giovedì 1 ottobre 2020

LE TRE GUERRE MONDIALI

 


Nella fitta corrispondenza intrattenuta tra Giuseppe Mazzini44 e Albert Pike, vi sono due lettere significative; l’una, che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870; l’altra, del Pike a Mazzini, datata 15 agosto 1871. Il contenuto della prima lettera, curiosamente profetica a proposito delle tre guerre mondiali e della triade “crisiguerra-rivoluzione” che ha tormentato il 20° secolo, ce lo presenta William Carr con queste parole: «La Prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli “Illuminati” di abbattere il potere degli Zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli “Illuminati”, tra Impero britannico e tedesco, dovevano essere usate per fomentare questa guerra. Dopo la fine della guerra, si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri Governi e indebolire le religioni. La Seconda Guerra Mondiale doveva essere provocata dalle differenze tra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico per consentire lo stabilimento, in Palestina, dello Stato Sovrano d’Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si doveva costituire una Internazionale comunista altrettanto forte dell’intera Cristianità. A questo punto, essa doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale.



La Terza Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli “Illuminati” fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra doveva essere orientata in modo che l’Islam (mondo arabo e quello musulmano) e il sionismo politico (incluso lo Stato d’Israele) si distruggessero a vicenda, mentre, nello stesso tempo, le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte tra loro, sarebbero state, in tal frangente, obbligate a combattersi tra di loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale, economico»45.

Nella sua lettera del 15 agosto 1871, Albert Pike rispondeva a Mazzini, dicendo che coloro che aspiravano al Governo Mondiale avrebbero provocato, con la “Terza Guerra Mondiale”, il più grande cataclisma sociale mai visto. Ecco le sue parole: «Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l’effetto dell’ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora, ovunque, i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l’adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero, rivelata finalmente alla vista del pubblico; manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!»46. In un discorso del 1889, tenuto in Francia agli alti gradi della Massoneria, Albert Pike affermò: «Ciò che noi dobbiamo dire alle folle è: “noi adoriamo un Dio, ma è il Dio che si adora senza superstizione (...). La Religione massonica dovrebbe essere mantenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina luciferiana»47.

E dalla “purezza della dottrina luciferiana”, nel suo trattato “Morals and Dogma”, Pike enunciava la dottrina di quell’ecumenismo che prevede tutte le religioni intorno agli altari della Massoneria: «Il Cristiano, l’Ebreo, il Mussulmano, il Buddista, il seguace di Confucio e di Zoroastro possono unirsi come fratelli e accomunarsi nella preghiera al solo Dio che è sopra a tutti gli altri dei»48; e indicava, nella stessa opera, la vera fonte delle “vere religioni”: «Tutte le vere religioni dogmatiche sono uscite dalla Càbala e vi ritornano: tutto ciò che vi è di grande e scientifico negli ideali religiosi di tutti gli illuminati, Jacob Boheme, Swedenborg, Saint-Martin e altri, viene dalla Càbala; tutte le associazioni massoniche le devono i propri segreti e i propri simboli»49. 

Il 27 luglio 1844, Giuseppe Mazzini, il famoso patriota italiano, scriveva da Londra: «Il Vitello d’oro è onnipotente in Francia, e (James) Rothschild potrebbe diventare re, solo se lo volesse»50. Il “New York Times”, di proprietà, nel 1921, dell’ebreo Adolph Ochs ed edito dall’ebreo Miller, a proposito dell’ebreo Ernesto Nathan, ex Sindaco di Roma, l’11 aprile 1921, così narrava: «Il padre di Ernesto Nathan, di genitori ebrei, era un banchiere membro della famiglia Rothschild del ramo di Francoforte. Tra gli inquilini della fatiscente casa d’affitto nella quale Ernesto era nato, vi era un patriota (!!) italiano, Giuseppe Mazzini, le cui opere furono pubblicate da Ernesto. Nel 1859, il padre di Ernesto morì e la casa divenne il rifugio di patrioti. Ernesto divenne il direttore de “La Roma del Popolo”, giornale lanciato da Giuseppe Mazzini...

