domenica 24 ottobre 2021

I SETTE PRINCIPI DEGLI ANGELI IL RE DEI SERVI DEL CIELO

 


Testimonianze dei Santi Padri e di illustri scrittori. 

 

30. Non tutti i Santi Padri hanno parlato di questi grandi Angeli, perché hanno capito che le voci umane non sono necessarie quando ci sono molti Oracoli Divini. Lo Spirito Santo si è incaricato di esaltarli nei suoi Libri sacri, e non ha mancato di lodarli. Sono i primi ministri dei suoi doni, ed era opportuno farli conoscere da lui stesso alla terra, che il cielo loda nelle sue stelle, e ne scrive a caratteri incandescenti.  Alcuni santi sono soliti parlare di loro in senso allegorico e simbolico; ed è che hanno cercato di comporre moralmente gli uomini, senza i quali gli angeli non sono graditi.  Al senso letterale delle Scritture non avevano da aggiungere, e tanto più che lo stesso Spirito Divino parlava così chiaramente di questi Angeli, e si faceva interprete di loro quando era necessaria qualche spiegazione dei loro simboli, e così, quando li nominava: "Armi, occhi dell'Agnello e lampade del suo Trono", aggiungeva prontamente: "Qui sunt septem spiritus Dei" (che sono i sette Spiriti di Dio), dichiarando cosa significavano quei simboli. 

31. Altri santi, che hanno professato la loro speciale devozione, parlano molto di loro con poche parole. I Sacri Interpreti, ai quali è stata data luce dal Cielo per conoscerli, non apprezzano ancora pienamente le loro grandi prerogative.  Dalle testimonianze di alcuni, e di altri, sceglierò quelle che bastano a sostenere questo soggetto eroico, lasciando molte altre per evitare la prolissità di ripetere la stessa cosa con voci diverse. 

32. Clemente Alessandrino disse parlando di questi Santi Angeli nel sesto libro dei suoi Stromas: 

"Sette sono veramente coloro in cui risiede un potere supremo. Questi sono i principi primogeniti degli angeli, attraverso i quali Dio presiede a tutti gli uomini, e perciò sono chiamati i suoi occhi nell'Apocalisse". 

    33. Sant'Andrea Cesareo tra i SS.PP. uno dei migliori interpreti dell'Apocalisse, dice (S. Andres Caesar. In Capi. I. V.4 buius lib.): 

"Con questi sette Spiriti si intendono sette Angeli, ai quali è affidato il governo e la cura delle Chiese. Questi, pur avendo un potere uguale a quello del Supremo Numen e dell'augusta Trinità, sono talvolta nominati insieme ad esso, come suoi primi ministri e servitori; di cui San Paolo ci dà un esempio illustre, quando dice: "Io testimonio davanti a Dio, a Gesù Cristo e ai suoi Angeli scelti". 

    34. Arethas Arcivescovo, sempre di Cesarea, sullo stesso luogo dell'Apocalisse, dice: 

"Alcuni intendono con i sette spiriti sette operazioni dello Spirito Santo, ma è più probabile che questi siano sette angeli, non che siano compresi con la Trinità onnipotente, né che abbiano pari onore con essa, ma che la servano come suoi ministri. 

    35. Lo stesso Arethas, citando Sant'Ireneo, disse: 

"Il grado Ireneo ha lasciato scritto che, dal principio del mondo, Dio creò sette Cieli, e altrettanti Angeli superiori in eccellenza agli altri". 

San Cipriano, sul testo del primo dei Re (S. Cyp. Lib. Adver. Iudaos): "Sterilis septem peperit, &qua pluses habebat filios infirmata est; Egli dice così: Questi sette figli sono sette Chiese, donde Paolo scrisse a sette Chiese; e l'Apocalisse mette sette Chiese, che possono mantenere il numero settenario; e così sono sette giorni, in cui Dio fece il mondo; e sette sono gli Angeli che assistono e conversano davanti alla faccia di Dio, come disse l'Angelo Raffaele a Tobia; e le torce erano sette nel Tabernacolo; e gli occhi del Signore sette, come disse Zaccaria, e sette spiriti e candelabri nell'Apocalisse; e le colonne sette, sulle quali la Sapienza costruì una casa, secondo Salomone. Così tanto per San Cipriano, che ripete quasi la stessa cosa nel libro dell'esortazione al martirio, parlando dei sette fratelli Maccabei. 

37. B. Amadeus, nel suo quinto Rapimento, sentì in un inno cantato dagli Angeli in lode di Dio queste parole: "Ci sono in Cielo uomini più gloriosi degli Angeli, e Angeli più gloriosi degli uomini. Il più benedetto è l'uomo di cui, o Dio, ti sei degnato di prendere la natura; dopo di lui c'è la Tua Madre benedetta; dopo di lei ci sono i sette Angeli. 

    38. Sant'Alberto Magno disse, parlando dei Sette Angeli delle sette trombe (S. Alberto. Mag. Apud Sylv.c. 15. Apoc. q.2, n.10), "Sono sette, perché insegnano a predicare i sette doni dello Spirito Santo". 

