venerdì 20 dicembre 2019

GESU' EUCARISTIA l’amico che ti aspetta sempre



IL SACERDOTE 

Il sacerdote è davvero grande! Diceva mons. Manuel González: «Grazie alla consacrazione sacerdotale il sacerdote cessa, in senso mistico, di essere un uomo per divenire Gesù. In apparenza è un uomo, ma in sostanza è Gesù: ha lingua, occhi, mani, piedi, cuore, come gli altri uomini; ma da quando è stato consacrato, tutto il suo corpo non è di uomo, bensì di Gesù. I suoi occhi servono per guardare, compatire e attrarre come Gesù, che ha voluto restare nascosto nel Tabernacolo. Le sue mani servono per benedire i figli e per indicare la via ai viandanti, per dare appoggio ai deboli, pane agli affamati, riparo agli ignudi e guarigione agli ammalati nel nome di Gesù... I suoi piedi servono per seguire le sue pecore fedeli o per cercare quelle smarrite. La sua testa per pensare a Gesù, per conoscerlo meglio, per farlo conoscere e anche per portare, come Lui, una corona di spine. Il suo cuore è per amare,  perdonare, ringraziare e innamorarsi di Gesù abbandonato nel tabernacolo. La sua lingua è per fare del pane e del vino il Corpo e il Sangue di Gesù».
Meditiamo queste parole di Hugo Wast: «Quando si pensa che né gli angeli né gli Arcangeli, né Michele, Gabriele o Raffaele, né alcuno dei principi che vinsero Lucifero, possono fare quello che fa un sacerdote... Quando si pensa che Nostro Signore Gesù Cristo nell’Ultima Cena realizzò un miracolo più grande della stessa creazione dell’universo, ossia trasformò il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue, e che questo miracolo può essere ripetuto ogni giorno dal sacerdote... Quando si pensa che un sacerdote mentre celebra Messa ha una dignità infinitamente maggiore di un re e che non è soltanto un ambasciatore di Cristo, ma Cristo stesso che sta compiendo il più grande miracolo di Dio... Allora, si può comprendere che un sacerdote è più necessario di un re, di un militare, di un banchiere, di un medico, di un maestro, perché egli può sostituirli tutti mentre nessuno può sostituire lui.
Quando si pensa a tutto ciò si può comprendere l’immensa necessità di sostenere le vocazioni sacerdotali. Si comprende l’ansia con cui, in tempi passati, ogni famiglia desiderava che dal suo grembo scaturisse una vocazione sacerdotale... Si comprende che è più necessario un seminario di una chiesa o di una scuola o di un ospedale...Allora, si giunge a capire che fare offerte per sostenere gli studi di un giovane seminarista significa appianare la strada per la quale arriverà all’altare un uomo che per mezz’ora, ogni giorno, sarà molto più di tutti i santi del cielo, poiché sarà Cristo stesso che offre il suo Corpo e il suo Sangue per la salvezza del mondo.
Perciò costituisce un grave peccato impedire o ostacolare una vocazione sacerdotale, e se un padre o una madre contrastano la vocazione del figlio, è come se gli facessero rinunciare a un titolo di nobiltà incomparabile».
Diciamo dunque con Giovanni Paolo II ai sacerdoti: «Amate il vostro sacerdozio! Siate fedeli fino alla fine!» (DM 10). «Ripetete le Parole della consacrazione ogni giorno come se fosse la prima volta. Non pronunciatele mai per abitudine. Queste parole esprimono la realizzazione più piena del nostro sacerdozio» (Lett. del Giovedì Santo 1997). 
Quanto a me posso dire che se nascessi mille volte, mille volte sceglierei di essere sacerdote. Voglio celebrare la Messa quotidiana come se fosse l’ultima, l’unica Messa della mia vita. Quante volte, dopo aver celebrato la Messa ho sentito una gioia e una pace profonda, mi sono sentito realizzato come uomo e felice di essere sacerdote. 

Grazie, Signore, perché sono Sacerdote.

Angel Peña

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