domenica 3 ottobre 2021

Ritorno a casa

 


Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica


ALEXIS CARREL (1873-1944) era un giovane medico francese, di Lione; aveva trent’anni quando rimpiazzò uno dei suoi giovani colleghi per accompagnare 300 malati ad un pellegrinaggio presso il santuario di Lourdes, nel luglio del 1903.

Non credeva in Dio né nei miracoli. Era una scienziato, che credeva solo nella ragione, ma era un uomo sincero e alla fine del viaggio dovette ammettere che esisteva Dio e il Soprannaturale. Ci racconta la sua avventura spirituale nel suo libro Viaggio a Lourdes nel quale descrive le proprie impressioni firmandosi Dr. Lerrac (il rovescio di Carrel).

Racconta infatti: Il treno si fermò prima di entrare nella stazione di Lourdes. I finestrini si riempirono di teste pallide, estatiche, allegre, in un saluto alla terra eletta, dove sarebbero scomparsi i loro mali... un grande soffio di speranza nasceva da questi desideri, da queste angustie, da questo amore.

Portando i malati all’ospedale, Lerrac si avvicinò alla stanza che occupava una giovane malata di peritonite tubercolosa... María Ferrand (il suo vero nome era María Mailly) aveva le costole perfettamente visibili sulla pelle ed il ventre gonfio. La tumefazione era quasi uniforme, ma qualcosa di ancor più voluminoso si trovava sul lato sinistro. Il ventre sembrava disteso sopra una materia dura e nel centro si notava una parte più bassa piena di liquido. Era la forma classica della peritonite tubercolosa... il padre e la madre di questa ragazza erano morti tisici; lei sputava sangue dall’età di quindici anni; a diciotto contrasse una pleurite tubercolosa e le estrassero due litri e mezzo di liquido dalla parte sinistra del torace. Poi le prese i polmoni e infine, da diciotto mesi, soffriva di peritonite tubercolosa. Nell’ultimo periodo subì un’alterazione profonda della propria nutrizione. Il cuore batte senza ordine né regolarità. Morirà presto, può vivere così un giorno, ma è condannata.

A María Ferrand vennero fatte delle abluzioni con dell’acqua miracolosa della Vergine, perché il suo stato era assolutamente grave e non potevano metterla in piscina; la condussero dinnanzi all’immagine della Vergine nella grotta.

Lo sguardo di Lerrac si posò su María Ferrand e gli parve che qualcosa fosse cambiato nel suo aspetto, sembrava che la sua pelle fosse meno pallida... Lerrac si avvicinò alla giovane, contò le pulsazioni e studiò la respirazioone per commentare infine: la respirazione è più lenta. Evidentemente aveva davanti agli occhi un miglioramento rapido dello stato generale della ragazza. Qualcosa stava per accadere e resistette a lasciarsi trasportare dall’emozione. Concentrò il suo sguardo su María Ferrand senza più volgerlo a nessun’altro. Il volto della giovane, con gli occhi brillanti ed estasiati, fissi sulla grotta, continuava a subire modifiche. Si era già avuto un importante miglioramento. D’un tratto, Lerrac si sentì impallidire nel vedere come all’altezza della cinta della malata la coltre stava scendendo, a poco a poco, fino al livello del ventre.

Nella basilica stavano per rintoccare le tre del pomeriggio. Alcuni minuti più tardi, la tumefazione del ventre pareva stesse scomparendo completamente. Lerrac non parlava né pensava. Quella guarigione inaspettata era in contraddizione con tutte le sue idee e previsioni e gli pareva di star sognando. Diedero alla ragazza una tazza piena di latte e questa la bevve tutta. Per pochi istanti alzò la testa, guardò intorno a sé, si mosse qualcosa e lei reclinò il capo sul costato senza dar la minima parvenza di dolore. Erano già quasi le quattro. Stava per accadere l’impossibile, l’inaspettato, il miracolo! Quella ragazza agonizzante poco prima ora era quasi guarita.

“Questa non può essere una peritonite nervosa” pensava. Presentava sintomi troppo conclamati e assolutamente chiari... Fattesi le sette e mezza tornai all’ospedale, ardendo di curiosità e di angoscia...

Ammutolii per lo stupore. Il cambiamento era fenomenale. La giovane, indossando una camicia bianca se ne stava seduta sul letto. Gli occhi brillavano sul suo volto, ancora grigio e smagrito, ma in movimento e vivace, con le guance leggermente rosate. La linea delle labbra congiunte conservava tuttavia una piega dolorosa, traccia dei tanti anni di sofferenze, ma tutta la sua persona emanava un’indefinibile sensazione di calma, che, irradianosi da lei, illuminava di allegria la triste sala.

