sabato 4 settembre 2021

Non si deve disperare di nessuno, finché vive.

 


ATTI DEL CONFRONTO 

CON EMERITO VESCOVO DONATISTA 


1. Il 20 settembre, sotto il dodicesimo consolato di Onorio e l'ottavo  di Teodosio, imperatori gloriosissimi, nella chiesa maggiore di  Cesarea, dopo che il vescovo metropolita Deuterio si fu diretto  processionalmente alla cattedra, accompagnato da Alipio di  Tagaste, Agostino di Ippona, Possidio di Calama, Rustico di  Cartennas, Palladio di Tigava ed altri vescovi, essendo presenti  anche i presbiteri, i diaconi, tutto il clero e una gran folla di fedeli,  nonché alla presenza di Emerito, vescovo del partito di Donato,  Agostino, vescovo della Chiesa cattolica, prese la parola e disse:  Fratelli carissimi, voi che da sempre siete stati cattolici, e voi tutti,  che siete tornati alla Chiesa cattolica dall'errore donatista e avete  conosciuto la pace di questa santa Chiesa cattolica e l'avete  conservata con cuore sincero, e anche voi, che forse dubitate  ancora della verità dell'unità cattolica, ascoltate ciò che il nostro  amore disinteressato verso di voi ci sollecita a dire! Quando il  nostro fratello Emerito, tuttora vescovo dei Donatisti, giunse l'altro  ieri in questa città, fummo immediatamente informati della sua  presenza. E poiché desideravamo ardentemente di incontrarlo,  sospinti da quella carità che Dio ben conosce, andammo subito a  fargli visita. Lo trovammo mentre sostava in piedi nella pubblica  piazza. Dopo lo scambio dei saluti, gli facemmo notare che per lui  restare sulla piazza sarebbe stato faticoso ed anche un poco  sconveniente, perciò lo invitammo a venire con noi in chiesa. Ed  egli accettò senza la minima difficoltà. Da ciò arguimmo che non  avrebbe ricusato la comunione cattolica, così come si era  presentato spontaneamente e non aveva esitato un momento ad entrare in chiesa. Ma poiché persisteva da molto tempo nella  perversità dell'eresia, benché si trovasse all'interno di una chiesa  cattolica, abbiamo tenuto un discorso alla vostra carità, che avrete  la bontà di richiamare alla mente. Parlai a lungo; voi avete  ascoltato e siete senz'altro in grado di ricordare bene tutto ciò che  ho detto sulla pace, sulla carità, sull'unità della santa Chiesa  cattolica, che Dio ha promesso e ha accordato. In quel mio discorso  mi rivolgevo a voi, ma esortavo lui; e con tutta la forza delle  viscere della mia carità, in quel mio discorso soffrivo le doglie del  parto per generare al Signore tutti coloro che si trovavano in  pericolo per la propria anima. Questo infatti disse ad alcuni anche il  beato apostolo Paolo: Figliolini miei, che io di nuovo partorisco,  finché non sia formato Cristo in voi! 1. Tuttavia lui, anche dopo il  nostro discorso, ha persistito nella sua ostinazione, ma non per  questo abbiamo pensato di dover disperare; come pure siamo  convinti che non si debba mai disperare di qualsiasi uomo, finché  vive in questo corpo. Se infatti ho affermato l'altro ieri che non  avevo perduto la speranza, non era certo perché osassi disperare  oggi. 

Dopo la Conferenza di Cartagine, quasi tutti i Donatisti si sono  convertiti. 

Sant'Agostino

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