mercoledì 24 febbraio 2021

LA VITA DELLA MADONNA

 


Secondo le contemplazioni 

della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick 


La Visitazione: Giuseppe e Maria arrivano alla casa di Zaccaria e di  Elisabetta Le due maternità più eccelse della storia cristiana si incontrano 

La casa di Zaccaria era posta sopra una collina isolata, attorniata da gruppi di case  sparse nella zona. Un torrente scorreva da un monte non molto lontano. Dopo aver  celebrato la Pasqua al tempio, Zaccaria ritornò a casa. Vidi Elisabetta agitata andargli  incontro. Era una donna attempata, d'alta statura e di viso gentile, aveva la testa  coperta da un velo. La vidi percorrere emozionata la strada verso Gerusalemme.  Zaccaria si preoccupò non poco nel vederla così lontana da casa in quelle delicate  condizioni. Appena lei lo vide, gli narrò di aver sognato che la cugina, Maria di  Nazareth, era in cammino per visitarla. Il pio uomo, servendosi di gesti e segni, cercò  di dissuaderla dimostrandole con diverse argomentazioni l'inconcretezza del sogno.  Egli era convinto che una donna sposata da poco tempo non avrebbe potuto  intraprendere un viaggio così lungo. Malgrado tutte le premure di Zaccaria per  convincere la consorte a desistere da quell'attesa, la santa Donna non sapeva  rinunciarvi. Aveva visto in sogno che una sua parente sarebbe divenuta madre del  promesso Messia. Il pensiero correva alla Santissima Maria e nel suo spirito la vedeva  arrivare. Alla destra del vestibolo dell'abitazione di Zaccaria c'era una stanza con delle  sedie, là sedutasi, il giorno seguente, Elisabetta stette per molto tempo ad osservare  l'orizzonte. Improvvisamente scorse due figure lontane, allora si alzò e corse loro  incontro. Maria, lasciando indietro Giuseppe, affrettò il passo. Le due donne si porsero  calorosamente ma con timidezza la mano; ammirai allora un fascio di luce trasmettersi  dalla Vergine a Elisabetta. Giuseppe era rimasto indietro, rispettoso. La meravigliosa  figura carismatica della Vergine, aureolata di luce soprannaturale, aveva attratto la  timida curiosità della gente del vicinato che, pur mantenendosi rispettosamente ad una  certa distanza, fu inconsapevolmente testimone del santo incontro. Le vedo, l'una al  braccio dell'altra, attraversare il cortile interno ed entrare in casa. Giunte alla porta,  Elisabetta diede nuovamente a Maria Santissima il benvenuto, ed entrarono. Giuseppe,  frattanto, tirava il somaro conducendolo all'interno del cortile della dimora di Zaccaria,  e consegnatolo ad un servo, entrò in una sala della casa dove vide l'anziano sacerdote.  Al cospetto del venerabile saggio, Giuseppe s'inchinò umilmente e si mostrò stupito di  trovarlo muto. Zaccaria, abbracciandolo con effusione, gli scrisse su una tavoletta il  motivo per cui era rimasto muto dall'apparizione dell'Angelo, che Maria già sapeva.  Le due donne, oltrepassata la soglia, entrarono in una sala che mi pareva servisse  anche da cucina. Qui si abbracciarono per la felicità di essersi trovate. Vidi di nuovo il  raggio che, più luminoso di prima, da Maria Santissima penetrò nel cuore di  Elisabetta. Questa, allora, inondata di Spirito Santo e di ardore celeste, alzò le palme al  cielo ed esclamò: "Tu sei la benedetta tra le donne, e benedetto è il frutto delle tue  viscere. Come posso spiegarmi il turbamento che tutta mi commuove? Perché è  venuta a me la madre del mio Signore? Quando mi hai salutata il mio bambino è  balzato di gioia vicino al mio cuore! Oh! tu sei la fortunata fra le donne! Tu hai  creduto, e ciò che credesti si avverò e si verificherà quello che ti fu promesso dal  Signore". Mentre Elisabetta parlava in questo modo, condusse Maria nella stanzetta  che aveva già disposto per lei affinché potesse riposarsi dal lungo cammino. La Santa  Vergine allora incrociò le mani sul petto e nella sua estasi intonò il canto di lode:  "L'anima mia onora il Signore e il mio spirito si vivifica in Lui, mio Salvatore, perché  Egli si è degnato di contemplare la nullità della sua ancella; ed ecco che da  quest'istante tutte le genti mi chiameranno beata, perché in me il Potente fece grandi  cose, Egli che è grande, il cui nome è santo, la cui misericordia si spande di  generazione in generazione su tutti quelli che lo temono. Egli ftce opere di potenza col  suo braccio ed ha distrutto le vane speranze dei superbi; ha deposto dal loro seggio i  potenti ed ha esaltato gli umili; ha colmato di doni i poveri e rimandato senza conforto  i ricchi. Egli ha accolto Israele, suo servo, memore della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo ed ai suoi figli per l'Eternità"  (cfr. Lc 1,47-55). Vidi Elisabetta assorta in estasi che cantava il Magnificat, poi le due  sante donne si avvicinarono ad un piccolo tavolo su cui si trovavano dei bicchieri. Oh!  come sono stata felice di poterle accompagnare con la mia preghiera! 

