venerdì 10 settembre 2021

Nuovi sviluppi su Fatima: le rivelazioni clamorose del 2006-2007

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


L’occultamento viene smascherato

Avendo compreso che il suo libro non era riuscito a controllare i  danni provocati alla “versione ufficiale” dal libro di Socci, la mossa  successiva di Bertone sarebbe stata un’apparizione televisiva, del tutto  straordinaria, proprio per colpire il libro del giornalista. Il 31 maggio  2007 Bertone apparve infatti come ospite della trasmissione Porta  a Porta, nel segmento di quella puntata intitolato “Il quarto segreto  di Fatima non esiste”. Malgrado il titolo della trasmissione facesse  direttamente riferimento al libro di Socci Il Quarto Segreto di Fatima,  quest’ultimo non fu invitato a partecipare, evidentemente perché il  Cardinale non voleva che qualcuno potesse incalzarlo con domande  imbarazzanti. 

Bertone apparve come un ospite qualsiasi in diretta dal suo ufficio in  Vaticano; in quel momento non aveva alcuna missione ufficiale da parte  della Santa Sede (che non si è mai pronunciata ufficialmente in merito  al libro di Socci, se si eccettua la lettera personale di riconoscimento  che il Papa aveva inviato al giornalista). La sua presenza era attesa,  perché il Cardinale avrebbe mostrato alle telecamere i documenti del  Terzo Segreto che avrebbero dovuto chiudere, una volta per tutte, la  controversia su Fatima. Quel che mostrò Bertone alle telecamere, e le  sue stesse affermazioni, sarebbero state effettivamente sensazionali,  ma non nel senso voluto dal Cardinale, perché si sarebbero rivelate  del tutto devastanti per la sua “versione” dei fatti. La descrizione  integrale di quella trasmissione va oltre gli scopi di questo libro.421 Ci  concentreremo sulle quattro rivelazioni più importanti emerse quella  sera, più che sufficienti a dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che  un testo del Segreto rimane tuttora, per usare le parole di Socci, “Ben  nascosto” 422 in Vaticano: 

La prima rivelazione del Cardinale Bertone a Porta a Porta è che  esistono due buste sigillate che Suor Lucia aveva preparato per il Terzo  Segreto. Ciascuna busta aveva tre grandi sigilli in ceralacca sul proprio  retro, oltre ad essere chiusi normalmente con la colla. Bertone mostrò  entrambe queste buste, fronte e retro, alle telecamere (vedi foto a pag.  XIV nella sezione fotografica).

La seconda rivelazione è che ciascuna di queste due buste  mostrate durante la trasmissione contiene lo stesso ordine, scritto di  pugno da Suor Lucia, con le stesse parole: “Per ordine espresso della  Madonna, questa busta può essere aperta nel 1960 [solo] dal Cardinale  Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria.” Le due buste possono  essere riconosciute l’una dall’altra dal fatto che la prima riporta le  parole “Nossa Senhora” (Nostra Signora) sulla stessa riga, mentre  nell’altra busta “Nossa” e “Senhora” sono scritte su due righe diverse  (per la riproduzione fotografica di queste due buste vedi pag. XIV della  sezione fotografica). 

Queste prime due rivelazioni sono state sufficienti a far crollare  la “Versione ufficiale”. Per prima cosa, va notato che nei sette anni  precedenti alla trasmissione del 31 maggio 2007 - a partire dalla  pubblicazione del MDF il 26 giugno 2000 - Bertone aveva sempre  detto pubblicamente che Lucia gli aveva “confessato” di non aver mai ricevuto un ordine espresso dalla Vergine, in merito alla pubblicazione  del Segreto nel 1960. Bertone lo aveva ripetuto sia nel MDF che nel suo  libro L’ultima veggente.423 Affermare che Lucia gli aveva “confessato” di  essersi semplicemente inventata il legame tra il 1960 ed il Segreto -  cosa che avrebbe reso la veggente una bugiarda - era chiaramente un  modo per ottenere 3 obiettivi con un colpo solo: 1) togliere qualsiasi  collegamento tra il Segreto ed il 1960, anno in cui il Concilio Vaticano  Secondo era stato indetto da pochissimo, 2) fornire sostegno alla  “interpretazione” della visione fornita da Bertone, secondo la quale  “il vescovo vestito di bianco” non è altri che Giovanni Paolo II mentre  subisce l’attentato a Piazza San Pietro nel 1981 e 3) sviare l’attenzione  dal fatto saliente, e cioè che la visione non aveva alcun collegamento  diretto col 1960, cosa che avrebbe fatto mettere in dubbio che la visione  fosse l’unico testo del Terzo Segreto. 

