Il germe della Divina Volontà nell’atto della creatura.
(Volume 26 - Settembre 15, 1929)
[…] “Figlia mia, la ripetizione dei tuoi atti nel Fiat Divino spezza l’isolamento di Esso e genera la compagnia a tutti gli atti che fa la Divina Volontà; quindi Essa non si sente più sola, ma tiene a chi può ridire le sue pene, le sue gioie ed affidare i suoi segreti. E poi, un atto continuamente ripetuto è virtù divina e tiene virtù di generare i beni che non esistono, di riprodurli e comunicarli a tutti. Un atto continuato è il solo capace di formare la vita e di poter dar vita. […]
Non c’è un istante in cui la mia Divina Volontà lasci la creatura e che, riversandosi sopra di lei non le comunichi le sue varie tinte di bellezza, la sua dolcezza infinita, il suo amore inestinguibile; che cosa non le fa e dà la mia Divina Volontà? Tutto; eppure non è riconosciuta né amata, né [le creature] conservano in loro i beni che comunica loro. Qual dolore! Mentre si sviscera sopra ciascuna creatura non trova i beni che comunica, e nel suo dolore continua il suo atto di luce sopra di loro senza mai cessare. Ecco, perciò chi deve vivere nel mio Fiat deve avere i suoi atti ripetuti e continui, per far compagnia [alla mia Divina Volontà] e raddolcirla nel suo intenso dolore”.
(E Luisa prosegue:)
Dopo di ciò continuavo a valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come emettevo i miei piccoli atti nell’Eterno Volere, così si formavano nell’anima mia tanti germi - ed il seme di questi germi era di luce di Volontà Divina - variati da tanti colori, ma animati tutti di luce. Ed il mio dolce Gesù facendosi vedere, ad uno ad uno alitava quei germi, e come li fiatava, quei germi crescevano tanto da toccare l’immensità divina. Io son restata meravigliata nel vedere la bontà del mio sommo Bene Gesù, che con tanto amore prendeva nelle sue mani santissime quei germi per alitarli, e poi li metteva tutti in ordine nell’anima mia; e guardandomi con amore mi ha detto: “Figlia mia, dove c’è la forza creatrice della mia Divina Volontà, il mio alito divino ha la potenza di rendere immensi gli atti della creatura; perché mentre la creatura opera nel mio Fiat, nel suo atto vi entra la forza creatrice, la quale vi mette la sorgente dell’immensità divina, ed il piccolo atto della creatura si converte, chi in sorgente di luce, chi in sorgente d’amore, altri in sorgente di bontà, di bellezza, di santità; insomma, quanti più atti fa, tante sorgenti divine più acquista, e crescono tanto da sperdersi nell’immensità del suo Creatore. […] La mia Divina Volontà, più che lievito […] getta la fermentazione divina nell’atto umano e l’atto umano diventa atto divino. Ed Io quando trovo il germe della mia Divina Volontà nell’atto della creatura, mi diletto di fiatare l’atto di essa e lo elevo tanto da renderlo immenso; molto più che quell’atto lo possiamo chiamare atto nostro, Volontà nostra operante nella creatura”.
Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
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