mercoledì 23 giugno 2021

L E 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


DODICESIMA ORA 

Dalle 4 alle 5 del mattino Gesù in mezzo ai soldati


Vita mia dolcissima, Gesù, mentre dormivo stretta al tuo Cuore, spesso mi sentivo pungere dalle spine che pungono il tuo santissimo Cuore. E volendo svegliarmi perché Tu abbia una almeno che noti tutte le tue pene e Ti compatisca, mi stringo più forte al tuo Cuore, e, sentendo più al vivo le tue punture, mi sveglio. Ma che vedo? Che sento? Vorrei nasconderti nel mio cuore per espormi in vece tua e ricevere su di me pene così dolorose, insulti ed umiliazioni così indicibili. Ma solo il tuo amore poteva sostenere tanti oltraggi. Mio pazientissimo Gesù, che cosa potevi sperare da gente così inumana?  

Già vedo che si prendono gioco di Te. Ti coprono il Volto di densi sputi, la luce dei tuoi begli occhi resta coperta di sputi; e Tu, mandando fiumi di lacrime per la nostra salvezza, spingi dai tuoi occhi quegli sputi. E i tuoi nemici, non essendo il loro cuore capace di vedere la luce dei tuoi occhi, tornano di nuovo a coprirli di sputi. Altri, facendosi più bravi nel male, Ti aprono la dolcissima bocca e Te la riempiono di sputi fetenti, tanto che loro stessi ne sentono la nausea. 

E siccome quegli sputi scendono e mostrano in parte la maestà del tuo Volto e la tua sovrumana dolcezza, si sentono rabbrividire e si vergognano di sé stessi; e per essere più liberi Ti bendano gli occhi con uno straccio vilissimo, in modo da potersi del tutto sfrenare sulla tua adorabile Persona. Sicché Ti battono senza pietà, Ti trascinano, Ti pestano sotto i piedi e ripe- tono i pugni, gli schiaffi sul tuo Volto e sulla Testa, graffiandoti e tirandoti per i capelli, e Ti sbalzano da un punto all ’altro. 

Gesù, Amor mio, il cuore non regge vedendoti in tante pene. Tu vuoi che noti tutto, ma io mi sento che vorrei coprirmi gli occhi per non vedere scene così dolorose che fanno strappare il cuore da ogni petto, ma l’amore per Te mi costringe a guardare che ne è di Te. E vedo che non fiati, che non dici una parola per difenderti, che stai in mano a questi soldati come uno straccio e possono fare di Te quello che vogliono, e, vedendoli saltare sopra di Te, temo che Tu muoia sotto i loro piedi. 

Mio Bene e mio Tutto, è tanto il dolore che sento per le tue pene, che vorrei dare grida così forti da farmi sentire su nel Cielo, e chiamare il Padre, lo Spirito Santo e gli Angeli tutti, e qui in terra, da un punto all’altro, chiamare per prima la dolce Mamma e tutte le anime che Ti amano, in modo che, formando cerchio attorno a Te, impediamo a questi insolenti soldati di avvicinarsi a Te per insultarti e tormentarti ancora. Ed insieme con Te ripariamo tutte le specie di peccati notturni, soprattutto quelli commessi dai settari sulla tua sacramentale persona durante la notte, e tutte le offese delle anime che non si mantengono fedeli nella notte della prova. 

Ma vedo, insultato mio Bene, che i soldati, stanchi e ubriachi, vorrebbero riposarsi; ed il povero mio cuore, oppresso e lacerato da tante tue pene, non vuol restare solo insieme con Te, sente il bisogno di un’altra compagnia. Deh! Dolce Mamma mia, sii Tu la mia inseparabile compagnia, abbracciamo insieme Gesù per consolarlo. O Gesù, insieme con la Mamma Ti bacio e benedico, e con Lei prenderò il sonno dell’amore sul tuo adorabile Cuore. 

 

Riflessioni e Pratiche 

Gesù in quest ’ora è in mezzo ai soldati con animo imperturbabile, con costanza ferrea. Da quel Dio che è, soffre tutti gli strapazzi che i soldati Gli fanno, e li guarda con tanto amore, da sembrare che li inviti a dargli più pene. E noi, nelle ripetute sofferenze, siamo costanti, oppure ci lamentiamo, c’infastidiamo, perdiamo la pace, quella pace del cuore necessaria per fare che Gesù possa trovare in noi una felice dimora?  

La fermezza è quella virtù che fa conoscere se Dio regna veramente in noi. Se è vera virtù la nostra, saremo fermi nella prova con una fermezza, non a periodi, ma sempre eguale a sé stessa, ed è questa sola fermezza che ci dà la pace. 

Come più ci rendiamo fermi nel bene, nel patire e nell ’operare, così veniamo ad allargare il campo intorno a noi, dove Gesù allargherà le sue grazie . 

Sicché, se noi saremo incostanti, piccolo sarà il nostro campo, e Gesù poco o nulla potrà spaziarsi. Se invece noi saremo fermi e costanti, trovando Gesù il campo molto esteso, troverà in noi il suo appoggio e sostegno, e dove distendere le sue grazie. 

Se vogliamo che il nostro amato Gesù riposi in noi, circondiamolo della stessa fermezza con cui operava per la salvezza delle anime nostre. Egli così difeso starà nel nostro cuore in dolce riposo. Gesù guardava con amore quelli che lo maltrattavano. E noi, guardiamo con lo stesso amore quelli che ci offendono? E l’amore che mostriamo loro è tanto, da far che sia voce così potente per i loro cuori da convertirli a Gesù? 

 * 

Mio Gesù, Amore senza confine, dammi questo amore e fa ’ 

che ogni pena chiami anime a Te. 


Gesù, nell ’oscurità della prigione 

 ( Dal Volume 13 - 29 Ottobre 1921 ) 

 [ Scrive Luisa:] 

Questa notte l ’ho passata in veglia e la mia mente spesso volava al mio Gesù, legato nella prigione. “Figlia, i nemici Mi lasciarono solo in prigione, legato orribilmente e all ’oscuro, sicché d’intorno tutto era fitte tenebre. Oh, come Mi affliggeva questa oscurità! Avevo le vesti bagnate dalle acque sporche del torrente, sentivo la puzza della prigione e degli sputi di cui ero imbrattato; avevo i capelli in disordine, senza una mano pietosa che Me li togliesse davanti agli occhi e alla bocca; le mani avvinte dalle catene e l ’oscurità non Mi permetteva di vedere il mio stato, ahimè, troppo doloroso ed umiliante. Oh, quante cose diceva questo mio stato sì doloroso in questa prigione!” 

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