Suor Emmerick al pomeriggio dello stesso giorno così continuò in uno stato 

estatico: 

"Giuseppe e Zaccaria sono assieme e discorrono della prossima venuta del Messia e  del compimento dell'antica profezia. Zaccaria è un bell'uomo anziano, vestito da  sacerdote. Egli risponde sempre con segni, oppure scrivendo su una tavoletta. La  stanza dove essi si trovano ha una porta sul giardino, il sole splende e tutto richiama  all'armonia del cuore. Vedo adesso i due nel giardino, all'ombra di un grande albero;  sono seduti al suolo su un tappeto. Dietro l'albero vi è un pozzo da cui si attinge  l'acqua aprendo un rubinetto. Ammiro meglio questo giardino: è coperto di erba molto  verde, ci sono fiori ed alberi carichi di piccole susine giallognole. Mentre discorrono  lentamente, mangiano un po' di frutta che prendono dal sacco portato da Giuseppe.  Zaccaria prosegue la conversazione sempre scrivendo sulla tavoletta. Com'è  commovente la loro semplicità! I due servi e le due ancelle addette alla casa si  affaccendano nei servizi domestici, preparano la tavola sotto un altro albero, dove  sopraggiungono Zaccaria e Giuseppe per mangiare qualcosa. Giuseppe rimane otto  giorni a casa di Zaccaria. Fino a questo momento egli ignora ancora le condizioni in  cui si trova il corpo della Santa Vergine. Maria ed Elisabetta, che si comprendono per i  moti interiori dell'animo, tacciono. Alcune volte, specialmente poco prima del pranzo,  le sante donne intonano una litania e poi pregano tutti insieme. Vedo apparire in  mezzo a loro una croce.  

3 luglio 

Ieri sera si trattennero fino a mezzanotte sotto l'albero del giardino. Una torcia li  rischiarava. Poi Giuseppe e Zaccaria si ritirarono per la preghiera, anche Maria ed  Elisabetta, rapite in estasi, cantarono e contemplarono il Magnificat, come ogni sera.  Vidi Zaccaria condurre San Giuseppe in un orticello che apparteneva pure alla casa, e  siccome era un uomo ordinato e precisissimo, così pure quest'orto mostrava una  coltura diligente: era ricco di belle piante e di alberi da frutta. Vidi nell'orto una casetta  quasi nascosta tra il fogliame in cui scorsi due figure; penso che rappresentassero  Zaccaria ed Elisabetta quand'erano più giovani. Di più non saprei dire, perché la  visione di quelle figure fu assai breve e indistinta. Frattanto, Elisabetta e Maria erano  rimaste, a casa assai affaccendate. La Vergine prendeva parte a tutte le vicende  domestiche e preparava tutto quanto occorreva per l'imminente parto della cugina.  Lavoravano insieme a tessere un gran tappeto che doveva servire da letto ad  Elisabetta. Le ebree si servivano di tappeti nel cui centro era assicurato un largo  mantello di lana, in modo tale che la partoriente vi si potesse avvolgere dentro  interamente col nascituro. L'orlo del tappeto era ricamato a fiori e vi erano incisi dei  proverbi. Le due donne prepararono pure molte cose da regalare ai poveri in occasione  del parto. Zaccaria e Giuseppe, dopo aver pregato sotto le stelle, si ritirarono a dormire  nella capanna dell'orto. Allo spuntar dell'alba tornarono a casa dove si ritrovarono con  le rispettive consorti. Stanotte ho visto le sante donne assorte in preghiera. Improvvisamente in questa visione ho compreso molte allusioni contenute nel Magnificat, fra  le quali una relativa all'istituzione del Santo Sacramento. Al passo: "Tu hai fortificato  il tuo braccio..." mi sono comparsi moltissimi simboli relativi al Santo Sacramento  dell'altare contenuti nell'Antico Testamento, fra questi Abramo mentre stava per sacrificare Isacco, e Isaia che predicava la verità ad un re cattivo, il quale lo scherniva. Ho  visto numerose cose da Abramo fino ad Isaia e da questi fino ai tempi della Santa  Vergine. Ho visto che i giorni del Santo Sacramento e della Chiesa di Gesù Cristo  erano veramente prossimi. Il saluto dell'Angelo aveva consacrato la Santa Vergine alla  Chiesa, e quand'Ella pronunciò le parole dell'accoglimento: "Ecco l'Ancella del  Signore, avvenga di me come tu hai detto" il Verbo di Dio che dimorava nel tempio  Celeste andò a germogliare nel suo seno. La Vergine in quel momento si trasformava  nel tempio terreno e nell'Arca della Nuova Alleanza di Dio. Il saluto di Elisabetta e la  vivificazione di Giovanni nell'utero della madre erano stati i primi omaggi tributati dall'umanità all'Eletta del sacro Santuano. 

