domenica 13 settembre 2020

La festa del destino: Francesco celebra Lutero


Francisco con il libro delle 95 tesi di Lutero, 13-Otc-2016

SABATO 12 SETTEMBRE 2020

In quell'affascinante libro - e una lettura obbligata in questi tempi terribili -, intitolato Fatima, Roma, Mosca di padre Gérard Mura (edizione spagnola 2005), si rivela, tra le altre cose, il misterioso simbolismo di una data: 13 Ottobre, ultima apparizione e miracolo del sole a Fatima. Sulla base di recenti studi storiografici, padre Mura ha indicato la data del martirio di san Pietro come il 13 ottobre 67. Curiosamente, sarebbe lo stesso giorno, quasi 1900 anni dopo, in cui, nelle parole di Romano Amerio, la «rottura di legalità conciliare ", quando, il 13 ottobre 1962, il cardinale Liénart, di Lille, avrebbe" catturato "il microfono nell'assemblea conciliare, e, guidando un colpo di forza della minoranza progressista, avrebbe imposto lo scarto degli schemi del Precedente Sinodo Romano, redatto sotto la supervisione del cardinale Ottaviani, e che avrebbe opportunamente dato luogo al Concilio Vaticano II, quando riprendessero i lavori di redazione dei documenti, ma questa volta con esperti progressisti e con una sapiente gestione del "consenso" fabbricato. Era così iniziato lo smantellamento modernista della Chiesa.
Ciò che il libro non è riuscito a registrare è ciò che sarebbe accaduto nove anni dopo la sua pubblicazione in spagnolo: il 13 ottobre 2014, la Relatio Post Disceptationem del Sinodo della Famiglia è stata letta dal cardinale relatore, Peter Erdö, al 190 padri sinodali. Il tumulto fu immenso sia nei circoli cattolici che in quelli secolari; due punti, relativo alla comunione ai divorziati risposati e un altro - punto 50 - all'accettazione dell'orientamento omosessuale, riconoscendone i “doni e attributi” specifici per la Chiesa, sono stati i più scandalosi. Sebbene la successiva Relatio Synodi sia stata un po 'annacquata, l'esortazione Amoris Laetitia e la sua interpretazione autorizzata da Papa Francesco, tre anni dopo, aprono la porta al sacrilegio di permettere la comunione ai peccatori pubblici, violando la dottrina cattolica.
Né è riuscito a registrare quanto accaduto il 13 ottobre 2016. Quel giorno, nel contesto dell'accoglienza da parte di Papa Francesco di una delegazione di "pellegrini" luterani tedeschi (così li considerava la Radio Vaticana), e, a parte le consuete dichiarazioni del pontefice - che in questa occasione hanno oscillato per tutti i gradi di equivoco che la dottrina cattolica considera, dalla proposizione sconsiderata all'eretica -, il mondo ha assistito a un evento senza precedenti, nell'Aula Paolo VI, presso la Santa Sede di Pietro, statua dell'archheresiarca Martin Lutero, abominatore del papato, distruttore della fede (poiché, come direbbe Romano Amerio, esame gratuito, nucleo della dottrina luterana, è la definizione stessa, la costitutiva formale , di eresia, no  una semplice negazione di un dogma particolare, ma piuttosto la negazione di tutti) e un carattere violento e volgare, per niente "misericordioso".
Lo stesso Francesco si recherà il 31 ottobre a Lund, in Svezia, per commemorare l'inizio del 500 ° anniversario della rivolta protestante. Il 31 ottobre 1517 Lutero inchiodò le sue 95 tesi (che, come dice García-Villoslada, non erano né 95 né tesi) sulla porta della chiesa del palazzo di Wittenberg. Un nuovo simbolismo sulla data: duecento anni prima della fondazione della Gran Loggia d'Inghilterra, la prima Massoneria "speculativa", e quattrocento, della Rivoluzione bolscevica. Tre date anticristiane. Tre date rappresentative della lotta del Demone per annientare i frutti della redenzione. Ma, inoltre, ricordiamo che il 31 ottobre è la vigilia del 1 novembre, giorno in cui la Chiesa commemora la Festa di Tutti i Santi, cioè delle anime che sono nei cieli. Il giorno successivo, 2 novembre, la Chiesa offrirà preghiere per le anime del Purgatorio. Sembra, quindi, che Per completare il panorama di questi giorni consacrati all'aldilà, sarebbe necessaria una celebrazione delle anime che sono all'inferno. Festa abominevole celebrata dai satanisti e dall'uomo massa delle "società globali" che inconsapevolmente si traveste da anima condannata e suona "innocentemente" nei luoghi infestanti. Quello è anche il giorno della Pseudo-Riforma: una festa del destino. E il capo della Chiesa cattolica si prepara a celebrarlo.
Sembra che, agli occhi degli uomini, la cospirazione anticristiana abbia trionfato.
Tuttavia, ci sono ragioni per il comfort. In primo luogo, la rivendicazione assoluta, per ogni cattolico con un minimo di onestà intellettuale e spirituale, delle disposizioni di monsignor Marcel Lefebvre. Nella sua famosa Dichiarazione del 21 novembre 1974 (che finirebbe per costargli la soppressione illegale della sua opera, la Fraternità San Pio X, e successivamente la sua sospensione a divinis, mentre tanti criminali e pervertiti fondarono pseudo-movimenti "ecclesiali" che ricevettero l'applauso di la Gerarchia), ha scritto quanto segue:«Aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento di quella fede; all'eterna Roma, maestra di sapienza e verità. Al contrario, ci rifiutiamo e ci siamo sempre rifiutati di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante, che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e, dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono emerse. Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e continuano a contribuire alla demolizione della Chiesa, alla rovina del sacerdozio, alla distruzione del sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa e all'impianto di un insegnamento naturalistico e Teilhardiana nelle università, seminari e catechesi, insegnamento emerso dal liberalismo e dal protestantesimo tante volte condannati dal solenne Magistero della Chiesa. Nessuna autorità, nemmeno la più alta della gerarchia, può costringerci ad abbandonare o diminuire la nostra fede cattolica, chiaramente espressa e professata dal magistero della Chiesa per diciannove secoli.
 L'atto del 31 ottobre 2016 non è caduto dal cielo, si inserisce in un processo di protestantizzazione, allertato da varie figure, significativamente da monsignor Lefebvre, ed espresso nella riforma liturgica e nell'aggiornamento in generale. Il pontificato di Francesco è un chiaro frutto della riforma liturgica, che è un allontanamento impressionante dalla dottrina di Trento, come notato nel Breve esame critico del Novus Ordo Missae dei cardinali Ottaviani e Bacci, e che significava una protestantizzazione della liturgia confessato esplicitamente da monsignor Annibale Bugnini, che l'ha realizzato. Lex orandi, lex credendi: gli effetti deleteri della nuova messa, rimasta nascosta a tanti volontari ciechi, si rivelano, cinquant'anni dopo, nella dottrina e nell'azione del primo pontefice il cui sacerdozio conosceva solo quel rito.
D'altra parte, i vari segni attorno al Messaggio di Fatima e il più ampio panorama teologico nella storia recente ci dicono che il provvedimento è stato adempiuto e, come direbbe il conte José de Maistre, nelle serate di San Pietroburgo, riferendosi all'impossibilità per l'uomo di rimanere in uno stato di anomia e desacralizzazione: «Dobbiamo prepararci a un evento immenso nell'ordine divino, verso il quale stiamo marciando con una velocità così accelerata da sorprendere tutti gli osservatori. Oracoli spaventosi annunciano già che i tempi sono arrivati ​​». 

 Di César Félix Sánchez Martínez

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