venerdì 4 giugno 2021

LA PIA PRATICA DELLA GRANDE PROMESSA TUTTI IN PARADISO

 


IL SACRO CUORE DI GESÙ 

Il culto del Cuore adorabile di Gesù non ha per oggetto il Sacro Cuore soltanto come simbolo ed immagine dell'amore dell'Uomo­Dio; non è dunque il culto dell'amore di Gesù, simboleggiato dal suo Cuore, ma è il culto del Cuore vera e reale dell'umanità assunta del Verbo; di quel Cuore, che palpitò nel corpo passibile del Signore dalla sua concezione di Spirito Santo nel seno purissimo della Vergine fino alle 3 pomeridiane del Venerdì santo, quando cessò di palpitare per la morte di croce; del Cuore trafitto dalla lancia del soldato; di quel Cuore, che si unì al corpo del Redentore nell'istante della Risurrezione, all'anima beata di Gesù reduce dal limbo, ed ora palpita glorioso in cielo e nel Sacramento eucaristico.  

Il culto che si presta al Cuore di Gesù, culto di latria ossia di adorazione, è un culto legittimo e commendevole.

L'umanità di Nostro Signor Gesù Cristo [25] va adorata in tutte e singole le sue parti, anche staccate e divise, col culto supremo di latria; la ragione è, che l'umana natura di Gesù è stata assunta all'unione col Verbo nella stessa persona, che è la seconda persona della santissima Trinità; l'umanità è l'umanità del Verbo; ora quanto esiste e sussiste nel Verbo che è Dio, ha diritto agli stessi onori che spettano al Verbo; l'umana natura di Gesù esistendo nella Persona del Verbo, ne segue, che l'umanità di Nostro Signore e tutte le sue parti vanno adorate. Questa adorazione termina di per sé alla persona del Verbo, ma per ragione del Verbo si riflette sull'umanità e su tutte le sue parti, che vengono coadorate col Verbo. È di fede cattolica che l'umana natura del Redentore deve venir adorata per la sua unione ipostatica al Verbo, oppure, con parole equivalenti, che noi non adoriamo soltanto il Verbo come è sin dall'eternità presso Dio, ma che adoriamo specialmente il Verbo incarnato.  

Benché l'umanità del Redentore sia adorabile in tutte le sue parti, non abbiamo un culto pubblico e liturgico di altre parti del suo Corpo divino, per esempio del Sacro Volto, delle Sacre Mani, dei Sacri Piedi, ma soltanto del suo Cuore adorabile. Questo [26] culto ha la sua ragione di esistere nella posizione speciale del Cuore del Signore, Cuore che è la fornace e il simbolo del suo amore.  

Quanto vuole Gesù e la Chiesa impone a credere e a praticare ha, oltre allo scopo principale di aumentare la gloria di Dio, anche l'altro di giovare alle anime nel raggiungimento della loro mèta, l'eterna beatitudine in cielo. Ora, mentre è certo che il Cuore di Gesù non ha una maggior dignità delle altre parti del Corpo adorabile del Signore, ma è tanto adorabile quanto le mani forate dai chiodi o i piedi piagati, si comprende facilmente quanto giovi ai fedeli il culto di quel muscolo nobilissimo della umanità del Signore, col quale Egli ci ha tanto amato e tanto ci ama; di questo Cuore che palpita e palpiterà fino alla consumazione dei secoli di amore per noi; di questo Cuore, che è una fornace immensa di amore; di questo Cuore che ha voluto subire per nostro amore l'estremo oltraggio del colpo di lancia e spargere per noi sangue ed acqua per aprirci, con quella ferita, un luogo di rifugio e un porto di salvezza.  

È per accendere nel cuore dei fedeli un fuoco sacro di carità e di amore, che il Signore manifestò le grandezze del suo Cuore [27] e ne chiese un culto speciale; perciò Pio IX, nella bolla di beatificazione di S. Margherita Maria Alacoque, dopo di avere accennato che nessuna cosa sta più a cuore a Gesù, che di eccitare nell'animo degli uomini. la fiamma della carità, secondo le parole del Vangelo: «Sono venuto a portare fuoco sopra la terra, e che altro desidero, se non che si accenda»?, soggiunge: «Per aumentare sempre più questo fuoco di carità il Signore volle istituito e promosso nella Chiesa il culto del suo santissimo Cuore».  

Di fatto la carità, ossia l'amore, è il principio della santificazione; è impossibile giungere alla vita della grazia e conservarsi in quella senza l'amore; ora in nessun, modo migliore si desta l'amore altrui che colla manifestazione del proprio amore. Quanto maggiore il nostro amore e quanto più aperta la sua manifestazione, tanto più intenso è l'amore che destiamo negli altri; perciò la mamma che nutre il più intenso amore e lo manifesta nel modo più aperto ai propri figli, viene tanto amata da loro.  

Qual miglior via poteva scegliere perciò il Redentore divino per destare una fiamma di carità nel cuore degli uomini, che mettere loro dinanzi in forma visibile la sua infinita carità sotto il simbolo del suo Cuore [28] fiammeggiante; richiamare costantemente alla loro memoria i tormenti e le agonie sofferte per loro vantaggio, col simbolo della corona di spine che ne circonda il Cuore, e ricordare colla croce piantata nel suo Cuore, tra le fiamme, che ad esso è dovuta la maggior prova del suo amore indicibile, la sua morte dolorosa di Croce, mentre la ferita aperta nel suo Cuore insegna che da esso sgorgarono quel sangue e quell'acqua che mondarono tutte le anime e sono il prezzo del nostro riscatto e il simbolo di tutti i Sacramenti a che quella ferita ci apre, nel suo Cuore, un luogo di rifugio, dove abbandonarci nel nostro sconforto, nei nostri affanni, nei nostri dolori?  

Perciò il culto del Sacro Cuore, voluto da Gesù e manifestato dalla sua aralda, trovò una eco così grande nel cuore dei fedeli, accese un incendio che si dilatò nel mondo, si comunicò da anima in anima, da cuore in cuore, un incendio di carità e di amore, di grazie e di benedizioni; perciò il culto del Sacro Cuore è diventato la devozione più cara alle anime e quella che maggiormente giovò alla rigenerazione del mondo. [29] 

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