    39. Il Padre Dottore Francisco Rivera, che fu Confessore di Santa Teresa, e del quale Cristo gli disse che era colui che in quel tempo comprendeva meglio le Sacre Scritture, disse (Pat. Riv. Sob. Apoc. Cap. 1): "Questi sette Spiriti sono sette grandi Angeli, e tra gli altri eccellenti per dignità, ai quali Dio affidò la salvezza degli uomini". 

    40. Il sapientissimo Salmerone dice (Ps. Tom. 16. Pv elud. 5. In Apoc.): "Ci sono sette angeli principali e primari, che, per ordine di Dio, hanno la cura e il governo di tutte le cose; dei quali uno disse a Tobia: Io sono Raffaele l'Angelo, uno dei sette che assistono davanti a Dio. 

    41. Il Venerabile Padre Gaspar Sanchez, parlando dei sette occhi della pietra, di cui parla il profeta Zaccaria, dice così (Gasp. Sanc. in Cap. 4. Zachar.): "Comunemente si ritiene che questi sette siano Angeli che portano i comandi di Dio alle nazioni, e si prendono cura che vengano eseguiti. E quindi assistono il Signore, per essere attenti e vigilare sulla sua volontà e sul suo piacere. Ma che essi siano gli angeli principali, alla cui fede e fedeltà Dio ha affidato l'amministrazione delle cose umane, i teologi lo hanno insegnato, ed è chiaro dalla Scrittura, dove nel Libro di Tobit l'Angelo dice: Io sono Raffaele l'Angelo, uno dei sette che stanno davanti a Dio. (Apocalisse cap. 1.8.15.16.17; Tobit cap. 12). 

42. Menochius, su questo stesso testo, dice: "Degli stessi Spiriti San Giovanni ricorda nell'Apocalisse, e sono chiamati sette Spiriti, che sono alla presenza del Trono di Dio, e sono i più eccellenti degli altri Angeli, e adornati con maggiore dignità, che è significata da questa vicinanza al Trono Divino. Che per un'altra ragione tutti gli Angeli, e tutto ciò che è stato creato, sono davanti a Dio in un certo modo conveniente, e in attesa del suo piacere". 

    43. Balinghen dice (Balin. Tom. I in loc. Comun. Strip. Ver. Angel.): "Gli Angeli sono braccia, e occhi di Cristo, e non tutti gli Angeli sono così chiamati, ma solo quei sette, che sono chiamati Missionari di Dio, o inviati, ai quali è stato dato l'incarico e la supervisione di tutti gli uomini." 

44. Cornelio, dopo aver fatto riferimento ad altre opinioni, conclude così (Corn. In Apoc. C.I. v.4.): "Io dico, che questi sette Spiriti sono sette angeli primari che assistono Dio come Valido e Grande del suo Regno, pronti ad eseguire tutti i decreti di Dio, o da loro stessi, o da altri Angeli inferiori, specialmente la cura e l'amministrazione degli uomini." 

    45. Infine Escobar (lasciando molti altri) sul detto capitolo dell'Apocalisse, dice: "A questi sette Spiriti, come a Ministri di Dio, Giovanni chiede grazia per la Chiesa, insegnandoci a invocare gli stessi Angeli nello stesso modo, e a impetrare da Dio il favore con la loro intercessione." 

    46. Essendo la grandezza di questi Spiriti così superiore che i Santi Padri e gli Interpreti li chiamano i Primogeniti degli Angeli, i Ministri immediati di Dio, i Validi, i Grandi del suo Regno, i più eccellenti dei nove Cori, i più benedetti dopo Cristo e sua Madre, quale cuore è così ottuso e insensibile che, se non li guarda con affetto per i loro meriti, non li ama almeno per la loro convenienza? E tanto più quando è costante che, in mezzo a questo immenso mare delle loro glorie, vivono così solleciti del bene e della felicità dei mortali, che hanno, come principale blasone della loro dignità, la dignità di servirli e la prontezza di obbedire a Dio nell'aiutarli. Perciò la Santa Chiesa, seguendo lo stile delle lettere divine, disse, parlando di San Gabriele, nel suo Ufficio concesso alla Religione Serafica, che egli era: "Unus ex septem Domino que astant Iussa Sequentes" (Uno dei sette Principi, che assistono il Re del Cielo per obbedire ai suoi comandi). Perciò gridiamo a loro con voci amorevoli. 

47. O Angeli preziosissimi! O chiarissimi Spiriti! O attentissimi Ministri del Re di tutti i tempi! O amorosissimi procuratori della nostra salute, siate propizi e favorevoli al popolo cristiano; siate lo scudo e la forza dei nostri spagnoli; siate gli occhi per il successo e la guida del nostro popolo; siate gli occhi del re di tutti i tempi! la nostra Monarchia; e siate i nostri perpetui intercessori presso la Santissima Trinità, con Gesù e con Maria, per ottenere da loro aiuti ed efficaci ispirazioni per la riforma generale dei nostri costumi, da cui dipende tutto il nostro bene e la nostra felicità. Amen. 

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