LA CHIESA DI SEMPRE
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Dopo aver visto che la Chiesa adempie la sua missione di insegnare la verità e predicare e professare la Carità, non teme nessuna persecuzione fidando nelle promesse infallibili del suo Fondatore divino, non può temere nessuna persecuzione, sicura delle parole di Gesù: «Abbiate fede, perché Io ho vinto il mondo» (Giov. XVIII); «Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo e poi non possono fare altro» (Lc. XII); «Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti, dagli amici e sarete in odio a tutti per il nome mio, ma non perirà un capello dal vostro capo» (Lc. XX). Ed in realtà, la Chiesa ha veduto passare contro di sé, apostasie, perfidie, tradimenti, ma la Chiesa, ricordando con Davide che “Dio ride di loro” (Sal. II), e l’altro detto dal Signore: «Ho veduto l’empio elevato ed esaltato sopra i cedri del Libano; sono passato e non era più» (Sal. XXXVI). Anche per la Chiesa, con i giorni di calma e di pace, succedono, poi, giorni di lotta e di lutto, e ignominie di oggi vengono le glorie di domani e, quando Essa sembra abbattuta e vinta, arrivano, allora, le vendette di Dio sui suoi avversari. La Chiesa continua a svelare all’uomo la sua celeste origine: tu vieni da Dio. La Chiesa svela all’uomo il suo destino immortale: la tua patria è il Cielo. La Chiesa combatte il male, il peccato, e insegna tutto ciò che è bene; condanna tutti i vizi e insegna tutte le virtù. Tutto questo ha ispirato a Sant’Agostino la famosa apostrofe alla Chiesa: «Tu, o santa Chiesa cattolica, verissima madre dei cristiani, senza posa vivifichi tutti e ti fai piccola con i fanciulli, forte coi giovani, dolce con i vecchi. Tu, alla donna comandi casta e fedele all’obbedienza all’uomo e metti l’uomo a capo della donna, non perché si prenda gioco della debolezza del sesso, ma perché serbi verso di lei le leggi del santo amore coniugale. Tu tieni uniti i figlioli ai genitori per mezzo dell’obbedienza e a capo dei figli metti i genitori con pietoso dominio. Tu, unisci tra loro i fratelli. Col vincolo della religione più durevole di quello del sangue. Tu, insegni ai servi l’affetto verso i padroni e vuoi che i padroni, tenendo presente che Dio è il loro comune padrone, comandino ai servi senza alterigia, in forma di consiglio piuttosto che di impero. Tu, insegni ai regnanti di giovare ai popoli e ai popoli di essere soggetti ai regnanti. Tu, ricordando a tutti la comune origine, la discendenza dagli stessi progenitori, affratelli i cittadini, i popoli, le nazioni» (De moribus, Ecc. XXX-60). Ecco quello che vi si deve ispirare a non venire mai meno alla gioiosa speranza di sentirvi dire un giorno l’ineffabile invito a Gesù: «Siete voi che foste con Me nell’ora della prova, sedete alla mia mensa nel mio regno eterno!». Ma perchè questo avvenga, dobbiamo camminare dietro le orme dei veri soldati di Cristo, sorretti e confortati in ogni prova dalle divine parole dello Spirito Santo all’angelo della Chiesa di Smirne: «So che la tua tribolazione e la tua povertà… e che sei bestemmiato da quelli che si dicono giudei e non lo sono, ma sono la sinagoga di Satana. Non temere nulla di ciò che sei per patire. Ecco che il Diavolo caccerà in prigione alcuni di voi perché siete provati e sarete tribolati per dieci giorni; sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap. 2). Concludendo questo scritto, vorrei ricordarvi di tenere sempre accesa la vostra lucerna, perché splenda di luce evangelica le virtù e vi abbia a guidare dalla notte di questo mondo ai fulgori della luce eterna!
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