio, divorzio, controllo delle nascite, libero amore, aborto. Leone XIII  analizza così i disastri del divorzio:

«A causa del divorzio il contratto nuziale diventa un capriccio volubile e instabile, l’amore è indebolito, è dato incentivo all’infedeltà coniugale, è impedita la cura e l’educazione dei figli, è seminato nelle famiglie il seme della discordia, è diminuita e annullata la dignità della donna o, in caso estremo, è ridotta a solo strumento di piacere. E perché è vero che per la rovina della famiglia e la distruzione dello stato nulla è tanto fatale e determinante quanto la corruzione morale, è facile vedere come il divorzio, elemento di distruzione della famiglia, non lo sia meno come elemento di distruzione dello stato»41.

L’immoralità che minaccia da vicino la famiglia d’oggi prende diversi nomi: la stampa in generale, i mass media, i giornali, i rotocalchi, la radio, la televisione, i teatri, i cinema a luci rosse e non rosse, la pornografia, la propaganda sessuale portata fino all’esasperazione (cioè la propaganda dell’impurità), certe forme dell’arte detta realistica, in pratica adatta solo a eccitare nell’animo i più dannosi e pericolosi sentimenti, la propaganda dei contraccettivi e dell’aborto per impedire il sorgere di nuove vite o per sopprimere quelle che stessero per affacciarsi alla vita, con un crimine che prima di gridare vendetta al cospetto di Dio segna la più degradante bassezza a cui può arrivare l’animo di due genitori, specialmente di una madre.

La crisi della famiglia che si è sempre più allontanata da quella linea che a salvaguardia della sua dignità era stata tracciata da Dio, ha le sue prime fatali ripercussioni nello stato civile:

«Beato il popolo di cui il Signore è Dio», dice il salmo (Sai 143,15), ma quando Dio è allontanato dalla famiglia, necessariamente è allontanato anche dallo stato. Quando il governo civile non tien conto, anzi si oppone e combatte il governo religioso, la chiesa cattolica, combatte Dio e le conseguenze si fanno subito visibili: «Se il Signore non custodisce la città — dice ancora il salmo che è la vera scuola di economia e politica — invano si sforzano i suoi custodi» (Sal 126,2). Al posto dell’ordine troviamo l’anarchia, al posto del progresso il regresso, al posto dell’edificazione la distruzione. Quanto è stata, e continua a essere fatale per lo stato la sua separazione dalla chiesa!

I disastri del liberalismo e della falsa tolleranza, dell’accettazione indiscriminata di tutte le religioni purché siano, mettendole tutte sullo stesso piano, il pluralismo incontrollato, il riconoscimento dei diritti dell’uomo, ai quali si dà tanta importanza senza mai accennare al contrappeso dei doveri, la cui importanza non è minore, anzi, la persecuzione spesse volte condotta, direttamente o indirettamente, contro la chiesa cattolica, e tutto ciò (persone, riti, associazioni, luoghi sacri) che a lei si riferisce — come è capitato per tanti anni nei paesi dell’Europa orientale e in altri — non sono stati certamente strumenti e spinte al progresso materiale e civile, alla pace e concordia tra i cittadini, al benessere e alla collaborazione reciproca per la difesa contro i comuni pericoli e per il conseguimento dei comuni scopi.

Perché l’uomo, il cittadino comune, il responsabile della conduzione della cosa pubblica, non avverte questi disguidi e non corre ai ripari? La risposta è ovvia: perché c’è una regia occulta che tiene le fila della politica umana e la conduce come vuole e dove vuole, a cui nessuno non sa, o non può, o non vuole in qualche modo sottrarsi.

