(Estratto dal libro: “La banca la moneta e l’usura” di Sua Ecc.za dott. Bruno Tarquini)
LA RINUNCIA DELLO STATO ALLA PROPRIA SOVRANITÀ MONETARIA
La “presentazione” del libro pone in
risalto la questione “giuridica” dello
svuotamento dell’aspetto economicosociale della Costituzione italiana e la
questione “politica” della rinuncia
dello Stato alla propria sovranità monetaria.
Questo libro, sia pure con un linguaggio molto semplice, ha l’ambizione di
far conoscere un aspetto della finanza e dell’economia che è sempre rimasto nascosto nei luoghi oscuri del
palazzo, come qualcosa che non convenisse svelare al popolo.
Ed è bene, invece, che il popolo sappia, finalmente, che lo Stato ha, da
tempo, rinunciato alla propria sovranità monetaria in favore di un
ente privato, qual è la Banca d’Italia; ha rinunciato, cioè, ad emettere moneta propria, con
la conseguenza che, per il perseguimento dei propri fini istituzionali, è costretto a chiedere, in
prestito oneroso, le necessarie risorse
finanziarie, indebitandosi nei confronti dell’istituto di emissione. Ed è
bene che il popolo sappia anche che
questo inutile indebitamento si trasferisce necessariamente ai cittadini
mediante la pressione fiscale.
Pertanto, il popolo si ritrova debitore
di quella moneta di cui, invece, dovrebbe essere proprietario, anche
perché essa acquista valore solo perché i cittadini l’accettano come strumento di scambio e, quindi, solo a
causa ed in conseguenza della sua circolazione.
Con l’avvento dell’Euro si determina,
poi, un altro trasferimento della sovranità monetaria, questa volta dalla
Banca d’Italia (così come dalle altre
banche di emissione) ad un ente privato sovrannazionale, qual è la Banca Centrale Europea (BCE), che
provvederà ad emettere la nuova moneta addebitandola
ai popoli europei, secondo la stessa “filosofia” moneta ria utilizzata, fino ad oggi, dalle Banche centrali nei confronti dei rispettivi popoli; ed attuando i princìpi del più
sfrenato liberismo, previsto dal Trattato di Maastricht,
che sono nettamente inconciliabili con la vigente Costituzione italiana, e che sono riassunti specialmente negli
articoli 41, 42, e 43.“Chiesa viva” NUMERO UNICO *** Gennaio 2014
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a cura del dott. Franco Adessa
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