lunedì 4 maggio 2020

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI



ESISTENZA DEL PURGATORIO

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Si legge in Eusebio di Cesarea che Costantino diede ordine che  il suo sepolcro sorgesse nella chiesa dei SS. Apostoli da lui  fatta costruire a Costantinopoli, e ciò nella speranza d'esser  messo a parte, dopo la sua morte, delle preghiere che sarebbero  state fatte in quel luogo sacro, com'ebbe a dichiarare nel suo  testamento. Nel secolo V S. Agostino rende omaggio alla pietà  di sua madre, S. Monica, con uno splendido passo delle sue Confessioni, che qui vogliamo citare, e che dimostra la fede  ch'egli aveva nel Purgatorio, e quanto sperasse dalle preghiere  fatte per la madre (S. Agostino, Conf., libro IX, cap. 9 segg.).  «Un giorno la mia diletta madre, assalita da improvvisa  debolezza, perdette i sensi: quando corremmo in suo aiuto,  essendo già ritornata in sè, guardò tutti noi che la  circondavamo, riconobbe me e mio fratello e con voce  piangente ci disse: - Dove ero io? - E poiché ci vedeva inerti e  oppressi dal dolore, soggiunse: - Qui, o figli miei, lascerete  vostra madre. - Io non risposi, che il pianto mi impediva di  parlare, ma il fratello con parole di conforto le disse di sperare  di ritornare nella terra dei padri suoi. Ella fissatolo con sguardo  triste per mostrargli che aveva tutto compreso, volse gli occhi  sopra di me, e mi disse: - Senti che cosa ha detto? - e poco  dopo rivolgendosi ad ambedue: - Voi comporrete questo corpo  in quel luogo ove meglio vi piacerà; non ve ne prendete  pensiero. L'unica preghiera che vi rivolgo è che dovunque vi  troverete vi ricordiate di me nel Sacrifizio divino». A questo  proposito S. Agostino fa queste belle riflessioni: «Ora che il  primo dolore prodotto dall'affetto naturale è passato, io vi  loderò, o Signore, in nome della vostra serva, ed altre lacrime  spargerò dinanzi a voi, che non siano della carne, ma bensì  dello spirito, lacrime che fluiscono spontanee dal ciglio quando  si pensi al pericolo nel quale si trovano le anime che peccarono  in Adamo, poiché quantunque la madre mia sia stata vivificata  in Gesù Cristo e sia vissuta nella carne glorificando sempre il  vostro santo Nome col fervore della sua fede e con la  illibatezza dei suoi costumi, nondimeno io non ardisco  affermare che dal giorno in cui voi, o mio Dio, la rigeneraste  col santo Battesimo, non sia uscita dalle sue labbra alcuna  parola contro i vostri comandamenti. Ma poiché voi non  desiderate la ricerca dell'iniquità, nutro fiducia filiale che la  madre mia abbia trovato misericordia davanti al vostro  cospetto, e perciò, o Dio del mio cuore, io lascio da parte a bella posta le opere sante fatte dalla mia diletta genitrice, e  delle quali mi consolo rendendo a voi grazie infinite, per  domandarvi solo perdono dei suoi peccati. Esauditemi, ve ne  scongiuro per le ferite sanguinose di Colui che mori per noi sul  legno infame, e che ora assiso alla vostra destra intercede per  gli uomini. Lo so ch'ella fece sempre misericordia e rimise di  tutto cuore i debiti ai suoi debitori; rimettete quindi ancora voi  a lei i suoi, se qualcuno ne avesse contratto nei numerosi anni  che trascorsero dal giorno in cui fu rigenerata col santo  Battesimo, fino a quello del suo passaggio da questa vita.  Perdonatela, perdonatela ve ne scongiuro, o Signore, e non  entrate con lei in giudizio, poiché la vostra misericordia supera  la vostra giustizia, le vostre parole sono veraci e prometteste  misericordia a chi avrà fatto misericordia. Questa misericordia  io credo che voi l'abbiate già fatta, o mio Dio; ma tuttavia  accettate l'omaggio delle mie labbra. Ricordatevi che nel  momento del suo passaggio all'altra vita, la vostra serva non  pensò a far rendere al suo corpo funebri onoranze con splendidi  esequie - e con profumi preziosi, non domandò un sepolcro  superbo, né di essere trasportata in quello che aveva fatto  costruire a Tagoste, sua patria, ma solo volle che noi ci fossimo  ricordati di lei dinanzi ai vostri santi altari, nel mistero sublime  al quale ogni giorno ella prese parte, poiché sapeva che in  questo si dispensa la Vittima immacolata, il sangue della quale  ha annullato la sentenza fatale della nostra condanna. «Ch'ella  dunque, o Signore, riposi in pace presso le ossa del suo  consorte, accanto a colui al quale rimase fedele nelle gioie  della verginità e nelle tristezze della vedovanza, accanto a colui  di cui erasi fatta serva per guadagnarlo a voi con la sua  pazienza salutare. E voi, o mio Dio, ispirate ai vostri servi, che  sono miei fratelli, ispirate ai miei figli spirituali, che sono miei  maestri, poiché il mio cuore, la mia voce, i miei scritti sono al  loro servizio, ispirate a tutti quelli che leggeranno queste mie  parole di ricordarsi dinanzi ai vostri altari di Monica, vostra serva, e di Patrizio, suo sposo. Furono essi che mi introdussero  nel mondo; fate dunque che tutti coloro che vivono fra la luce  ingannevole di questo secolo si ricordino piamente dei miei  genitori, affinché l'ultima preghiera di mia madre morente sia  esaudita anche più di quello che essa desiderava; e non abbia  essa a ricevere soltanto il soccorso delle mie preghiere, ma  anche quello di molti altri ».

Ho voluto riferire quasi per disteso questa meravigliosa  preghiera del santo Dottore a vantaggio della sua madre  defunta, perché quando si pensi alla santità di quella illustre  matrona, che la Chiesa sollevò agli onori degli altari, quando si  consideri che nel momento in cui il figlio scriveva erano  trascorsi circa vent'anni dalla morte di lei, si scorgerà  facilmente che cosa pensasse il grande Dottore della Chiesa  latina sul Purgatorio e sulla severità della giustizia di Dio. S.  Gregorio Magno coi suoi Dialoghi contribuì notevolmente a  promuovere tra i cristiani la devozione verso le anime del  Purgatorio. Il Padre Lefebvre era salito dire ché S. Gregorio  Magno doveva essere amato ed onorato dai fedeli per molte  ragioni, ma sopratutto perché aveva esposto in maniera tanto  chiara e commovente la dottrina del Purgatorio, e credeva che  se non avesse parlato con tanta eloquenza di quelle anime  sante, la devozione nutrita verso di loro nei secoli posteriori  sarebbe stata meno ardente, e quindi insieme alla devozione  verso le anime del Purgatorio inculcava sempre nei fedeli  sentimenti di riconoscenza verso il santo Dottore.

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Sac. Luigi Carnino

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