Ma ecco ora il Cardinal Bertone, davanti alle telecamere del talk  show più famoso d’Italia, che contraddice le sue stesse parole in merito a  Lucia che - secondo lui - non aveva mai ricevuto l’ordine dalla Madonna  in merito al 1960. Come se nulla fosse, Bertone mostra alle telecamere  ben due buste che contengono precisamente un ordine espresso della  Madre di Dio a Lucia! Le cose sono due: o è stato Bertone a mentire  sull’ordine della Madonna, oppure è stata Lucia. Chi aveva più interesse  a mentire sull’“ordine 1960” - Lucia, che non aveva alcun motivo di  mentire sul preciso collegamento del Terzo Segreto fatto dalla Madonna  con quell’anno, o Bertone, che aveva invece forti motivi per negare una  simile connessione? La risposta è ovvia. Ma allora, chi potrà mai più  credere ad una sola parola di Bertone, in merito al Terzo Segreto di  Fatima? La sua credibilità sull’argomento è ormai nulla. 

Oltre alla rivelazione dell’esistenza di due buste sigillate riguardanti  il Segreto, sappiamo che Suor Lucia, nella sua lettera al Vescovo da  Silva del 9 gennaio 1944, aveva fatto riferimento ad una singola busta sigillata (“Ho scritto ciò che mi avete chiesto... è sigillato in una  busta...”). Eppure, Bertone ha rivelato all’improvviso e per la prima volta  che esistevano due buste sigillate, ciascuna recante il proprio “ordine  1960”. Non vi può essere conferma più ovvia di questa: le due buste  distinte erano state approntate per contenere le due parti distinte dello  stesso Segreto: la visione, e le parole della Vergine a sua spiegazione  (spiegazione simile a quella che la Madonna aveva dato ai tre pastorelli  in merito alla visione dell’inferno, contenuta nel Secondo Segreto:  “Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori…”)

Il Cardinale ha mostrato le due buste alle telecamere, come se Lucia  le avesse poste una dentro l’altra, malgrado né il Cardinale né Lucia  stessa avessero mai menzionato una cosa così curiosamente ridondante  come quella di usare una doppia busta sigillata (e con ben 3 sigilli in  ceralacca ciascuna). Non c’era alcun motivo perché venissero approntate  due buste chiuse, entrambe triplicemente sigillate con la ceralacca e  recanti lo stesso ordine sul loro esterno, per poi usare queste due buste  “top secret” per contenere un unico testo “top secret”. 

Scrivere su una busta esterna “non deve essere aperta prima del  1960” per poi riscrivere la stessa cosa sulla busta interna sarebbe stata  un’assurdità, e se Lucia lo avesse fatto Bertone ne avrebbe sicuramente  parlato e le avrebbe chiesto di autenticare entrambe le buste sigillate,  durante l’incontro dell’aprile 2000 riportato nell’introduzione del MDF,  piuttosto che creare inutili sospetti su questa seconda busta rivelata  improvvisamente e per la prima volta a Porta a Porta.

È importante notare che se Suor Lucia avesse in effetti usato due  buste, entrambe sigillate, per lo stesso testo, allora né lei né altri  avrebbero fatto riferimento in maniera così costante nel corso degli  anni, ad una singola busta sigillata. Prendiamo, ad esempio, le seguenti  affermazioni: 

 “È sigillato in una busta” (Lucia, 1944).

“È stato scritto e posto in una busta sigillata.” (Cardinale Cerejeira, 1946).

