Il trionfo di Maria
E' certo che Maria SS. ma, più che opera dell'uomo, deve dirsi opera tutta propria della SS. ma Trinità. In lei, nella esenzione del peccato originale, operò l'Onnipotenza del Padre. Era prescritto che tutti i discendenti di Adamo partecipassero della colpa del progenitore; ma quando giunse il momento della creazione di Maria, che doveva essere la Madre del Verbo Divino, Iddio sospese, per un singolare privilegio, il corso di questa legge, e parve dicesse: «Questa legge, o Maria, non è per te...». Così Maria, pur essendo figlia di Adamo, è senza la colpa di Adamo; figlia di Adamo, sì, ma unica che porti l'intelletto scevro da ogni errore, la volontà non congiunta a debolezza, il cuore non agitato da sregolate passioni, unica che conservi integra la bella immagine del Creatore, unica che possa presentarsi a Dio ed in cui Dio trovi le sue delizie.
In Maria operò la Sapienza del Figlio. Il Sangue di Gesù, che un giorno si sarebbe versato sul Calvario per la salvezza di tutti gli uomini, ci addita in Maria il primo trionfo della Redenzione. Se quel Sangue Divino ebbe la virtù di risanare noi dalla colpa, ebbe pure quella più grande di preservare Maria dall'infezione della colpa.
In Maria spiegò pure il suo amore lo Spirito Santo, che, vedendola Figlia prediletta del Padre, già impreziosita dal Sangue della Redenzione, la riempì di tale abbondanza di doni e grazie, da non trovare confronti se non con l'Autore stesso della grazia.
Il demonio quindi non ebbe parte alcuna in Maria. E' questo il trionfo per eccellenza che la Vergine Immacolata riportò sul serpente infernale.
Ecco come l'Evangelista S. Giovanni, nel suo libro dell'Apocalisse, descrive questa vittoria di Maria. «Un grande prodigio apparve in cielo: una donna vestita di sole, e la luna era sotto ai suoi piedi, e sopra la testa una corona di dodici stelle. Essa era incinta e travagliata dai dolori del parto. Ed apparve un altro prodigio nel cielo: un drago rosso con sette teste e dieci corna; e su queste sette teste, sette diademi... E il drago si rizzò di fronte alla donna che doveva partorire, per divorare il figlio appena lo avesse dato alla luce. Ed ella diede alla luce un bimbo che doveva governare tutte le nazioni con una verga di ferro; e il bimbo fu rapito e portato verso Dio e verso il suo trono. Ed avvenne un grande combattimento in cielo: Michele e i suoi Angeli combatterono contro il drago. E questo drago, l'antico serpente che è chiamato diavolo e satana, fu precipitato e i suoi angeli con lui. E quando il drago si vide precipitare a terra, inseguì la donna che aveva dato alla luce il bimbo. E il drago si irritò contro la donna e andò a fare la guerra al resto della di lei discendenza». (Apocal. 12. 3).
Nella donna vista da S. Giovanni viene riconosciuta Maria; nel bimbo si deve riconoscere Gesù, il Figlio di Dio, che regge tutte le nazioni con verga di ferro, ed infine il ritorno al Padre, con la sua gloriosa Ascensione. Il drago è l'antico serpente che insidia la donna (Maria) per conquistarla, ma da lei vinto, continua la guerra contro gli altri suoi figli, cioè gli uomini redenti. Cosa è questo se non il trionfo di Maria SS. ma sul demonio? Chi non vede qui la realizzazione di ciò che disse Iddio al serpente nella caduta dei nostri progenitori: «Inimicitias ponam inter te et mulierem, inter semen tuum et semen illius...?». (Gen. 3. 15).
Se il demonio avesse potuto anche per un istante solo mettere in cuore a Maria un solo peccato, sarebbe stato il più gran trionfo del principe del male; ma non vi riuscì! La Beatissima Vergine Maria, corrispondendo ai privilegi ricevuti da Dio, vinse la lotta contro il serpente infernale e gli schiacciò la testa: e questo fu il più bel trionfo di colei che doveva essere la Madre di Dio.
Ma sarà proprio vero che S. Giovanni, nella descrizione della visione, parli proprio di Maria SS. ma? Non parlerà invece della Chiesa, come affermano i Santi Padri?
Non neghiamo che S. Giovanni parli della Chiesa, solo diciamo che parla anche di Maria, figura della Chiesa.
Ce lo dice S. Agostino. Commentando egli ciò che S. Giovanni scrisse, dice: «Nell'Apocalisse dell'Apostolo S. Giovanni è scritto che il drago si rizzava di fronte alla donna che doveva partorire, per divorare il suo bimbo, appena fosse nato. Nessuno di voi ignora che questo drago è il demonio; e che questa donna significa la Vergine Maria. Essa Immacolata generò il nostro capo Immacolato (Gesù); ed ha dimostrato nella donna la figura della Chiesa, imperocchè come Ella dando alla luce il bimbo, rimase Vergine, così la Chiesa, generando le membra di questo capo, non perde la sua verginità». (Compas. Virgin.).
Quindi, secondo S. Agostino, l'Evangelista S. Giovanni parla direttamente di Maria, indirettamente della Chiesa.
Il drago, vinto dalla donna (Maria), che sola fu in grado di poter dire al serpente: Neppure per un istante sono stata a te soggetta, si rivolse ad insidiare la di lei discendenza. E chi è mai questa discendenza? Dopo Gesù, sono tutti i cristiani divenuti, per la Redenzione, fratelli di Gesù Cristo, e quindi figli di Maria.
Il demonio, irritato contro Gesù Cristo, sconfitto da Maria Vergine, in tutti i tempi si è adoperato, e si adopera tuttora in mille modi a strappare le anime dalla fede, specialmente con le eresie diffuse sino dal principio del cristianesimo, e continua anche oggi a spargere zizzania in mezzo agli uomini. Ma l'Immacolata Madre di Dio, come in passato, manderà a vuoto anche i tanti errori dei nostri tempi, e la Chiesa potrà sempre esclamare: «Gaude, Maria Virgo, cunctas haerese sola interemisti in universo mundo».
P. AMADIO M. TINTI DEI SERVI DI MARIA
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