           Prima di addormentarsi Suor Emmerick recitò le litanie dello Spirito Santo,  particolarmente il Veni  Sancte Spiritus. La sera seguente, come una fanciulla  innocente, Suor Emmerick levò in alto le mani segnate dai santi sigilli e continuò la  narrazione. 

Oggi non ho conversato quasi con alcuno, molte visioni che avevo dimenticato mi  sono tornate alla mente come il mistero del Santo Sacramento dell'Antica Alleanza.  Ho vissuto un momento di quiete profonda; com'è stato bello! Ho visto di nuovo la  Terra Promessa dove abitava Maria. Faceva molto caldo. Vedevo quelle sante persone  entrare nel giardino, prima Zaccaria e Giuseppe, poi Elisabetta e Maria. Erano sotto  una specie di capanna vicino ad un albero gigantesco, sedevano su piccole sedie,  mangiavano e discorrevano, ogni tanto passeggiavano, poi si fermavano per meditare e  pregare. Hanno trascorso così la notte intera in quel giardino sotto la volta celeste.  Mentre la bellezza della natura illuminata dalla volta stellata li circondava, Maria ha  annunciato a Zaccaria che egli presto avrebbe ricevuto la grazia della parola. Il mio  Angelo custode mi ha illuminato il cuore con un simbolo, il quale mostrava che solo  un'ingenua e viva fede in Dio può operare e realizzare ogni cosa. Più tardi Giuseppe si  è preparato per il viaggio di ritorno a Nazareth, che avrebbe fatto da solo; Zaccaria gli  sarebbe stato compagno per un tratto di strada. 

7 luglio. 

Nella casa di Elisabetta ho visto la Vergine dormire nella sua stanza, era distesa su un  fianco ed appoggiava la testa sul braccio. Maria era avvolta in un lenzuolo bianco  dalla testa fino ai piedi. Sotto il suo cuore ho visto una gloria luminosa a forma di pera  circondata da un cerchio di luce chiarissima. Avevo visto anche in Elisabetta  manifestarsi una simile aureola che, sebbene fosse più ampia nella forma, presentava  però minor pienezza di luce di quella di Maria. 

Sabato 8 luglio. 

Ieri sera, venerdì, ebbero inizio le solennità del sabato nella casa di Zaccaria. Alcune  torce illuminavano il volto di Giuseppe e Zaccaria che, con altre sei persone dei  dintorni, pregavano genuflessi intorno ad una cassa sulla quale stavano aperte le  pergamene delle preghiere. Le teste degli oranti erano avvolte in panni. Mi sembrò che  pregassero come gli Ebrei moderni. Un tramezzo di vimini divideva l'oratorio  maschile da quello femminile, dove pregavano Maria, Elisabetta ed altre due donne.  Vidi Zaccaria con una veste bianca con maniche non molto larghe, portava una  larghissima cintura ornata di lettere e nastri pendenti. Un cappuccio era cucito alla  parte posteriore della veste ed era ripiegato all'indietro. Anche Giuseppe indossava una  veste sacerdotale assai bella. Consisteva in un mantello pesantissimo tessuto di stoffa  bianca e color porpora; non aveva maniche, era agganciato sul petto per mezzo di tre  fermagli ornati di gioielli. Dopo aver celebrato il banchetto del sabato, la Santa  Vergine ed Elisabetta si ritirarono a pregare. Le vidi una di fronte all'altra, con le  braccia congiunte sul petto e il velo nero sul volto. Durante la seconda parte del  cantico un fascio di luce celeste scese su Maria. Era appena calata la notte quando  Giuseppe, accompagnato da Zaccaria, si preparò ad intraprendere il cammino sotto le  stelle. Prima di partire si genuflessero ancora una volta in preghiera. Giuseppe si  appoggiava al suo bastone ritorto alla sommità e portava con sé un sacchetto con dei  pani ed un piccolo fiasco. Anche Zaccaria si era munito di un lungo bastone. Prima  della partenza strinsero le proprie consorti al petto in segno di fraterno amore; non vidi  che si baciassero. Le pie donne li accompagnarono per un tratto, poi si separarono per  rientrare in casa. Zaccaria e Giuseppe proseguirono da soli il cammino, confortati dalla  limpida notte serena. 