“Nella busta più grande del vescovo, egli [il Vescovo Venancio] fu  in grado di vedere una busta più piccola, quella di Lucia, e dentro a questa busta, un normale foglio di carta...” (Vescovo Venancio a Frère  Michel).424

Ancor più sorprendente è il fatto che nel suo libro L’ultima veggente,  pubblicato con l’unico scopo di respingere le accuse di Socci secondo  il quale il Vaticano stava nascondendo un testo del Segreto, lo stesso  Bertone cita Suor Lucia mentre quest’ultima fa riferimento ad una  busta sigillata da lei preparata per il testo che gli era stato chiesto di  autenticare, durante l’incontro col Cardinale dell’aprile 2000. Suor  Lucia, come riporta il libro del Cardinale Bertone, avrebbe affermato:  “Questa è la mia busta, questa è la mia scrittura, questo è il mio testo.”425  Come afferma Bertone nel suo stesso libro, il testo “autenticato” era  contenuto in un’unica busta sigillata di Lucia: “Una esterna con la  nota ‘Terza Parte del Segreto,’ ed una interna di Suor Lucia con la data  ‘1960’.”426

Queste ammissioni non lasciano alcuna possibilità di replica: Il  Cardinale Bertone ed il Vescovo Venanzio hanno entrambi confermato  l’esistenza di un insieme di documenti, consistenti in un plico esterno  che non era quello di Suor Lucia, all’interno del quale vi era un’unica busta, sigillata, di Suor Lucia. Solo basandoci su questo fatto possiamo  tranquillamente rifiutare la congettura che vede Lucia usare per qualche  strano motivo una seconda busta, del tutto ridondante e recante anch’essa  lo stesso “ordine 1960”, al fine di contenere quel testo pubblicato dal  Vaticano il 26 giugno 2000. 

In risposta all’obiezione che il Cardinale non avrebbe mai rivelato  la seconda busta se avesse avuto qualcosa da nascondere in merito,  possiamo solo rispondere che questa sua rivelazione è probabilmente un  suo passo falso, o forse un tentativo deliberato di inserire nel quadro  della vicenda questa seconda busta, come se fosse sempre esistita. In  molti infatti avevano sospettato l’esistenza di quella famosa seconda  busta, ma adesso, dopo la pubblicazione di Socci della testimonianza  dell’Arcivescovo Capovilla e del suo “plico Capovilla” contenuto  nell’appartamento del Papa, questa non poteva più essere nascosta.  Ad ogni modo il problema non è nostro, ma di chi ci sta ripetutamente  mentendo da anni in merito alla questione. 

Dato che abbiamo finalmente appreso, e proprio dal Cardinal  Bertone in persona, che esistono due buste sigillate di Suor Lucia,  ciascuna recante il proprio ordine riguardante l’anno 1960, e dato che sia  Bertone che Venancio hanno attestato di aver visto solo una singola busta  sigillata, allora abbiamo a che fare ovviamente con due buste differenti  che contengono due documenti differenti, uno solo dei quali (il testo della  visione) è stato rivelato. 

Ma quando venne creata questa seconda busta contenente il secondo  documento? Come abbiamo esaminato nel Capitolo 4, può essere  avvenuto unicamente tra il 9 gennaio 1944, data in cui Lucia scrisse  al Vescovo da Silva per informarlo dell’esistenza di una busta sigillata  e di “quaderni” che dovevano essere consegnati insieme ad essa, ed il  17 giugno 1944, data in cui Suor Lucia consegnò l’intero Segreto al  Vescovo da Silva. C’è solo una conclusione possibile: qualcosa che era  contenuto nei quaderni di Lucia finì in una delle due buste. 

Questo ci porta alla terza rivelazione avvenuta durante la  trasmissione. Come mostrato alle telecamere da Bertone, quello che il  Vaticano aveva pubblicato nel 2000 era proprio un foglio di quaderno,  piegato in modo tale da farne 4 facciate, su cui erano contenute 62 righe  di testo, e non certo quattro pagine separate come sembrava apparire  dalla riproduzione in fotocopia pubblicata dall’MDF. Questo vuol dire che  l’altra busta sigillata era stata creata affinché contenesse il documento  composto da un foglio unico e da quelle famose 25 righe di testo, che  non abbiamo ancora visto, di cui avevano parlato sia il Vescovo Venanzio  che il Cardinale Ottaviani, come abbiamo osservato nel Capitolo 4.  Quel documento scritto su di un’unica pagina è probabilmente lo stesso  trovato all’interno del “plico Capovilla” nell’appartamento del Papa –  dentro la scrivania detta “Barbarigo”. Come vedremo nella prossima  sezione, durante una presentazione televisiva da lui stesso organizzata  il 21 settembre 2007, il Cardinale Bertone avrebbe ammesso al pubblico l’esistenza del plico Capovilla. Fino ad oggi, tuttavia, il Cardinale non ha  ancora mostrato quella busta a nessuno. 

