sabato 26 dicembre 2020

LA VITA DELLA MADONNA

 


Secondo le contemplazioni 

della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick 


Maria e Giuseppe si mettono in viaggio per recarsi da Elisabetta 

Alcuni giorni dopo l'Annunciazione dell'Angelo a Maria, Giuseppe ritornò a Nazareth  per sistemare alcune faccende e vi dimorò solo alcuni giorni. Egli non sapeva ancora  nulla dell'incarnazione che si era compiuta nella sua sposa. Maria Santissima, divenuta  la madre di Dio e la serva del Signore, conservava il segreto per umiltà. Quando la  Vergine si accorse che il Verbo si era incarnato nel suo corpo, senti un'ardente  necessità di recarsi a visitare la cugina Elisabetta in Juta, presso Hebron, poiché  l'Angelo le aveva detto che il corpo di Elisabetta era stato benedetto come il suo, sei  mesi prima. Giuseppe accompagnò Maria ed intraprese il viaggio verso Juta perché  voleva recarsi a Gerusalemme per celebrarvi la Pasqua. Si diressero, quindi, verso il  sud e portarono con loro un asino sul quale saliva Maria quando era stanca di  camminare a piedi. L'asino portava il carico di una bisaccia con i viveri e vari arnesi.  La santa Coppia aveva portato con sé, ben conservata, una veste marrone di Maria con  una specie di cappuccio; questa si chiudeva con dei nastri e la Vergine l'indossava  quando andava al tempio. Maria indossava per il viaggio una camicia scura di lana, sopra aveva un abito grigio con una cintura e in testa portava una specie di cuffia gialla.  Non restarono molto in viaggio. Li vidi attraversare la pianura di Esdrelon e,  dirigendosi verso il sud, entrarono in Dothan, città posta sopra un'altura; presero  alloggio nella casa di un amico del padre di Giuseppe. Il padrone di casa si chiamava  Eldoa ed era considerato quasi un fratello da Giacobbe, il padre di Giuseppe. Ela,  

Eldoa o Eldad era un uomo agiato e discendeva da un re della tribù di Davide. Una  volta li vidi pernottare in un tugurio, ed un'altra volta li ho veduti prendere alloggio in  una capanna di vimini per i viaggiatori. La capanna si trovava a circa dodici ore di  cammino dalla dimora di Zaccaria; il verde dei rami coperti di candidi fiori ne rendeva  l'aspetto graditissimo. In quella regione si vedono numerosi pergolati di questo tipo o  anche massicci edifici che, eretti lungo le strade maestre, servono ai pernottamenti o  alle soste dei pellegrini. Qualche famiglia delle vicinanze si prendeva cura della  capanna e forniva ai viaggiatori quanto occorreva loro di più essenziale, ricevendone  un lieve compenso. Dopo aver assistito alle celebrazioni della Pasqua, la santa Coppia  si diresse verso Juta, prendendo la via più lunga ma confortevole. Passarono vicino ad  una piccola città nei pressi di Emanus. Queste strade saranno battute più tardi da Gesù  nei suoi pellegrinaggi. Vidi San Giuseppe e Maria seduti in una valle per riposare. Tra  i dintorni montuosi, mangiarono e si dissetarono con acqua mista ad un balsamo da  loro molto usato. Ripresero il cammino passando tra enormi rupi ed arbusti secchi, dappertutto c'erano spaziose caverne dove si vedevano pietre stranissime di svariati  tipi. Le valli erano assai fertili. Il loro percorso attraversava boschi, campi e immensi  prati; giunti in vista della casa di Zaccaria vidi un albero adorno di bellissime foglie di  un bel colore verde e mazzetti di fiori. Ogni fiore era composto di nove campanelle di  color rosso pallido. Compresi il simbolismo mistico di questo fiore bellissimo. 

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