giovedì 8 aprile 2021

Vi saranno quelli che abiteranno nella Gerusalemme del cielo, dove si gusterà la gioia eterna e quelli che andranno nelle tenebre e nel buio per sempre.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

18In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa d’Israele e verranno insieme dalla regione settentrionale nella terra che io avevo dato in eredità ai loro padri.

Ecco un’altra profezia misteriosa che mai si è compiuta sulla terra in senso letterale. Mai Giuda e Israele sono ritornati in unità.

In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa d’Israele e verranno insieme dalla regione settentrionale nella terra che io avevo dato in eredità ai loro padri.

In senso spirituale questa unità si compie perennemente nella Chiesa, ma essa stessa è un corpo diviso in tante parti. Anch’essa è lacerata, frantumata.

È come se essa stessa fosse un segno della lacerazione che è avvenuta già nel cielo con il terzo degli angeli precipitati nell’inferno.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.

Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:

«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è disceso sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

Quando il drago si vide precipitato sulla terra, si mise a perseguitare la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio, dove viene nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dal serpente. Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d’acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso alla donna: aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.

Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

E si appostò sulla spiaggia del mare (Ap 12,1-18).

Ma anche come segno di quella separazione eterna che avverrà nell’umanità. Tutta la creazione intelligente dal futuro immortale sarà divisa per sempre.

Vi saranno quelli che abiteranno nella Gerusalemme del cielo, dove si gusterà la gioia eterna e quelli che andranno nelle tenebre e nel buio per sempre.

Allora cosa vuole rivelarci il Signore con questa profezia? Essa contiene e manifesta il suo desiderio, la sua volontà, il suo progetto di salvezza.

Dio è uno. Uno è l’universo. Una è l’umanità. Uno vuole che sia il suo popolo. L’unità che regna in Lui vuole che regni anche sulla terra.

Il corpo della Chiesa vuole che sia perfetta immagine del suo ministero trinitario: una sola natura nella quale vivono di comunione eterna le Tre Persone Divine.

Un solo corpo, una sola natura spirituale nella quale dovranno vivere in comunione tutte le persone che sono rigenerate e divenute suoi figli.

Ogni Persona nella Trinità vive in essa tutta la ricchezza della sua Verità eterna ed è questa la sua forza ed anche la sua comunione.

Ogni persona nella Chiesa deve vivere la ricchezza della sua verità e della sua unicità, perché è questa la sua forza ed anche la sua comunione.

Non c’è comunione dove la persona è mortificata, spenta, privata dei suoi doni di grazia e verità che sono unici e che arricchiscono il corpo di Cristo Signore.

La comunione non è mettere insieme degli uguali, negli uguali non vi è comunione, non vi è vita. La comunione è nella diversità, nella specificità.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

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