Martedì 11 luglio. 

I due santi uomini passarono la notte in una capanna. Avevano preso la strada più  lunga per far visita ad alcuni parenti. Credo che avessero calcolato per quel viaggio tre  giorni complessivi di cammino. 

13 luglio. 

Ieri ho visto Giuseppe solo nella casa di Nazareth. L'ancella di Anna aveva ogni cura  di provvederlo del necessario. Anche Zaccaria, dopo essere stato a Gerusalemme, era ritornato alla sua dimora. La Santa Vergine ed Elisabetta, intanto, lavoravano  e pregavano. Dopo cena passeggiavano nell'orto, godevano la brezza serale e  parlavano di Dio. Di solito le sante donne si coricavano alle ventuno per alzarsi prima  dello spuntare dell'alba. Maria rimase presso Elisabetta per tre mesi, fin dopo la nascita di Giovanni; non assistè alla circoncisione del nascituro. 

Tutto questo fu quanto Suor Emmerick vide sulla Visitazione della Vergine ad  Elisabetta. Ella raccontò le visioni del santo incontro nel mese di luglio, ma in realtà  la visita di Maria ebbe luogo in marzo. 

Abbiamo pensato di completare questo racconto della Veggente con i seguenti  passi dal Vangelo di Luca: "I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato  in lei (Elisabetta) la sua misericordia e si rallegravano con lei" (Lc 1,58). "All'ottavo  giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo  padre, Zaccaria" (Lc 1,59). La circoncisione costituiva il segno dell'alleanza tra Dio e  Israele (Gen 17,11) e si praticava l'ottavo giorno (Lv 12,3). Questa poteva farla  chiunque, ma comunemente la faceva il padre. "Ma sua madre intervenne: "No, si  chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami  con questo nome!". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si  chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome!". Tutti  furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la  lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i vicini furono presi da timore e per tutta la  regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le  udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano.  Davvero la mano del Signore stava con lui. Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito  Santo e profttò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e  redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di  Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:  salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso  misericordia ai e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad  Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza  timore in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino,  sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli  le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei  suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci  dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra  di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Il fanciullo cresceva e si  fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua  manifestazione a Israele".  (Lc 1,60-80).  

La nascita di Giovanni - Maria ritorna a Nazareth e Giuseppe è consolato dall'Angelo 

La Vergine dunque ritornò a Nazareth e Giuseppe fece la metà del cammino per  incontrarla. Durante la strada che portava da Juta a Nazareth, San Giuseppe notò per la  prima volta che Maria era gravida. Egli fu turbato da molti sospetti, poiché nulla  sapeva dell'Annunciazione fatta dall'Angelo alla Santa Vergine. Piena di umiltà, Maria  aveva conservato in sé il segreto di Dio. Molto inquieto, Giuseppe combattè dentro se  stesso l'angoscia del sospetto che lo pervadeva. La Vergine, che aveva previsto il  turbamento di Giuseppe, divenne pensierosa e sempre più severa nel suo contegno;  questo aumentò l'inquietudine del pover'uomo. Arrivati a Nazareth, si fermarono per  due giorni presso alcuni parenti, che genereranno Parmena, il quale nacque all'epoca di  Gesù e fu uno dei sette diaconi nella prima comunità cristiana riunita a Gerusalemme.  Mentre alloggiavano presso questa famiglia, l'inquietudine di Giuseppe era giunta a tal  punto che pensò di lasciare Maria e fuggirsene segretamente per non condannarla in  pubblico. Stava appunto meditando quest'idea quando gli apparve un Angelo che lo  consolò. 

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