La stessa regia occulta di questa politica eversiva si riscontra nelle relazioni internazionali tra i popoli della terra. Tutti essi formano, o dovrebbero formare una sola famiglia tenuta insieme dall’amore, dalla mutua comprensione, dal mutuo aiuto materiale e morale. La ricchezza, dove abbonda, dovrebbe venire in aiuto alla povertà in modo da ristabilire l’equilibrio che è la premessa indispensabile della pace sociale. Non esiste una razza superiore, un «popolo eletto» destinato a dominare, e una razza inferiore condannata a obbedire, né un governo superiore, un governo mondiale dotato di soli diritti senza doveri, al quale tutti debbano sottostare. Il dominio universale del mondo è stato l’obiettivo di sempre dei governi dominati dal maligno. Le tecniche sovversive adottate da questi governi sono: infiltrarsi segretamente in tutte le strutture sociali per disintegrarle dall’interno; scatenare una folle esigenza di libertà tra i popoli; impadronirsi dei mezzi di comunicazione sociale per orientare e disorientare, per informare e disinformare l’opinione pubblica; creare il caos a ogni livello per disorientare le intelligenze; provocare il caos legislativo e amministrativo; creare la divisione; creare il disordine nel mondo del lavoro per ricattare le masse operaie; annientare l’influsso della chiesa nelle masse.

Questa è la vera «politica». Non bisogna avere scrupoli di sorta nell’uso dei mezzi. Il fine giustifica,anzi «santifica» i mezzi, come diceva Adam Weihaupt, fondatore degli Illuminati di Baviera, ripetendo e allargando il detto di Machiavelli.

«Franchezza e onesta, attributi dei regni cristiani, in politica rappresentano vizi perché rovesciano i troni meglio del più potente nemico. In politica vale la spregiudicatezza e la forza; l’astuzia e l’ipocrisia devono essere la regola per i governi che non vogliono il potere nelle mani di una forza nuova. Il male è l’unico mezzo per arrivare al bene. Ecco perché non dobbiamo indietreggiare di fronte alla corruzione e al tradimento ogni volta che possono servire al nostro scopo»42.

Com’è possibile la pace internazionale con queste premesse?

Satana ha una speciale predilezione per i giovani. Tutte le età lo interessano senza eccezione e senza distinzione di sesso, di condizione, di lingua, di colore, di religione, ma, è evidente, la gioventù è più facile ad essere adescata e, inoltre, essa è il domani della società. Chi riesce a conquistare la gioventù ha in mano il mondo. Ma conquistare la gioventù vuoi dire, da parte di satana, indirizzarla sulla via del male. Per questo saranno necessarie due cose: tenerla costantemente lontana da coloro che potrebbero indirizzarla sulla via del bene e, secondo, ubriacarla con la corruzione di tutte le forme. Dopo aver sconsacrato e profanato la famiglia, sacrario primo in cui la gioventù cresce e si forma, satana ha sconsacrato la scuola dalle classi minime all’università: «la scuola se non è tempio è tana», ha lasciato detto Nicolò Tommaseo. Messe fuori combattimento la famiglia e la scuola, comincia l’offensiva dell’immoralità. Quest’offensiva prende il nome di droga, di violenza, di liberoamore, di pansessualismo, di cinema, ditelevisione, di discoteca, di pornografia, di matrimoni selvaggi, di prostituzione, di sequestri di persone, di malavita, di contestazione e ribellione: tutti fenomeni che trovano attuazione soprattutto nell’ambiente giovanile. E chiaro che in tutta questa problematica destabilizzante la parte della massoneria, del marxismo, della politica in genere non è poca.

Un altro elemento destabilizzante non meno grave dei precedenti è l’ingiusta distribuzione dei danaro tra i membri della società.

La ricchezza concentrata nelle mani di pochi che la usano e la manipolano ad arbitrio lasciando i più, le masse, nella povertà più vergognosa e impedendo loro di migliorare la propria condizione, è la mina sotterranea che a poco a poco, lentamente ma sicuramente, si avvia all’esplosione finale. Il liberalismo ha portato all’individualismo, come il collettivismo ha portato al comunismo, due mali parimenti gravidi di conseguenze che tengono in allarme e col fiato sospeso il mondo, dove il demonio, tramite i suoi più prossimi collaboratori, gioca allegro la sua partita sicuro di vincere.