Nel 1907, Ernesto Nathan fu eletto Sindaco di Roma dagli anticlericali che rovesciarono l’antica tradizione di designare come Sindaco un membro di una delle antiche famiglie romane». Il Conte Cherep-Spiridovich, a proposito di Ernesto Nathan e di Mazzini, scrisse: «Dopo la morte di M.A. Rothschild (1855), capo della dinastia Rothschild del ramo di Francoforte, le sue attività finanziarie furono dirette dai suoi nipoti: Barone William e Barone Charles, figli di Karl Rothschild, capo del ramo di Napoli, e morto nel 1855. (...). Karl Rothschild, l’anima della misteriosa e anti-cattolica “Alta Vendita”, prima di lasciare l’Italia vi stabilì un suo cugino, Nathan Rothschild, per continuare il suo lavoro satanico di trasformare i patrioti italiani in anarchici e in atei. Suo figlio si chiamava Ernesto Nathan. Questo “pig” (maiale) comprò un palazzo con una “Cappella” del cui altare fece una latrina per i suoi massoni. Il fare di un Sacro Altare una latrina entusiasmava i veri massoni, così, il padre di Ernesto Nathan, un Rothschild e un satanista, scoprì Mazzini e gli “insegnò” a “sputare” su Cristo, come del resto faceva suo figlio Ernesto. Mazzini era povero e, dopo aver acconsentito a diventare un Kerensky italiano, Nathan (...) fu inviato da Londra con i fondi dello stesso Lionello Rothschild, il quale (...) sosteneva tutti gli anarchici, i bolscevichi, ecc.. Ernesto Nathan era nato nel 1845»51. «L’esilio londinese di Mazzini non fu tanto duro al punto che l’“apostolo” dovesse guadagnarsi la vita: a tutto provvedevano il banchiere Nathan e dei suoi parenti, Sabatino e Pellegrino Rosselli, i quali, a Londra, avevano una banca “punto di riferimento per i patrioti italiani in esilio”. (...) Tutti costoro erano in relazione con Moses Montefiore, (imparentato con i Rothschild), il grande banchiere britannico, nato a Livorno, che aveva sposato Sara Levi di Pesaro. E “i Rosselli-Nathan non solo ospitavano Mazzini, ma ne finanziavano l’acquisto di armi e munizioni che venivano inoltrate al porto di Livorno, tra carichi coloniali”. Inoltre, apprendiamo che nei suoi viaggi da fuggiasco, Mazzini esibiva un passaporto non suo, ma del rabbino livornese Sabato Morace. L’“apostolo” d’Italia, dunque, si muoveva per l’Europa con l’identità di un rabbino.


Quanto a Sara Nathan, detta “Sarina”, moglie del banchiere Nathan, sarà più che la “fida consigliera” del divino cospiratore: ne era l’amante. Con ogni probabilità, il figlio di Sarina, Ernesto Nathan (...) era seme di Mazzini. «Mazzini, infine, chiuderà la sua travagliata esistenza a Pisa, il 10 marzo 1872, in casa di Jeannette Nathan Rosselli, figlia di Sarina Nathan»52. L’interesse degli ebrei per i patrioti d’Italia, era ricambiato da tutti i patrioti italiani: «Nel 1830, Gabriele Pepe scrive su questo argomento un articolo sulla “Antologia”; nel 1836, Carlo Cattaneo pubblica uno studio che intitola: “Ricerche economiche sulle interdizioni imposte agli israeliti”; Vincenzo Gioberti, nel suo “Primato civile degli italiani”, sostiene che gli ebrei devono essere emancipati; Niccolò Tommaseo, Angelo Brofferio, Cesare Balbo, tutti sono ardenti fautori dell’emancipazione ebraica; i due fratelli D’Azeglio esplicano la loro attività in favore degli ebrei (...) A tanta sollecitudine per i diritti degli ebrei, nei patrioti italiani non corrispose, però, una pari sensibilità per i diritti degli italiani del Sud! Dal periodo gennaio-ottobre 1861, l’esercito “italiano” (savoiardo) “liberatore” delle Due Sicilie, si abbandonò a un pogrom di concittadini meridionali: “9.860 fucilati, 980 case arse, 6 paesi bruciati, 12 chiese predate, 40 donne e 60 ragazzi uccisi, 13.629 imprigionati”, ha ricordato Carlo Alianello. L’esercito “italiano” occupò per decenni con 120.000 soldati il Sud “liberato”. Non per caso dal 1876 al 1914, ben 14 milioni di meridionali trovarono scampo nell’emigrazione alla miseria prodotta dall’occupazione e dalle angherie. C’è stato un esodo, c’è stato un esilio – e quasi un genocidio – di cui non è consentito coltivare la memoria!»53.

“Chiesa viva” *** Giugno 2020

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