venerdì 20 dicembre 2019

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


CONTESTO STORICO-RELIGIOSO DELLE APPARIZIONI 


Don Italo Duci 

Nato a Ponte Nossa (Bergamo), il 23 maggio 1915, andò a Ghiaie come curato nel 1940, appena ordinato sacerdote. 
Divenne parroco di Ghiaie nel 1955, dopo la morte di don Cesare Vitali. Lasciò la parrocchia per motivi di salute, il 29 giugno 1987, dopo 47 anni di ininterrotto e fedele servizio pastorale. 
Partecipò ai fatti straordinari del 1944, assieme al parroco don Cesare Vitali, nella piena obbedienza all'autorità ecclesiastica. 
Fu sempre convinto della verità delle apparizioni, mantenendo una sofferta prudenza nella difficile situazione che si era creata, specie dopo l'atto vescovile del 30 aprile 1948. Nel 1946, fu scelto da monsignor Angelo Bramini, professore nel seminario di Lodi e avvocato difensore delle apparizioni, come suo principale collaboratore sul posto, fino alle dimissioni date dal Bramini stesso dall'incarico ricevuto. 
Una sera lo vidi davanti alla cappella, sul luogo delle apparizioni. Mi meravigliai, perché là non l'avevo mai visto. Finita la preghiera, si avvicinò e mi disse: "La ringrazio per tutto il bene che ha fatto qui. Tra qualche giorno lascio la parrocchia per motivi di salute". Andai più volte a trovarlo nella casa di riposo a Scanzorosciate (Bergamo) e sempre mi manifestò il dubbio, che era anche il suo cruccio, di non aver fatto abbastanza per la causa delle apparizioni. Tale sofferenza affiora nel suo testamento spirituale. Egli scrive: "A riguardo dei fatti straordinari qui avvenuti, nel 1944, per i quali ho tanto gioito, lavorato e sofferto, rinnovo la mia sottomissione alle decisioni della Chiesa rappresentata dal vescovo della diocesi. Se a riguardo di questi fatti in qualche cosa ho mancato, per la realizzazione dei piani divini, ne chiedo perdono a Dio e alla Madonna ed offro le mie preghiere e sofferenze" (v. Bollettino parrocchiale Comunità Cristiana di Ghiaie, dicembre 2003, pp. 8-9). Morì il 13 settembre 2003. 

Angelo Giuseppe Roncalli  e la comunità di Ghiaie 
 
Gli incontri con don Alessandro Locatelli e il vescovo di Bergamo Radini-Tedeschi, spiegano il legame tra Angelo Giuseppe Roncalli e la comunità di Ghiaie. 
Alessandro Locatelli ed il Roncalli erano compaesani. 
Quando il sacerdote Alessandro Locatelli si stabilì a Ghiaie, il ragazzo Roncalli si recava da lui a prendere lezioni. L' amicizia crebbe, quando il sacerdote Angelo Giuseppe Roncalli divenne segretario del vescovo Radini-Tedeschi, anch'egli amico di don Alessandro Locatelli dal tempo in cui questi era assistente degli studenti del collegio S. Alessandro di Bergamo tra i quali c'era il giovane Radini-Tedeschi, divenuto poi sacerdote, canonico di S. Pietro in Roma e vescovo di Bergamo. 
Radini-Tedeschi, da chierico passava parte delle vacanze a Ghiaie, presso don Alessandro; diventato vescovo di Bergamo, ritornava volentieri dal suo ex assistente, accompagnato dal segretario don Angelo G. Roncalli che rivedeva con grande piacere il maestro di un tempo. Dagli incontri saltuari, si passò ad una comunanza di vita, quando il vescovo di Bergamo volle che il canonico Locatelli diventasse suo maggiordomo e andasse ad abitare in episcopio. 
Don Italo Duci, nel Chronicon (libro che contiene la cronaca) della parrocchia, da lui iniziato nel 1969, a pag. 9, riferisce questa testimonianza di don Cesare Vitali: "Monsignor Radini-Tedeschi incominciò a conoscere Angelo G. Roncalli qui a Ghiaie fin da bambino e poi da chierico...Monsignor Roncalli ebbe a dire che egli doveva la sua carriera all'incontro con monsignor Radini-Tedeschi qui a Ghiaie". 
Il futuro Papa Giovanni XXIII dettò l'iscrizione incisa sulla lapide che ricorda il canonico Locatelli e che si trova sulla parete sinistra della chiesa parrocchiale; fu l'esecutore testamentario del suddetto canonico e ne fece la commemorazione nella traslazione della salma da Bonate Sopra al nuovo cimitero di Ghiaie. 

Severino Bortolan 

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