Strumenti della provvidenza
Tu devi essere uno strumento della provvidenza di Dio per gli altri. Cosa puoi fare per loro? Puoi dare qualcosa che ti avanza o che non ti è indispensabile. Ma fallo per amore.
Madre Teresa di Calcutta racconta che, in una circostanza, un papà consultò sua moglie ed i suoi figli, se dovevano comperare una televisione nuova, perché la vecchia era molto deteriorata, oppure dare il denaro risparmiato ai poveri di Madre Teresa. Uno dei suoi figli disse di volere la televisione, ma il parere degli altri fu di dare il denaro a Madre Teresa. Lei dice:
“Vi sono persone molto povere che ogni mese mi mandano una rupia. Sembra nulla, vero? Ma per me significa tanto... C’è un uomo che dà il sangue per i poveri. Va all’ospedale, dà il sangue e mi porta il denaro che ha ricevuto per darlo ai poveri. Che gesto meraviglioso!”(27).
Qualche tempo fa stavo camminando per le strade di Calcutta e mi si avvicinò un mendicante che mi disse: «Madre Teresa, tutto il mondo dà a lei. Anch’io voglio darle qualcosa». Lo guardai fisso e dissi: «Molto bene». Allora egli aggiunse: «Durante tutto il giorno ho ricevuto soltanto venti rupie» [circa 25 centesimi di dollaro], un niente, ma per lui significava molto. Presi il denaro e vi posso dire che non ho mai visto un’allegria tanto grande come quella di quel mendicante. Tutto il suo viso appariva raggiante di gioia, perché anche lui aveva potuto dare qualcosa a Madre Teresa”(28).
“C’è gente veramente in difficoltà e generosa. Qualche tempo fa venne una donna e mi disse: «Io vorrei aiutarla Madre, ma vado tutto il giorno di casa in casa, lavando biancheria. Ciò che guadagno devo portarlo a casa per dare da mangiare ai miei figli. Ma credo che anche così posso dare qualcosa per i poveri. Mi permetta di venire una volta alla settimana per lavare la biancheria dei bambini». Da allora, sta venendo un’ora alla settimana per prestare questo servizio”(29).
“Un giorno camminavo per le strade di Londra. Ad un tratto vidi un uomo rannicchiato in un angolo, solo ed abbandonato. Mi pregò di avvicinarmi. Così feci. Gli strinsi la mano fra le mie. Allora, mi guardò e mi disse profondamente emozionato: «Oh, era tanto tempo che non sentivo il calore di una mano amica!» Gli brillarono gli occhi e si mise a sedere. Il semplice calore di una mano amica diede un raggio di gioia e di speranza nella sua vita”(30).
“Accertatevi bene chi sono i vostri vicini. Li conoscete? A volte c’è un malato, qualcuno che ha bisogno di un po’ di aiuto, forse qualcuno che ha bisogno di fare la spesa o qualcuno cieco che ha bisogno di scrivere una lettera. Cercate di fare piccole cose, dimenticate le grandi, a volte dei semplici fiori per chi è ammalato. Fate piccole cose con molto amore”(31).
Una volta un uomo molto ricco di Melbourne, in Australia, mi diede un assegno in bianco e mi disse: “Scriva la cifra che vuole per aiutare i suoi poveri”. Senza scompormi gli resi l’assegno e gli dissi: «Non ho bisogno dei suoi dollari, io ho bisogno di lei. Voglio che venga lei stesso a servire i poveri». Il banchiere, in un primo momento, rimase sorpreso e a disagio, ma poi comprese. A partire da quel giorno, dedicava tre ore alla settimana per servire nell’ospizio degli anziani. è facile dare delle cose, però amare è dare se stessi. E non si è mai troppo giovani per amare né troppo vecchi per smettere di amare veramente e con sincerità”.
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