La Battaglia Finale del Diavolo
Circostanza sospetta #6: Il libro di 303 pagine che Suor Lucia aveva pubblicato sul Messaggio di Fatima, evita accuratamente di affrontare anche uno solo dei temi apparentemente discussi nell’incontro segreto con Bertone.
Nell’ottobre 2001 la casa editrice della Biblioteca Vaticana pubblicò un libro di Suor Lucia intitolato Gli appelli del Messaggio di Fatima. ’introduzione di Suor Lucia al libro, che era stato visto e approvato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava che esso era stato scritto per dare “una risposta ed un chiarimento a dubbi e domande che mi sono stati posti”. La prefazione dell’attuale Vescovo di Leiria-Fatima affermava allo stesso modo che Suor Lucia aveva chiesto alla Santa Sede il permesso di scrivere un libro su Fatima per poter “rispondere a numerose domande in via generale, non essendo in grado di rispondere a tutti personalmente”.
Eppure, malgrado i teorici motivi per cui era stato scritto, quel libro di 300 pagine non ha risposto in alcun modo a nessuna delle più importanti “domande” sul Messaggio di Fatima. Gli errori della Russia, il trionfo del Cuore Immacolato, la consacrazione e conversione della Russia, il periodo di pace promesso dalla Vergine come frutto della Consacrazione, ed il Terzo Segreto non vengono neanche nominati nel libro. Nemmeno la visione dell’inferno viene ricordata, nell’analisi di Suor Lucia sulla vita eterna e sulla ricerca del perdono di Dio. In breve, il libro presenta un messaggio di Fatima estremamente edulcorato, spogliato di tutti i suoi elementi profetici e decisamente allineato alla Linea del Partito. Il Messaggio di Fatima, così com’è presentato in questo libro, difficilmente avrebbe richiesto un evento come il Miracolo del Sole per essere confermato.
Si tratta di una fatto piuttosto curioso: quando a Suor Lucia venne dato il permesso di scrivere un libro di 300 pagine per rispondere ai “dubbi e domande” sul Messaggio di Fatima, la suora non disse niente riguardo a quei dubbi e a quelle domande che milioni di persone avevano realmente a cuore. A “Suor Lucia” venne concesso di toccare questi temi solo quando era intervistata in segreto da una persona, tra l’altro una personalità autorevole, che aveva degli interessi personali nella vicenda. Ma anche così, le risposte della suora erano frammentarie e non provenivano direttamente da lei, perché non erano state pronunciate nella sua lingua, bensì filtrate dall’Arcivescovo Bertone, che ci ha fornito solo quaranta parole su un totale di 2 ore di conversazione col suo “testimone prigioniero”.
Cercheremo di riassumere qui di seguito le circostanze sospette che circondano la gestione di questa testimone così scomoda del “Caso Fatima”:
• Nessuno poteva parlare con la testimone senza il permesso di una delle parti in causa, che controllava tutti gli accessi a Lucia, malgrado venisse affermato pubblicamente che la suora non aveva più niente da dire.
• Quando sono sorti dei dubbi in merito alla versione ufficiale della testimonianza di Suor Lucia, la si è sottoposta ad un intervista segreta, all’età di 94 anni, condotta da una figura autorevole che ha poi prodotto solo una parte delle risposte date dalla suora, in un comunicato su cui viene apposta la firma della stessa, anche se non era stato scritto nella lingua di Lucia.
• Una versione del comunicato riporta la firma della testimone sotto quella del suo interrogatore, ma quella firma viene rimossa da un’altra versione, sulla quale appare invece solo la firma di Bertone.
• Il comunicato non riporta per intero tutte le domande e le risposte che sono state formulate, nel loro pieno contesto.
• Su 426 parole attribuite alla testimone, nel comunicato, solamente 40 parole si riferiscono agli argomenti della controversia – su di un totale di due ore di conversazione!
• Non viene fornita alcuna trascrizione o registrazione indipendente
della testimonianza.
• La testimonianza, svoltasi in maniera così segreta e frammentaria, contraddice molte precedenti affermazioni della stessa testimone.
• Non viene fatto alcun tentativo, né da parte della testimone né da parte di chiunque altro, di spiegare le sue precedenti affermazioni che sono ora in contrasto con quelle rilasciate durante l’intervista.
• Durante l’incontro segreto con la testimone, non le vengono fatte autenticare delle “lettere” che le sono state attribuite, la cui autenticità è chiaramente in discussione; né viene fatto alcunché per autenticare l’unica “lettera” sulla quale l’interrogatore si è basato interamente come prova del presunto cambio di testimonianza (riguardo alla Consacrazione della Russia).
L’intervista segreta colla testimone evita qualsiasi domanda specifica sulle tante discrepanze nel caso in esame, sulle quali la testimone ha conoscenza diretta – incluse le sei evidenti omissioni esaminate in quest’articolo.
