II
TRE VISIONI DI CRISTO
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21 Alla domanda del Cristo si danno tre differenti risposte:
- Cristo è Uomo.
- Cristo è Dio.
- Cristo è il Sacerdote-Vittima.
22 Egli cominciò col domandare: "La gente chi dice che sia iI Figlio dell'uomo?" (Mt 16,14). Che dice l’inchiesta "Gallup Poll" a mio riguardo?
Avete certamente letto le risposte alle inchieste sociologiche per campione riguardanti la pubblica opinione. La risposta dei discepoli in linguaggio moderno fu: "il 22,4% dicono che tu sei Giovanni il Battista; il 38,4% dicono che tu sei Elia; il 24,3% dicono che sei Geremia; e il resto 14,9% è diviso nel
classificarti come uno dei profeti".
23 Lasciare la decisione della questione: "Chi è il Cristo? ai procedimenti democratici è ricevere nient'altro che risposte contrarie e contraddittorie. Il Signore non ebbe per questo sistema che la riprovazione del suo silenzio.
24 Dopo l’appello ai procedimenti democratici, egli si rivolge all’aristocrazia. Sottopone la questione alla sua Camera dei Lords, ai suoi Apostoli, suo Parlamento, suo Senato: "Voi chi dite che io sia?" (Mt 16,14).
Nessuna risposta. Anzitutto nessuno era stato designato come loro portaparola. Per di più, essi non erano certi della Sua identità. Tommaso si annoiava troppo a trattare di questioni teologiche. Andrea, l'incaricato delle pubbliche relazioni nel gruppo apostolico, stava silenzioso, poiché egli parlava solo quando doveva presentare qualcuno a qualche altro, ad esempio, il ragazzo con pani e pesci a Nostro Signore; suo fratello Simone, i Greci, sempre a Nostro Signore. Giovanni adocchiava Pietro per vedere se stava per intervenire, come altre volte, col suo questionare impulsivo e aggressivo.
Matteo, il pubblicano, che un tempo aveva commerciato coi Romani si sentiva troppo teso per rispondere, guardando Simone, lo Zelote, che odiava i Romani. Giacomo se ne stava quieto, poiché dava di solito l'incarico di intervenire a suo fratello Giovanni. Filippo, l’economista, non aveva problemi logistici da risolvere riguardo al procurare cibo per cinquemila persone, perciò la questione era al di là dei suoi interessi, e così per tutti gli altri.
25 Allora uno (Pietro) si avanzò, senza chiedere il consenso degli altri, e diede la giusta risposta: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16).
Come lo sapeva? Non dallo studio dell’apologetica o dei motivi di credibilità.
La luce non venne né dalla ragione, né dall’educazione, ma dal cielo. La fede che salva è un dono di Dio: "Gesù disse: ‘Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei Cieli” (Mt 16,17).
26 Su questo punto abbiamo il Concilio di Calcedonia che conferma la realtà dell’unione ipostatica, la sublime verità cristiana che Cristo è Dio ed è Uomo, o meglio è l’Uomo-Dio.
27 A questo punto la nostra teologia si arresta e spesso si arresta anche la nostra spiritualità. Perché i teologi non hanno continuato a leggere che cosa è avvenuto a Cesarea di Filippo?
Sappiamo ciò che l'uomo
dice, di Cristo.
Sappiamo ciò che Il cielo
dice di Cristo.
Ma perché non domandiamo:
che, cosa Cristo dice di
Se stesso.
LA RISPOSTA DI CRISTO
28 Cristo continua il suo colloquio e dice che egli è il “Servo di Dio”, o il Santo che è venuto a morire per i peccati degli uomini: "Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno" (Mt 16,21).
29 Gesù si riferiva ai passi di Isaia (52,13; 52,12), ove è detto che il Servo di Jahvé avrebbe sofferto per i peccati dell’umanità.
30 A tutto questo i suoi contemporanei sarebbero stati indifferenti, ma alla fine, Dio avrebbe esaltato il suo Servo. Egli non era un semplice sostituto degli uomini, ma un Servo che porta ciò che gli altri avrebbero dovuto portare. "Egli si è caricato delle nostre sofferenze... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità…per le sue piaghe noi siamo stati guariti… Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti… Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità... Egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori" (Is 53,4-6.11-12).
31 Al momento del battesimo di Nostro Signore, la voce dal cielo era una citazione del versetto che apre il poema del Servo di Jahvé sofferente: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio diletto di cui mi delizio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni" (Is 42,1).
32 Il Vangelo di Giovanni conferma tutto questo riferendosi a Lui, alla sua sofferenza vicaria "come agnello condotto al macello" (Is 53,7; cf. Gv 1,29.36; Ap 5,2.6).
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Mons. J. Sheen Fulton
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