Ma c’è l’asso nella manica che il demonio tiene in serbo per le grandi occasioni: la lotta e la persecuzione contro la chiesa cattolica.

Tutte le religioni monoteistiche sono per il demonio un pugno negli occhi, ma protestanti, giudei, maomettani, gli danno poco fastidio, talvolta egli trova li i suoi più validi collaboratori. Dove concentra i suoi sforzi e usa la più violenta e subdola lotta con satanica astuzia è contro la chiesa cattolica, l’unica vera chiesa «cristiana» fondata da Gesù Cristo. La strategia della lotta è diversa secondo i luoghi e secondo i tempi e secondo i gusti delle persone: la persecuzione aperta come è avvenuto al tempo degli imperatori romani, o nella rivoluzione francese del 1789, o bolscevica nel 1917, o spagnola nel 1936, o comunista nei paesi dell’est europeo e in Cina dopo il 1945; la disgregazione interiore come è avvenuto — per limitarci ai casi più vicini a noi — nel 1968 e negli anni Settanta con la contestazione dei fedeli, dei religiosi, delle religiose, dei sacerdoti, dei teologi progressisti e ribelli all’autorità del magistero e della disciplina della gerarchia, con conseguente e logica apostasia in massa dalla chiesa, calo delle vocazioni religiose e sacerdotali, crisi di seminari, di parrocchie, di missioni estere, sbandamento dei fedeli, calo di frequenza religiosa a percentuali bassissime, e intensificazione dell’attività eversiva dei nemici esterni, framassoni, laicisti, agnostici e atei; e finalmente il pullulare delle sette ereticali, delle nuove correnti pseudoreligiose, zizzania mescolata al buon grano, che cerca di contaminare, di soffocare e di distruggere la fede pura e semplice predicata dal vangelo e insegnata dalla chiesa.

Il fenomeno della proliferazione delle sette, vera minaccia per la Chiesa d’oggi, è tipicamente moderno e proprio dei paesi cristiani. Solo in Italia ci sono più di seicento tra sette, associazioni e gruppi magico-esoterici che si occupano di parapsicologia, ufologia, esoterismo, ma anche di magiasatanica a sfondo sessuale. A questi seicento gruppi si aggiungano la massoneria del Grande Orientee quella di rito scozzese, la così detta chiesa di scientologia — Dianetics Institute — e quella «unificazionista», del «reverendo» Moon, una quindicina di gruppi religiosi di ispirazione orientale e altrettanti di ispirazione apocalittica, tra i quali il più noto è quello dei così detti testimoni di Geova. I dati che emergono da questa ricerca mettono in evidenza un mondo magico che prolifera con impressionante velocità in tutti gli strati sociali e in tutte le regioni italiane soprattutto nel Nord43.

Questa massiccia offensiva satanica contro la chiesa cattolica presenta aspetti variegati e prende forma a seconda delle circostanze: ostruzionismo all’insegnamento religioso nelle scuole, propaganda per l’aborto, critica ai discorsi e ai viaggi del papa, sostegno e difesa degli ex preti, ma dove le batterie più esplosive sono gettate in campo è nella propaganda della sporcizia sotto tutti gli aspetti e dell’immoralità nella forma più sfacciata. Riportiamo un documento vecchio di centocinquant’anni, ma sempre nuovo e attuale nella sua applicazione, che fa vedere fino a qual punto può arrivare la perfidia e la malizia degli odiatori di Dio e del suo Cristo. Si tratta di una lettera di Vindice, pseudonimo di un membro della carboneria e dell’Alta Vendita, scritta da Castellammare di Stabia, Napoli il 9 agosto 1838 a Nubius, altro carbonaro nascosto da pseudonimo. Dopo aver deplorato e condannato il facile ricorso al pugnale e al delitto per far fuori inemici della carboneria — la chiesa cattolica e la monarchia, l’altare e il trono — perché «i martiri non fanno che aumentare la gloria degli avversari», espone senza eufemismi gli estremi della nuova strategia da adottare:

