lunedì 4 ottobre 2021

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


Che cosa dice anzitutto la Chiesa intorno alle stimate?  

Esse le sono note già dai primi tempi del cristianesimo e precisamente dall'apostolo Paolo, il quale si dice non solo crocifisso egli stesso col Cristo e non solo attesta di aver ricevuto il suo messaggio per l'umanità dalla rivelazione di Gesù Cristo, ma come conclusione della sua lettera ai Galati, nella quale dice tutto questo, aggiunge: «... poiché io porto le stimate del Signore Gesù nel mio corpo». Dopo di lui per quanto ne abbiamo notizia, sembra che questa grazia non sia stata più concessa fino a quel grande santo di cui si dice che nessuno fino ad oggi sia stato più simile al Salvatore crocifisso, cioè a S. Francesco d'Assisi. Fu un avvenimento per la Chiesa, per cui nell'anno liturgico essa vi dedica una festa speciale. In questo giorno, il 17 settembre, pone sulle labbra del sacerdote come prima preghiera al S. Sacrificio della Messa le parole seguenti: Domine Jesu Christe, qui frigescente mundo, ad infiammatudum corda nostra tui amoris in carne beatissimi Patris Nostri Francisci passionis tuae sacra Stigmata renovacti, concede propitius ... o Signore Gesù Cristo, Tu che, raffreddandosi il mondo, hai rinnovato col fuoco del tuo amore le stimate della tua s. passione nella carne del nostro s. padre Francesco, per infiammare i nostri cuori, concedici, ti preghiamo ....  

Tuttavia il mondo che era stato riscaldato dal santo di Assisi diventò di nuovo tepido e freddo nella fede nel Crocifisso e nella sua opera, la Chiesa. False dottrine sedussero molti, prima a distaccarsi dalla Chiesa cattolica, poi ad abbandonare la fede in Cristo figlio di Dio e finalmente i posteri ricaddero di nuovo in una specie di paganesimo, come se il Redentore non fosse mai venuto al mondo. E così Iddio operò nuovi miracoli per ricordare ai posteri di quegli infelici che Egli è il Dio vivente della vita eterna e che s'è fatto uomo, ha sofferto ed è morto per tutte le generazioni che si susseguono. In maniera sua e servendosi di singoli uomini Egli attirò sempre a volta a volta lo sguardo su sé stesso, il Crocifisso, onde attrarli a Sé e condurli nella casa della salvezza da lui fondata, la Chiesa cattolica, e dimostrare loro in maniera irrefutabile che in mezzo a tutte le «chiese» aberranti d'origine umana, questa è proprio la chiesa Sua. Qui sta anche la ragione perché questo crisma, le stimate del Salvatore, si riscontra unicamente nella chiesa cattolica.  

Andiamo oggi meglio? Il calore della fede e l'amore per il Salvatore sono nei nostri tempi aumentati o diminuiti? Sono diminuiti, e perciò Cristo nella Sua misericordia ha impresso anche fino ai giorni nostri col fuoco del Suo amore le stimate della Sua Santa passione nella carne di alcuni Suoi servi e serve privilegiati, onde infiammare i cuori freddi degli uomini, per i quali Egli ha patito, e che altrimenti non vorrebbero più saperne di lui. Per cagione degli increduli, assicura S. Paolo, sono state concesse queste grazie «gratis data» ed infatti colla corrente dei fedeli che in Teresa Neumann vedevano riflesso come in uno specchio il Salvatore che opera a mezzo di lei e si sentivano attratti a Lui, si riversò verso il villaggio di Konnersreut anche una fiumana d'increduli, di eretici e di scettici. Se molti di coloro che vengono a vedere trovino anche la grazia di credere non lo sappiamo, giacché non possiamo penetrare nel cuore degli uomini; probabilmente accadrà di nuovo quello che avveniva ai tempi del Salvatore quando muovendosi Egli tra noi in carne ed ossa operava i miracoli: molti trovano la fede, molti altri se ne tornano increduli come sono venuti. A tutti però viene ricordato in maniera impressionante il fatto del figlio di Dio, qui propter nos homine «et propter nostram salutem..., il quale per noi uomini e per la nostra salute, patì, fu crocifisso e morì. Ed io, come cattolico credente, considero una grazia specialissima il fatto d'essermi potuto riavvicinare a quell'opera di salute compiutasi duemila anni fa, si d'averne quasi personalmente esperienza. Che io in ciò non sia solo, dimostrano le numerose manifestazioni che arrivano in pubblico attraverso la stampa.  

Questo dunque è lo scopo del carisma e delle stimate e non quello di dare occasione di esperimenti ad un certo numero di professori increduli affinché essi, su di un accertamento puramente naturale, costruiscano delle nuove teorie per negare l'esistenza dell'anima. Che essi, giunti alla linea di confine fra il naturale e il soprannaturale, dichiarino onestamente: qui sta il limite del nostro campo di lavoro che è l'indagine delle cose sensibili e qui perciò viene segnato anche il limite della nostra scienza; al di là ignoramus, non sappiamo niente. Così colpisce nel segno per esempio anche un non cattolico quando scrive: «La competenza della medicina in tale materia deve venir contestata, il giudizio dell'autorità medica è qui senza valore, giacché esso non tocca affatto l'essenza del caso. Qui si tratta infatti, non di fenomeno clinico, ma di un fenomeno religioso. Come tale esso è un frutto del cattolicismo e sottostà alla competenza della Chiesa cattolica la quale fa bene a guardarlo e a proteggerlo».  

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