mercoledì 25 marzo 2020

Regina della Famiglia



La testimonianza della mamma 

La mamma di Adelaide, pochi giorni dopo la ritrattazione,  avvenuta il 15 settembre 1945, davanti alla commissione  vescovile d'inchiesta disse: 

"Riguardo alla ritrattazione della bambina, io ho saputo  questo da Don Cortesi che mi portò il biglietto: e io venni in  convento... Dissi: 

 Ascolta Adelaide, tutti dicono che non è vero che hai 
visto la Madonna. 

 Sì, è vero che l'ho vista. 
- E allora perché la gente dice che non l'hai vista? 
 Io non posso dire che cosa ho visto, perché faccio peccato di disobbedienza. 

Non sono ben sicura, continua la madre, se abbia nominato anche don Cortesi" (Cfr. Argentieri, o.c., pp. 19-20). 


Ciò che scrisse Adelaide nel suo quaderno 

"Don Cortesi, di frequente, mi narrava che lui pure un  giorno aveva visto la Madonna, Gesù Bambino e San Giuseppe,  ma non era un'apparizione, perché li aveva visti solo nella fantasia e che perciò anche a me era successo così, perciò era grave  peccato affermare agli altri che li avevo visti. 
Per molti mesi io sostenni decisa di averli visti, poi la  parola di Don Cortesi insistente e persuasiva mi convinse che  veramente facevo peccato a manifestare agli altri le apparizioni  della Madonna: anche perché affermandomelo un sacerdote, io, come fui educata in casa di aver fede in ciò che dicono i preti,  credetti alla sua parola e non osai più dire diversamente di  quanto egli mi affermava e decisi pertanto di tenerlo solo nel  mio cuore. 
Per farla finita con tutti, mi decisi di confessarmi. Difatti  al Sacerdote Don Sonzogni mi accusai che non era vero ciò che  narravo della Madonna. 
Il 15 settembre 1945, come il solito, Don Cortesi mi portò  da sola per interrogarmi, perché io, per suo ordine, non potevo  parlare con alcuno; anzi, mi aveva detto che, a qualunque persona mi avesse avvicinato per interrogarmi, io dovevo dire: "Non  sono autorizzata a rispondere". 
In una sala delle Suore Orsoline di Bergamo, dopo aver  chiuso le porte, Don Cortesi mi dettò le parole da scrivere sullo  sfortunato biglietto. 
Mi ricordo benissimo che, posto lo stato di violenza morale  che stavo subendo, lo macchiai ed egli divise il foglio e me lo  fece rifare, con molta pazienza, pur di ottenere il suo scopo. 
Così il tradimento fu compiuto" (v. Padre Bonaventura Raschi, o.c., pp. 53-54) 

Severino Bortolan 

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