domenica 19 gennaio 2020

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE



DOTTRINA E MISSIONE DI S. GELTRUDE

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Non è possibile fare un'analisi esatta delle opere di S. Geltrude, per mettere in evidenza sino a qual punto le sue rivelazioni sono conformi alla tradizione cattolica: daremo solo qualche accenno riguardante la missione della nostra Santa, la quale non è meno importante della sua dottrina. La teologia cattolica, di cui la mistica è un ramo da ben diciannove secoli vive dell'insegnamento di S. Paolo, il grande educatore delle generazioni cristiane, che nutre tuttora le anime, senza quasi ch'esse se n'accorgano. L'Apostolo delle genti, come lo Spirito Santo di cui è l'interprete, si dà a tutti, senza pretendere riconoscenza da nessuno.
Le opere di S. Geltrude vanno studiate alla luce delle epistole di S. Paolo: per S. Geltrude, come per l'Apostolo, il centro della religiose è Cristo, Dio e uomo, il Verbo incarnato, per cui tutto fu fatto: « Unus Dominus, Jesu Christus, per quem omnia, et nos per ipsum. Un solo Signore, Gesù Cristo, per cui tutto venne fatto, e noi per Lui » (Cor. I, VIII, 6). Il Cristo è il principio e la fine di tutti gli atti: la sua vita umile e nascosta è il commento del consiglio dato dall'Apostolo ai Colossesi: « Gustate le cose che sono in alto non quelle che sono in basso, perchè voi siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio » (Coloss. 111, 2, 3). Meglio ancora, la sua vita è il Cristo: « Mihi vivere Christus est » (Filip. 1, 21). Così la cara Santa può far sua la sublime antitesi di Paolo: « Vivo autem, jam non ego, vivit vero in me Christus. Vivo, ma non io, bensì Cristo in me » (Gal. II, 20). Gesù stesso si compiacque rivelare a un'anima santa che chi vuole trovarlo, deve cercarlo nel cuore della sua prediletta Sposa, ove abita con delizia. Anzi, per dimostrare quanto essa gli sia cara « si degna in una comunicazione ineffabile, scambiare il suo Cuore con quello della vergine sua Sposa, la quale sente il suo Dio vivere e amare in essa »! (Don Guéranger - Prefazione degli Esercizi di S. Geltrude).
L'idea-forza di S. Geltrude, come di S, Paolo, il loro filo conduttore, starei per dire, è Nostro Signore Gesù Cristo, autore della grazia: Egli è il Pontefice Supremo, Sacerdos in aeternum, incaricato di distribuire all'umanità le cose sante di Dio e di riconsegnare a Dio le cose sante dell'umanità. « Vivendo Egli eternamente, possiede un sacerdozio eterno, perciò può salvare tutti coloro che s'avvicinano a Dio per suo mezzo, essendo ognor vivente, affine d'intercedere per noi » (Eb. VII, 24, 25).
Geltrude vede spesso Nostro Signore sotto le sembianze di Pontefice, e lo mira talora nel cielo che si schiude allo sguardo della sua intelligenza, talora sulla terra, mentre assiste al S. Sacrificio. Gesù è sempre per essa il sovrano Mediatore, il Redentore « per il cui Sangue fummo ricomperati, mentre n'eravamo indegni » (Ef. 11, 13). Ecco la sorgente di quell'ineffabile confidenza che è il lineamento speciale, il carattere distintivo di Santa Geltrude. Essa chiede tutto, tutto fiduciosamente attende; è tranquilla, serena, sicura perchè sa che nulla può mancarle e va ripetendo a se stessa la parola tenera e fiera dell'Apostolo: « Qui etiam proprio Filio suo non pepercit sed pro nobis omnibus tradidit iilum, quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit? - S'Egli non ha risparmiato il proprio Figlio: se l'ha immolato per noi, cosa mai potrà negarci? » (Rom. VIII, 32).
In una stessa famiglia e in uno stesso corpo, (in forma anche più intima), il bene di tutti, non è forse il bene? di ciascuno in particolare? Però se Geltrude comprende a meraviglia i vantaggi della sua unione al Corpo mistico del Cristo, ne intuisce anche gli obblighi: così, mentre il dolce Salvatore aggiunge alle azioni della sua Sposa il merito della Sua vita e delle Sue santissime opere, essa « compie ciò che manca alla Passione del Cristo » (Coloss. I, .4) e questo, non già perchè il Sacrificio divino sia in se stesso incompleto, ma perchè gli manca precisamente la parte che debbono portarvi gli eredi della promessa.
Geltrude sa poi che la pienezza della legge è l'amore e che il precetto della carità ha due oggetti, Dio e il prossimo, perciò il suo cuore investe i fratelli con la fiamma della carità, « piangendo con coloro che piangono, rallegrandosi con coloro che godono » (Rom. XII, 15).
Questo basta per dare esatto rilievo alla missione della nostra cara Santa.
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RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE

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