giovedì 21 gennaio 2021

Abbattere la teologia

 


La Battaglia  Finale del Diavolo

Il 19 dicembre 1946, sull’Osservatore Romano, Papa Pio XII (parlando  contro le teorie eterodosse di modernisti del calibro di Chenu e de  Lubac), ammonì che quella che veniva lodata come “nuova teologia”  avrebbe finito per minare alle fondamenta la stessa Fede:

Si fa un gran parlare (ma senza la necessaria chiarezza di concetto) di una “nuova teologia”, che sarebbe in costante  mutamento, seguendo l’esempio di tutte le altre cose terrene, che  cambiano costantemente e sono sempre in movimento, senza per  altro mai raggiungere i loro obiettivi. Se dovessimo accettare una tale opinione, cosa accadrebbe agli immutabili dogmi della Fede Cattolica; e cosa accadrebbe all’unità e della stabilità di quella  Fede?217

Come abbiamo visto, Giovanni XXIII non tenne in considerazione  gli avvertimenti di Papa Pio XII; al Vaticano II egli infatti riabilitò  quegli stessi promotori della “nuova teologia” che erano stati sospettati  d’eresia durante il precedente pontificato di Papa Pio XII. Secondo  la testimonianza di Mons. Bandas: “Non v’è dubbio che il buon Papa  Giovanni pensasse che questi teologi sospetti avrebbero corretto le loro  idee ed avrebbero dato il loro contributo sincero alla Chiesa. Ma avvenne  l’esatto opposto.... La grande confusione era cominciata. Divenne subito  evidente che non sarebbe stato permesso né al Concilio di Trento né al  Vaticano I né ad alcuna enciclica di impedire la sua avanzata”.

Analizziamo ora quali sono stati gli effetti della “nuova teologia”  sulla Chiesa. Ad oggi, in nome del Vaticano II, viene affermato: 

•  che la Chiesa deve dialogare e collaborare con i Comunisti, i  musulmani, gli eretici, gli scismatici e gli altri nemici della fede  (nell’ordine oggettivo delle cose);

•  che il costante insegnamento ecclesiastico pre-conciliare contro  il Liberalismo (contenuto nel Sillabo del Beato Pio IX) e contro il Modernismo (contenuto nella Pascendi di San Pio X) – è “partigiano”  e datato;

•  che la Chiesa deve “cercare” di “riconciliarsi” con i principi della rivoluzione Francese;

•  che la “Chiesa di Cristo” è un‘entità più grande della Chiesa Cattolica;

•  che gli eretici (cioè i protestanti) e gli scismatici non devono più  convertirsi e tornare alla Chiesa Cattolica per la propria salvezza, e  neanche per l’unità.

In breve, i nemici della Chiesa tra le fila dei neo-modernisti, dei  Massoni e dei Comunisti, hanno visto i loro sogni teologici divenire, per  la maggior parte, realtà.

Tuttavia, il Vaticano sembra oggi disposto a discutere con la Società  di San Pio X sul disastro teologico che ha fatto seguito al Vaticano  II. Non v’è dubbio che i partigiani del Concilio, nel Vaticano, siano  impegnati ad indurre la Società ad abbracciare le novità ambigue di  quel Concilio – cosa che, tra l’altro, nessun Cattolico ha il dovere di  fare. Al contrario, tutti i fedeli Cattolici hanno il dovere di resistere e di  rifiutare tutti gli errori che vengono commessi contro l’insegnamento  perenne della Chiesa - persino se tali errori fossero promossi da un  Concilio non infallibile, quale fu il Vaticano II. Questo perché la Chiesa  non ha alcun potere di inventarsi nuove dottrine.218 Ciò nonostante,  stiamo assistendo a qualche miglioramento, perché il Vaticano sembra  mostrare almeno l’intenzione di mettere in discussione i documenti  conciliari, piuttosto che pretendere una falsa “obbedienza” a concetti  nuovi e nebulosi che hanno provocato chiaramente così tanti danni alla  Chiesa e alla causa del Vangelo.

Padre Paul Kramer

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