Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta
Il quarto Comandamento: “Onora il padre e la madre”.
4.4.1. «La Giustizia non sarebbe giustizia se non usasse la stessa misura verso chi non onora i figli.».
Come dice Gesù in un dettato diretto personalmente alla mistica Maria Valtorta54, Dio sarebbe ingiusto se solo verso i figli usasse severità per i loro comportamenti sbagliati verso i genitori. Lo stesso vale infatti sull’altro versante.
E Maria Valtorta che tanto ebbe a soffrire da una madre che, in vita, non fu certo fra le più dolci e sollecite verso i bisogni della figlia inferma, fu, per il suo amore inarrendevole, causa di salvezza per la stessa.
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Dice Gesù:
«Ascolta, Maria. Conosci la parabola55 di quel padre che ha due figli: uno dice: “Sì, padre mio”, e poi non fa nulla; l’altro dice: “No, padre mio”, e poi fa quello che il padre gli chiede?
Non voglio qui farti meditare sui doveri dei figli e sulla bellezza dell’ubbidienza. No. Dico solo che forse quel padre non era un modello di padre. Prova ne sia che i figli non lo amavano: uno mentisce, l’altro risponde con un rifiuto che supera poi con sforzo soprannaturale.
Non tutti i figli sono perfetti, ma anche è verità che non tutti i genitori sono perfetti. Il comandamento dice56: “Onora il padre e la madre” e chi lo contravviene pecca e sarà punito dalla Giustizia divina. Ma la Giustizia non sarebbe giustizia se non usasse la stessa misura verso chi non onora i figli.
Onorare nel linguaggio antico vuol dire: trattare con del riguardo riverenziale una persona. Ora se è doveroso onorare coloro che ci hanno dato la vita ed hanno provveduto ai nostri bisogni di infante e di fanciullo, non è meno vero che anche si deve, dai genitori, onorare le creature che Dio ha concesso di avere ed ha affidato alle creature che le hanno generate perché le allevino santamente.
Troppo sovente i padri e le madri non riflettono che essi divengono depositari e custodi di un prodigio di Dio Creatore. Poiché ogni esistenza nuova è un prodigio del Creatore. Troppo sovente i genitori non pensano che dentro quella carne generata dalla carne e dal sangue umano vi è un’anima creata da Dio e che deve essere cresciuta ad una dottrina di spirito e verità per essere riconsegnata a Dio degnamente.
Ogni figlio è un talento57 affidato dal Signore ad un suo servo. Ma guai a quel servo che non lo fa fruttare, lo lascia inerte disinteressandosene, oppure, peggio ancora, lo disgrega e corrompe. Se a colui che non veglia ad arricchire il talento vivo del buon Dio, Dio chiederà con voce severa il perché e comminerà un lungo castigo, a colui che disperde e uccide l’anima di un figlio, Iddio, padrone e giudice di tutto ciò che è, con inesorabile verdetto comminerà eterna pena al genitore omicida della parte più preziosa del figlio: la sua anima.
Questo nel campo generale. Ora al lato particolare. Sai come devi tu amare tua madre per poterla continuare ad amare? Di un amore unicamente spirituale. L’altro... è inutile.
Ella non lo vede, non lo capisce, non lo sente. E vi calpesta sopra facendoti sanguinare nella tua umanità. Perciò ti dico: amala solo spiritualmente. Ama cioè e adoperati per la sua povera anima. Né ti dico oltre poiché sei figlia e non voglio che insieme si manchi d’onore ad una madre. Io sono Dio e Giudice. Lo potrei fare. Ma con te non lo voglio fare. Anche se un genitore manca va rispettato perché è “genitore”.
Ama la sua povera anima. Ha molto bisogno della tua carità di figlia. I padri e le madri che peccano verso i figli hanno bisogno, in ordine alla vita eterna, dell’aiuto dei figli e del perdono dei figli per avere alleggerita la pena.
Rifletti molto su quanto dico senza che Io abbia bisogno di aggiungere altro. Se tu ti fermi a considerarla come donna non puoi onorarla. Ne convengo. Ma considera che è un’anima figlia di Dio e molto, molto, molto rudimentale. La tua carità di figlia deve adoperarsi a riparare le sue deficienze, devi arricchirla tu perché non si presenti troppo povera al Dio Giudice.
Hai pietà degli infermi e hai amore per i pargoli. Ma quale puerizia spirituale è più puerizia di quella di tua madre? E quale infermità spirituale è più infermità di quella di tua madre? Abbraccia perciò il suo spirito oscuro e pesante e alzalo verso la Luce.
Difficile amore quello spirituale. Lo so. Ma è amore di perfezione. È l’amore che ho avuto Io per tanti, mentre ero mortale. Io sapevo chi mi avrebbe tradito. Sapevo chi mi avrebbe rinnegato. Sapevo chi sarebbe fuggito nell’ora tremenda. Nulla mi era oscuro. Ebbene, ho compiuto prodigi immisurabili d’amore spirituale - poiché la mia Carne e il mio Sangue fremevano di ripulsione quando sentivano a sé vicini i pavidi, i rinnegatori e specie il traditore - per cercare di salvare i loro spiriti.
Molti ne ho salvati così. Solo i posseduti completamente dal demonio completamente dico, furono tetragoni al mio lavacro d’amore spirituale. Gli altri, posseduti da una passione sola, furono salvati avanti o dopo la mia Morte. Giuda, Caifa, Anna e qualche altro, no, poiché i sette principi dei demoni li tenevano avvinghiati con sette corde, e coorti di demoni erano in loro a compiere il lavoro che fece di loro le gemme dell’Inferno.
Tu ama così. Farai il tuo dovere e mi ti mostrerai discepola vera.
Riguardo a lei, lascia a Me l’uffizio di Giudice.
Va’ in pace, anima cara, e non peccare.»
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Riflessioni di Giovanna Busolini
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