Meditazioni sulla Vergine con i nostri fratelli protestanti ...
La dolorosa realtà della divisione delle confessioni cristiane (cattolici, protestanti, ortodossi) era stata una delle principali ragioni della convocazione, da parte
di Giovanni XXIII, di un concilio ecumenico, in Vaticano, nel 1962. Il Concilio fu l'occasione della creazione di un Segretario per l'unità dei cristiani e della redazione del decreto Unitatis redintegratio (1964) su questo doloroso problema. Il Concilio ricorda che “ non poche azioni sacre della religione cristiana vengono compiute dai fratelli da noi separati
e queste, in vari modi, secondo la diversa condizione di ciascuna Chiesa o Comunità, possono senza dubbio produrre realmente la vita della grazia, e si devono dire atte ad aprire l'ingresso nella comunione della
salvezza... ”. Con una sensibilità certo diversa dalla nostra, la maggior parte dei protestanti condividono, con la grande maggioranza dei cattolici, un grande amore per Maria: ascoltiamo un pastore protestante
ricordarci che Maria è figura della Chiesa e Lutero stesso che ci invita a pregare con le parole di Maria nel commento sul Magnificat da lui scritto: “ Dio ha compiuto in Maria grandi cose. Ma la più grande
ce la dice la Vergine stessa, cioè ch'Egli l'ha guardata; tutto infatti dipende e deriva da questa grazia iniziale. Quando Dio si china su di un'anima e getta su di lei il suo sguardo, è per salvarla
per pura bontà e da questo primo beneficio deriveranno tutti gli altri... Da questo, tutti i passi in cui il salmista chiede a Dio di rivolgerci il suo volto, di non nasconderci la luce del suo volto, ma di farla brillare
su di noi e altre preghiere simili. Maria ci indica chiaramente che, anche per lei, questo sguardo di Dio posato sulla sua creatura è la cosa più importante che si possa concepire. Non dice, ella infatti: “Perché
ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”? ”.
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