martedì 24 settembre 2019

ILDEGARDA DI BINGEN


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Ildegarda lascia la famiglia all’età di otto anni, prima per venire educata da una pia vedova, Uda diGingelheim, insieme alla quattordicenne Jutta di Spanheim, che aspirava alla vita eremitica. Il luogodove avrebbero dovuto vivere, l’eremitaggio sul monte Disibodo, era ancora, per così dire, uncantiere edile, un monastero fondato nel VI-VII secolo da un monaco irlandese, di cui poco o nullasappiamo da altre fonti, ma che troviamo nominato nel martirologio di Rabano Mauro, nella primametà del IX secolo. Questo monastero era passato attraverso varie vicende, in parte dovute adinvasioni nemiche, per esempio gli Unni nell’899, in parte alle vicissitudini politiche e alle decisionidei vescovi da cui il convento dipendeva, allora dal vescovo di Magonza.

Disibodo, questo santo, aveva scelto per sé una regola di vita molto austera, ma ai suoi monaciaveva prescritto la Regola di San Benedetto e in seguito nel X secolo questo monastero dabenedettino era trasformato dal vescovo Willigis in una casa di canonici ed era ritornato aibenedettini solo più tardi verso la fine del XI secolo e nel 1106 definitivamente con il vescovoRuthard. Dal 1106 fino al 1112, l’anno in cui Ildegarda insieme a Jutta vengono a Disibodenberg, sista ricostruendo un monastero che durante le varie vicende era stato quasi completamente distrutto.
Jutta di Spanheim, di sei anni maggiore di Ildegarda, si era decisa per la vita eremitica, incoraggiatain questo dal fratello. Il 1° novembre del 1112 Ildegarda insieme a una coetanea segue Juttanell’eremitaggio sul monte di San Disibodo. Con il passare degli anni la piccola comunità si faconoscere e i membri a poco a poco aumentano. Ventiquattro anni dopo, alla morte di Jutta, sonocirca quindici. Ildegarda viene eletta successivamente con il titolo di Maestra nel 1136.

Da quest’anno la vita di Ildegarda procede fino al 1141 al suo ritmo abituale tra preghiera esemplici occupazioni casalinghe nel raccoglimento e nella solitudine dell’eremo. Quali fosseroqueste occupazioni lo veniamo a conoscere da una lettera che parecchi anni dopo il Priore diDisibodenberg, Adalberto, scrive a Ildegarda, la quale ormai da anni ha lasciato Disibodenberg peril nuovo convento da lei fondato sul monte di San Ruperto. Le scrive ricordando il passato: “Ticonosciamo dalla tua fanciullezza giacché tu hai vissuto presso di noi molti anni.  Sappiamo cometu sei cresciuta presso di noi, come sei stata educata e hai vissuto la vita religiosa. Sappiamo pureche tu ti dedicavi solo ai lavori femminili e che non avevi altri libri per istruirti che il soloSalterio”. E qui c’è il problema che uno deve affrontare quando si occupa degli scritti di Ildegarda,cioè che questi scritti mostrano che lei ha una conoscenza molto profonda di problemi filosofici,teologici, di scienze naturali, eccetera, mentre lei afferma di non aver mai studiato e qui sentiamo
dal Priore Adalberto la conferma di questa affermazione. Così viveva Ildegarda nella “semplicità e purezza della buona santa conversazione”, come dirà più avanti nella sua lettera il Priore.
Quand’ecco presentarsi un fatto nuovo imprevedibile, straordinario: una visione diversa dalla solita.
Nella stessa lettere vi si trova un accenno: “Tu vivevi in semplicità ma il paterno amore di Dio ti hacolmata come egli volle di celeste rugiada e ti ha svelto la grandezza dei suoi misteri”.

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Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

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