Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica
GIOVANNI PAPINI (1881-1956) era ateo convinto e dichiarato. Nel 1911 a 31 anni pubblicò un libro Le memorie d’Iddio nelle quali mise ironicamente in bocca a Dio queste parole blasfeme: Uomini: divenite tutti atei, e presto; Dio stesso, il vostro Dio, ve lo chiede con tutta l’anima. Nel 1912 pubblicò l’opera Un uomo finito, nella quale già dava segni della disperazione della sua anima e del bisogno di una luce.
Afferma: Tutto è finito, tutto è perduto, tutto è cancellato. Non posso fare nulla; consolarmi? No. Piangere? Per lasciarsi andare nel pianto occorre un po’ di speranza. E io non sono nulla, non valgo nulla, e non voglio niente. Sono una cosa, non un uomo. Toccami, sono freddo, freddo come un sepolcro. Qui è sepolto un uomo, che non può arrivare ad essere Dio.
E continua dicendo: Io non voglio né pane né gloria, né compassione. Chiedo, umilmente, in ginocchio, con tutta la forza e la passione propria alla mia anima, un poco di certezze: una piccola fede salda, un atomo di verità... Ho bisogno di qualcosa di veritiero. Non posso vivere senza la verità. Non chiedo null’altro, non chiedo nulla di più, ma so che ciò che chiedo è una cosa grande, straordinaria. Ma lo voglio a qualunque costo. Senza questa verità non riesco a vivere e, se nessuno ha pietà di me, se nessuno mi può rispondere, cercherò nella morte la felicità della luce eterna o la quiete del nulla.
E Cristo, che lo stava aspettando, gli andò incontro. Non è noto quando, ma dovette accadere tra il 1919 e il 1921. Il suo amico Domenico Giuliotti, pio cattolico, lo aiutò il questo cammino verso Cristo. Nel 1921 era già un fervente cattolico, innamorato di Cristo. E il suo amore lo manifestò nella sua grande opera Storia di Cristo, che vuol essere un atto di riparazione per tutti gli scritti anticristiani scritti precedenti, nei quali aveva insultato Cristo con parole di inusitata volgarità. Una volta convertito, chiese a sua figlia Viola di cercare tutte le copie delle sue opere, in particolar modo Le Memorie di Dio per bruciarle.
Da innamorato di Cristo diceva: Cristo è vivo. è un’esperienza emozionante, che vivono tutti i convertiti: Cristo è vivo. Oh Cristo, abbiamo bisogno di te, di te solo. Tu ci ami... Venisti per salvare, nascesti per salvare, ti facesti crocifiggere per salvare, la tua missione e la tua vita è salvare e abbiamo bisogno di essere salvati.
Morì l’8 di luglio del 1956 da terziario francescano, dopo aver ricevuto l’estrema unzione dei malati.
Padre ángel Peña
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