• Quando viene concesso al testimone di pubblicare un libro, al fine di rispondere ai tanti “dubbi e domande” che aveva ricevuto sul Messaggio di Fatima, quel libro non contiene alcuna risposta a quei dubbi e a quelle domande che preoccupano milioni di persone; questi dubbi e queste domande vengono affrontate solo durante un’incontro segreto, del quale non v‘è alcuna trascrizione o registrazione indipendente.
L’Arcivescovo Bertone è un uomo assai influente nella Chiesa. Con tutto il dovuto rispetto per la sua carica, tuttavia, i dubbi ragionevoli che queste circostanze sospette e queste evidenti omissioni ingenerano in un osservatore razionale e oggettivo sono impossibili da rimuovere. Nessun tribunale al mondo accetterebbe mai una testimonianza così chiaramente inaffidabile. Ci saremmo aspettati dalla Chiesa perlomeno quella forma di apertura e di chiarezza richiesto da qualsiasi tribunale civile. Se esiste una registrazione audio o video di quel colloquio, fateci ascoltare la testimone, in nome del Cielo!
Siamo quindi costretti, in tutta onestà, a giungere a una conclusione che riteniamo sia ovvia e scontata per qualsiasi persona obbiettiva, di fronte all’assurda gestione di Suor Lucia del Cuore Immacolato: Sono tutte le ragioni per credere che una testimone chiave – niente meno che l’ultima testimone oculare ancora in vita, all’epoca – sia stata manipolata. Questa manipolazione fraudolenta della testimone chiave è un altro degli elementi di quella grande ingiustizia che stiamo analizzando in questo libro: l’occultamento de facto dell’intero Messaggio di Fatima e delle sue profezie. Lo stesso Antonio Socci ha affermato che gli evidenti sospetti suscitati da quell’intervista, sono stati uno dei tanti motivi che lo hanno portato a “convertirsi” sulla posizione’dei “Fatimiti”. Ecco cos’ha scritto in merito a quell’intervista, nel suo libro esplosivo sulla controversia del Terzo Segreto: “Le poche parole a lei attribuite [Suor Lucia] … sono tali da non avere obiettivamente credibilità.”316 Ecco come conclude Socci, con effetti disastrosi per la “versione ufficiale”:
Riflettiamoci. Suor Lucia nel novembre-dicembre 2001 è una persona molto anziana, che vive isolata dal mondo con la proibizione di incontrare chicchessia, che è tenuta al silenzio e all’obbedienza e che non ha potuto controllare il resoconto di questo colloquio e le parole che le sono attribuite.317
Ma perché Bertone avrebbe architettato una simile manipolazione dell’ultima veggente di Fatima ancora in vita e della sua preziosa testimonianza, quattro anni prima della morte di quest’ultima, avvenuta il 13 febbraio 2005? Oltre ai motivi che abbiamo già esposto – ovvero l’attuazione ad ogni costo del nuovo orientamento della Chiesa, diametralmente all’opposto rispetto al Messaggio di Fatima – riteniamo che ne esista un altro. Basiamo questa conclusione su ciò che abbiamo discusso nel Capitolo 8: l‘approvazione esplicita, contenuta nel MDF, delle opinioni di Edouard Dhanis – il grande detrattore neo-modernista di Fatima. Definendo Dhanis un’“eminente studioso” di Fatima, il Cardinale Ratzinger aveva fatto chiaramente capire d’essere d’accordo con quel gesuita sul fatto che gli elementi profetici del Messaggio riguardanti la Russia, etc. – cose che lo stesso Dhanis aveva sminuito definendole “Fatima II” – non erano altro che costruzioni mentali di una persona semplice e sicuramente ben intenzionata, ma anche decisamente malaccorta.
Come abbiamo già chiarito precedentemente, l’MDF seguiva la linea di Dhanis quando affermava che lo stesso Terzo Segreto poteva benissimo essere un‘invenzione: “La conclusione del ‘segreto’ ricorda immagini che Lucia può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto deriva da antiche intuizioni di fede”. Se questo era vero per il Terzo Segreto, poteva esserlo per tutto il Messaggio di Fatima. Quale altra conclusione poteva mai suggerire il Cardinale con quella sua affermazione? Ricordiamoci inoltre come il culmine del Messaggio di Fatima – il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria – fosse stato ridotto a niente più che il fiat della Vergine Maria di 2000 anni fa. Allo stesso modo, l’MDF aveva anche completamente ricostruito la profezia della Vergine, secondo la quale: “per salvarle [le anime dall’inferno], Dio desidera stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”. Secondo l’interpretazione del Cardinale Ratzinger (che sarebbe sicuramente piaciuta anche a Dhanis), la devozione al Cuore Immacolato non significa altro che acquisire un proprio “cuore immacolato”. Ecco ancora una volta le parole usate dal MDF: “Il ‘cuore immacolato’ è secondo Matteo 5,8 un cuore, che a partire da Dio è giunto ad una perfetta unità interiore e pertanto ‘vede Dio’. ‘Devozione’ al Cuore Immacolato di Maria pertanto è avvicinarsi a questo atteggiamento del cuore, nel quale il fiat – ‘sia fatta la tua volontà’ – diviene il centro informante di tutta quanta l’esistenza”. È il Cardinale Ratzinger a rimuovere le maiuscole dalle parole “Cuore Immacolato” per ridurlo a quel “cuore immacolato” che chiunque può avere, se solo si conforma al volere di Dio. Quest’artifizio, tuttavia, ha rimosso dal Messaggio di Fatima qualunque suo contenuto profetico di carattere esplicitamente Cattolico.
