giovedì 22 agosto 2019

Un Mondo secondo il Cuore di Dio



Santa Teresa compendia in parole semplici tutta la tradizione  dalla  sua  origine,  dicendo:  «L’unico  impegno  di  chi comincia la vita di orazione, e ciò non si dimentichi perché è importantissimo, deve essere di lavorare per risolversi e disporsi, con tutta la diligenza che può, a conformare la sua volontà a quella di Dio. E, come poi dirò, si stia certi che in ciò consiste la perfezione massima che si può raggiungere nel cammino spirituale. Non crediate che si tratti di qualche nuova astruseria o di cose mai conosciute ed intese: il nostro bene sta tutto qui» ( Santa Teresa: Castello interiore, seconde mansioni, n. 8). 

San Giovanni della Croce, con molti altri, afferma la stessa cosa, benché le sue parole sembrino essere la risposta ad una difficoltà od obiezione: «Per quanto sia difficile – dice – trovare un’anima guidata interamente dal Signore e arricchita della continua unione, durante la quale le potenze sono divinamente occupate, tuttavia se ne trovano abbastanza frequentemente alcune che sono mosse da Lui nelle loro azioni e non si muovono da sé stesse» ( San Giovanni della Croce: Vita, 1. III, c.I). 

Un autore recente, di questo secolo, che compendia gli insegnamenti dei vari autori sull’argomento e dal quale attingo questi dati (Dom Vital Lehodey, El Santo Abandono, Barcelona 1968, pp. 606-620), dopo di aver detto quanto precede con le parole di Santa Teresa e di San Giovanni della Croce, quasi temesse che esse dicessero troppo, si affretta ad attenuarne il senso, aggiungendo: «Ma, in queste materie così delicate, si devono temere le illusioni». Senza dubbio illusioni se ne sono avute e questo ha forse quasi giustificato l’atteggiamento pressoché generale che si è andato producendo. Questo stesso autore cui ci siamo riferiti, quasi per tranquillizzarci al riguardo, continua citando testimonianze di persone dotte e sante che per cautelarsi contro questi pericoli consigliavano di ricorrere a direttori, confessori, superiori, maestri spirituali, ecc., di tornare insomma alle creature. Non è che questo si possa dire cattivo: se glielo chiedeva la loro coscienza, era tutto quello che potevano fare; ma ciò non significa che si debba farne una norma per tutti e non significa che non sia vero che Dio ci chiama all’intimità diretta e senza intermediari. 
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JOSÉ BARRIUSO 


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