4 giugno 1923
Nostro Signore rinnova per la prima volta la Grazia misteriosa concessale il 26 maggio. La sera le mostra il Suo Cuore che sembra come un incendio e prendendo una fiamma da quel bracere:
"Questa fiamma prenderà il posto di quella che già ho messo in luogo del tuo cuore". "Mio Dio - esclama Josefa - che sofferenza di non poterti amare come vorrei...". Ogni sera Gesù rinnova il suo gesto divino e fa cadere la fiamma del suo Cuore sopra Josefa.
All'amore bruciante che l'invade Josefa trasale e porta le mani sul cuore come per contenere l'intenso ardore. Sembra non possa più respirare e il suo sguardo resta fisso con espressione di indicibile desiderio sul Cuore adorabile che le sta innanzi. Trascorre così circa un quarto d'ora la preghiera e la vigilanza delle Madri circondano Josefa che solo a poco a poco si riscuote dall'estasi; il suo respiro ritorna tranquillo, le mani si congiungono, gli occhi si abbassano.
Tutto è scomparso, ma l'anima sua resta immersa in un ardore consumante e in un dolore che talvolta nella notte si protrae fino all'alba. Sono le testimoni di questi istanti solenni che li hanno narrati. Ma chi potrà dire ciò che ognuno di questi investimenti divini scava in quell'anima di nuove capacità di amore, di sofferenza, di unione all'opera redentrice del Sacro Cuore di Gesù? ...
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