«Il cattolicesimo (ecco il nemico da abbattere!) non ha più paura di uno stiletto bene affilato, e neppure la monarchia, ma queste due basi dell’ordine sociale possono crollare sotto i colpi della corruzione. Non dobbiamo perciò stancarci mai di corrompere. È stato deciso nelle nostre assemblee di non voler vedere più cristiani al mondo, ma di non fare più dei martiri, e piuttosto di rendere popolare il vizio tra le masse. Che lo respirino, il vizio, da tutti e cinque i sensi, che ne sianosaturi fino al collo. Questa terra, l’Italia, è sempre stata disposta a ricevere gli insegnamenti più lubrici. Riempite i cuori del vizio e non avrete più cattolici. Allontanate il prete dal suo ministero, dall’altare e dalla virtù, cercate con l’astuzia di occupare in altre cose il suo pensiero e il suo tempo,fate che viva nell’ozio, nella ricerca della buona tavola, interessato della politica sotto il pretesto delpatriottismo, egli diventerà presto ambizioso, intrigante, perverso. In questo modo voi avrete raggiunto il vostro scopo e assolto il vostro compito mille volte meglio che se aveste affilato i vostripugnali e li aveste immersi nelle carni di qualche povero prete. È la corruzione in grande la nostra principale impresa, la corruzione del popoio attraverso il prete, e la corruzione del prete attraverso noi, la corruzione che ci deve dare un giorno la gioia di aver seppellito la chiesa. Ho sentito giorni fa un amico dirmi ridendo: «Per abbattere il cattolicesimo bisogna cominciare col sopprimere la donna». La cosa sta veramente così, ma siccome non è possibile sopprimere di colpo la donna, cerchiamo di corromperla per mezzo della chiesa. Corruptio optimi pessima. Il fine è troppo bello per lasciare freddi e indifferenti uomini come noi. Il migliore pugnale per colpire al cuore la chiesa è la corruzione morale. Rimbocchiamoci le maniche, quindi, amico mio, e mettiamoci all’opera subito per portarla avanti fino in fondo!»44. 

All’oscuro Vindice di un secolo e mezzo fa si avvicenda un suo emulo dei nostri giorni, l’ebreo Emiljan Jaroslawski, presidente della Lega dei senza-dio russa, che ha l’impudenza di dire essere lo scopo dei senza-dio fare del Vaticano, fra 100 anni, il più grande museo antireligioso del mondo in cui si potranno vedere nella stessa sala il fantoccio che simboleggia l’ultimo papa e il fantoccio dell’ultimo prete idolatra tibetano.

A tanto può arrivare l’odio incarnato di satana — e dei suoi alleati — contro la chiesa di Cristo!

Citiamo a conclusione e a conferma del fin qui detto altre espressioni sporadiche, provenienti da fonti diverse, tutte autentiche e tutte in perfetta consonanza col programma satanico di destabilizzazione del piano di salvezza divina:

«Il cattolicesimo deve essere distrutto in tutto il mondo. La nostra cospirazione è soltanto contro Roma» (Tigrotto, membro dell’Alta Vendita della carboneria italiana).

«Los von Rom!», “via da Roma”: motto del Kulturkampf tedesco del 1870.

«No popery! Abbasso il papato!»: motto degli anglicani del secolo scorso.

«Setta di perdizione», Pio VI a proposito della massoneria giacobina.

«Sinagoga di satana», Pio IX a proposito del liberalismo massonico.

«La lotta tra cattolicesimo e massoneria è una lotta a morte, senza tregua e senza pietà»45.

«La lotta contro il papato è una necessità sociale e costituisce il dovere costante della massoneria».46

«Morale è ciò che è utile al partito comunista. Per fornire attività comunista in ogni modo bisogna essere pronti ad ogni sacrificio anche ad usare metodi illegali, a occultare la verità. Può darsi che unmascalzone ci diventi utile appunto perché mascalzone» (Lenin).

Paolo Calliari

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