In quella che è la quarta rivelazione principale della trasmissione  andata in onda il 31 maggio 2007, il Cardinale Bertone – costretto in  un angolo – ha indirettamente confermato la verità della testimonianza  decisiva del Cardinale Ottaviani. Durante quel Porta a Porta, infatti, il  Vaticanista Marco Politi aveva chiesto a Bertone una spiegazione sulla  discrepanza tra la rivelazione del Cardinale Ottaviani, secondo il quale il  Terzo Segreto era scritto su 25 righe di testo e contenuto su di un unico  foglio, e quella del Vaticano secondo cui il Segreto era scritto su 62 righe  di testo e contenuto su 4 pagine che descrivevano la visione del “Vescovo  vestito di bianco.” Messo di fronte a questa discrepanza, Bertone non solo  non negò che Ottaviani avesse rilasciato una simile testimonianza, ma  rispose con queste parole: “A me stupisce un po’ che il Cardinal Ottaviani  abbia detto categoricamente ‘un foglio di 25 righe’ …”.

Nei momenti concitati della trasmissione, Bertone riuscì ad offrire  la più assurda delle spiegazioni sul perché il Cardinale Ottaviani avesse  affermato una simile cosa. Dopo un’interruzione pubblicitaria durata  quattro minuti, durante i quali aveva avuto tutto il tempo per riflettere  sui problemi che la rivelazione di Ottaviani poneva alla “versione  ufficiale”, Bertone propose alle telecamere un “tentativo di spiegazione”  (per usare le sue parole) della testimonianza di Ottaviani: forse il  Cardinale aveva contato la prima e la quarta pagina della visione scritta  su 4 pagine, come se questa fosse un’unica pagina di 25 righe, mentre  aveva completamente ignorato la seconda e la terza! A parte l’assurdità  di una simile affermazione, secondo la quale proprio il Cardinale a cui  era stata affidata la lettura del Terzo Segreto avrebbe potuto ignorare  metà dei suoi contenuti mentre li descriveva ad altre persone, il fatto  è che la prima e la quarta pagina del testo della visione contengono in  tutto 32 righe e non 25, oppure al massimo 30 anche ignorando la riga  riportante la dicitura “J.M.J” in prima pagina e quella contenente la data  sulla quarta pagina. La versione data dai “Fatimiti” sulla testimonianza  fondamentale di Ottaviani era stata quindi definitivamente ammessa  dallo stesso Bertone!

Il Cardinale Bertone aveva avuto tutto il tempo per contare le righe  in questione, durante la pubblicità. Pertanto scelse deliberatamente di  mentire sul numero di righe, oppure forse non si prese neanche la briga  di contarle e si avventurò in un’avventata e sciagurata supposizione. In  entrambi i casi, Bertone ha dimostrato l’intenzione di “sviare” i fatti al fine  di proteggere la “versione ufficiale”. Ma se questa era l’unica spiegazione  che Bertone era in grado di fornire, in merito alla “categorica affermazione”  del Cardinale Ottaviani che smonta completamente la “versione ufficiale”,  allora Bertone non possiede né può fornire alcuna seria spiegazione. Il  “tentativo di spiegazione” fornito da Bertone, quindi, non fa altro che  confermare (anche se indirettamente) l’esistenza di un testo del Segreto  composto da 25 righe scritte su di un unico foglio. 

Dopo quel che abbiamo analizzato, appare evidente che l’intervento  del Cardinal Bertone a Porta a Porta si sia rivelato per lui un disastro  assoluto, ma al tempo stesso un trionfo per la verità. Come scrisse Socci in  merito alla trasmissione, Bertone non solo non è riuscito a “dare neanche  una risposta” al libro del giornalista, ma “anzi, fa di più: offre la prova che  ho ragione io.” Non solo Bertone fallisce di segnare a porta vuota contro  la squadra di Socci, egli: 

Ha fatto il più clamoroso degli autogol: ha dimostrato  (involontariamente) che in effetti la parte esplosiva del “terzo  segreto di Fatima” esiste seppure ben nascosta … di tale servizio  alla verità (sia pure indiretto) bisogna ringraziare il cardinale. E  incoraggiarlo ora a dire tutto, perché – come spiega il Vangelo – “la  verità vi farà liberi”.427

Padre Paul Kramer

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