Si presenta un colloquio ideale, tra Santa Teresa ed un'anima desiderosa d'imitarla.
ANIMA
Perché alle volte, dopo aver pregato fervorosamente, non si ottiene ciò che si desidera? Ne ho fatto la penosa esperienza!
S. TERESA
La preghiera ottiene dal buon Dio, a patto che lo si speri e non vi si metta ostacolo, il compimento della sua volontà amorosissima in tutte le cose, il che non è sempre l'adempimento dei desideri di coloro che pregano, quantunque sembrino i migliori, nella forma e nel tempo che si sperano.
Tuttavia, quando ero sulla terra, Dio mi faceva spesso desiderare ciò che voleva concedermi ed io giunsi al punto di non sapere piú chiedere con ardore nulla per me, se non il compimento perfetto della volontà di Dio nell'anima mia.
Tu prendi alla lettera la promessa di Gesù: Qualunque cosa chiederete con la preghiera, abbiate fede di ottenerla e la otterrete! - (S. Marco, XI-24).
È sicuro che ogni preghiera viene esaudita nella proporzione in cui essa è preghiera. Ogni preghiera, benché minima, sfuggita dal cuore di un'anima, è esaudita infallibilmente. Essa ha una ripercussione uguale alla sua intensità ed alla sua fede, o nell'anima stessa, o nel cuore di un, peccatore o altrove nella Santa Chiesa. Può avere questa ripercussione fra venti anni, fra un secolo, o può averla subito. Può immediatamente essere esaudita secondo il desiderio espresso dall'anima, oppure può essere interpretata dalla sapienza e bontà di Dio.
Questo grado di perfezione suppone la disposizione abituale e sincera della volontà ad accettare quanto Dio giudica essere di suo beneplacito.
Quando desideravo qualche grazia e mi rivolgevo ai miei Santi Protettori perché intercedessero presso Dio, se la grazia non la ottenevo, ringraziavo lo stesso i miei Santi, perché comprendevo essere altri i disegni di Dio.
Se qualche volta, pregando, non ottieni, pensa che forse Dio esige piú preghiera e più fede, o che forse Dio vorrà darti qualche grazia piú grande e più urgente di quella che chiedi.
Conviene stare abbandonati alla volontà di Dio. L'anima abbandonata vive di fede, spera come respira, ama senza interruzione. Ogni volere divino, qualunque sia, la trova libera. Tutto le sembra ugualmente buono. Essere nulla, essere molto; comandare, ubbidire; essere umiliata, essere dimenticata; difettare o essere doviziosa; vivere a lungo, morire presto, morire anche all'istante ... a tutto si rassegna.
L'anima abbandonata in Dio accetta tutto, perché non vuole nulla; e non vuole nulla, perché vuole tutto. La sua docilità è attiva e la sua indifferenza è affettuosa; non è per il Signore che un « sí » vivente.
Devo dire l'ultima parola su questa beata e sublime condizione? ... È la vita dei figliuoli di Dio; è la santa infanzia spirituale! L'abbandono alla volontà di Dio, è l'infanzia spirituale e rende più dell'amore per la sofferenza, perché nulla immola tanto l'uomo quanto l'essere sinceramente e pacificamente piccolo. Lo spirito d'infanzia uccide l'orgoglio più dello spirito di penitenza.
L'aspra roccia del Calvario (la penitenza) offre ancora qualche pascolo all'amor proprio; al Presepio (nell'umiltà) l'uomo vecchio muore forzatamente.
Spremi il frutto della santa infanzia e non troverai che l'abbandono alla volontà di Dio. Il bambino si arrende senza difesa, si presta senza resistenza; è un essere di cui i genitori sono padroni assoluti. Eppure, con quali precauzioni lo si tratta e quante carezze gli si fanno!
Io ho cantato cosí: Nell'amplesso tuo m'affido E m'abbandono, mio Gesù! La mia gioia e il mio conforto Sei soltanto Tu!
Allora, alle prese con le tentazioni e le prove di ogni sorta, potevo dire in tutta verità: Son fitte le tenebre, ma io vi rimango in pace! Ciò che il buon Dio preferisce e sceglie per me, è quello che mi delizia di piú!
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