Ecco quindi il motivo aggiuntivo che sta dietro all’azione dell’ex Cardinale: lo scetticismo o l’incredulità (perlomeno fino alla sua elezione al soglio Pontificio) riguardo al Messaggio di Fatima318 – un atteggiamento che condivideva con Dhanis, l’unica “autorità” su Fatima che era stata citata dal Cardinale. Pertanto, lungi dal voler perpetrare un falso, probabilmente il Cardinale non riteneva che l’occultamento della piena e libera testimonianza di Suor Lucia potesse costituire un male per la Chiesa. Anzi, se il Cardinale non credeva veramente agli elementi profetici del Messaggio di Fatima riguardanti la necessità della Consacrazione e conversione della Russia e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria ai nostri giorni, né alle disastrose conseguenze per la Chiesa e per il mondo (derivanti dal non aver soddisfatto quegli elementi della profezia), probabilmente considerava la soppressione di quegli elementi come un servizio reso alla Chiesa, perché avrebbe allontanato da essa delle pericolose falsità che potevano “recare disturbo” ai fedeli e “destabilizzare l’equilibrio della Curia Romana” – per usare le sue stesse parole – a prescindere da quanto Suor Lucia potesse credere ciecamente in esse.
È quindi evidente che, come si può ricavare dalle stesse affermazioni del Cardinale, l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, proprio come Dhanis, nutriva ben poca fiducia nella testimonianza di Suor Lucia, secondo la quale la Vergine Maria aveva richiesto la consacrazione e la conversione della Russia affinché si compiesse il trionfo del Cuore Immacolato di Maria nel mondo. Il Cardinale evidentemente non credeva che il Miracolo del Sole avesse autenticato questa testimonianza oltre ogni dubbio. Quale altra conclusione possiamo trarre dal prestigioso riconoscimento dato dal Cardinale proprio a quel “teologo” che aveva cercato di smontare l’intera profezia di Fatima?
Ma il Cardinale avrebbe dovuto comunicare le proprie intenzioni alla Chiesa e all’umanità. sembra che il Cardinale abbia condiviso quell’atteggiamento “illuminato” tipico di alcuni elementi all’interno del Vaticano, i quali ritengono che “i semplici fedeli” siano troppo ingenui per capire cos’è meglio per loro. Questo potrebbe spiegare il perché il Cardinale non abbia rivelato i propri pregiudizi ai “non illuminati”, ma si sia anzi aspettato che tutti accettassero e si fidassero del suo giudizio. Il Cardinale Ratzinger, nel frattempo eletto Papa Benedetto XVI, ha dimostrato comunque di aver cambiato atteggiamento nei confronti della veracità delle profezie di Fatima. Egli ha detto in Brasile che Fatima è l’apparizione più profetica tra tutte quelle della Madonna nel 20° secolo. In particolare, ha affermato di sperare nel Trionfo del Cuore Immacolato in quanto evento che deve-ancora-accadere (come abbiamo già visto nelle pagine precedenti). Sembra tuttavia impossibile non concludere che il Messaggio di Fatima rimanga tuttora nelle mani di persone che non credono in esso e che desiderano sbarazzarsene una volta per tutte, mentre nel frattempo si adoperano con tutte le loro forze nel sostenere le nuove politiche Vaticane, tra le quali l’ecumenismo, il “dialogo interconfessionale”, la fratellanza mondiale tra tutte le religioni e la creazione di una “civiltà dell’amore” sotto la guida delle Nazioni Unite. Vedremo in che modo nel Capitolo 14, dove esamineremo il ruolo di primo piano assunto dal Cardinale Bertone, diventato nel frattempo Segretario di Stato, nella vicenda di Fatima.
Ci rimane come ultima cosa, tuttavia, esaminare più approfonditamente le prove che portano a ritenere ormai certa l’esistenza di un testo ancora non pubblicato del Segreto, nonché i suoi contenuti. Un testo la cui esistenza è stata effettivamente confermata dalle parole e dalle azioni stesse del Cardinale Bertone
Padre Paul Kramer
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