- “Dottore, sono completamente guarita”, disse a Lerrac, “benché mi senta debole”... La guarigione era completa. Quella moribonda dal volto cianotico, il ventre disteso e il cuore palpitante si era trasformata in poche ore in una giovane quasi normale, solo dimagrita e debole... è il miracolo! Il grande miracolo che scuote le moltitudini attirandole a Lourdes! Che gioiosa casualità vedere che tra tanti malati è stata sanata colei che io meglio conoscevo e che attentamente avevo osservato.

Tosto Lerrac si recò nella grotta per contemplare con attenzione l’immagine della Vergine, i drappi che, come ex voto, rendevano le pareti illuminate per il risplendere della luce dei ceri, la cui fumata continua aveva annerito la roccia. Lerrac prese posto su di una sedia accanto ad un agricoltore anziano e rimase lì immobile per molto tempo con la testa tra le mani, cullato dai canti notturni, mentre dal fondo della sua anima scaturiva questa preghiera:

 

“Vergine Santa, soccorso dei peccatori che ti implorano umilmente, salvami. Credo in te, hai voluto rispondere ai miei dubbi con un grande miracolo. Non lo capisco, e dubito ancora. Ma il mio grande desiderio e l’oggetto supremo di tutte le mie aspirazioni è ora credere; credere appassionatamente e ciecamente senza discutere né criticare mai più.

Il tuo nome è più bello del sole mattutino. Accogli questo inquieto peccatore, che con il cuore turbato e la fronte corrugata si agita, correndo tra le chimere. Sotto i profondi e duri consigli del mio orgoglio intellettuale giace, disgraziatamente ancora soffocato, un sogno, il più seducente di tutti i sogni: quello di credere in te e di amarti come ti amano i monaci dall’animo puro”.

 

Erano le tre del mattino e a Lerrac parve che la serenità che apparteneva a tutte le cose fosse discesa sulla sua anima, inondandola di calma e dolcezza. Le preoccupazioni della vita quotidiana, le ipotesi, le teorie e le inquietudini intellettuali erano scomparse dalla sua mente. Ebbe l’impressione che sotto la mano della Vergine avesse raggiunto la certezza e gli parve di sentire la sua dolcezza ammirevole e pacificante in un modo tanto profondo che, senza la minima inquietudine, allontanò la minaccia del ritorno al dubbio.

Nel suo libro Meditazioni scrisse: “Signore, ti rendo grazie per avermi conservato la vita sino ad oggi. La mia vita è stata un deserto perché non ti conoscevo. Fai che, nonostante l’autunno, questo deserto fiorisca. Che ogni minuto dei giorni che mi restano sia consacrato a te. Non voglio nulla per me, tranne la tua grazia. Che ogni minuto della mia vita sia consacrato a te, Signore. Signore, prendi la direzione della mia vita, perché mi sono perso nelle tenebre. Tutto ciò che la tua volontà mi ispira di fare, lo farò. è necessario avvicinarsi a te, Signore, con tutta la purezza e l’umiltà... Oh, Dio mio, come mi pento di non aver compreso nulla della vita, e aver tentato di comprendere cose che è inutile capire. Perché la vita non consiste nel comprendere, ma nell’amare. Fa’, Dio mio, che non sia per me troppo tardi. Fa’ che l’ultima pagina del libro della mia vita non sia già scritta. Che possa aggiungersi un altro capitolo a questo libro tanto brutto. Parla, il tuo indegno servitore ti ascolta. Ti offro tutto ciò che mi chiedi. Ti rendo il sacrificio volontario della mia vita, come una preghiera. Ti chiedo di guidarmi lungo il cammino della verità, quello della gente sensata, quello di coloro che amano e pregano. Perdona tutte le mancanze della mia vita. Che ogni minuto del tempo che ancora mi è permesso di vivere scorra compiendo la tua volontà lungo il sentiero che prepari per me. Oh Dio mio, in questo giorno mi abbandono completamente a te, con l’assoluto sentimento di aver trascorso la vita da cieco. Fa’, Signore, che possa mettere il resto della mia vita al tuo servizio e al servizio di coloro che soffrono”.

María Ferrand (María Bailly), guarita dalla Vergine, divenne religiosa della carità, di san Vincenzo de Paoli, e morì nel 1937.

Alexis Carrel (Dr. Lerrac), dopo il miracolo, pubblicò alcuni scritti riguardanti questo fatto su periodici e riviste, ma fu segnato dall’ambiente anticlericale dei suoi colleghi; per questo non vollero dargli nessun lavoro.

Questo fu provvidenziale; poiché, cercando lavoro, si trovò all’Istituto Rockefeller di New York per fare ricerche e come premio dei suoi studi ricevette il premio Nobel della Medicina. Morì a Parigi nel novembre del 1944. Secondo quanto raccontò il sacerdote che lo assistette negli ultimi momenti, si confessò, si comunicò, ricevette l’estrema unzione per gli ammalati e disse: Voglio credere, e credo in tutto ciò che la Chiesa cattolica vuole che noi crediamo e per questo non trovò alcuna difficoltà, perché non incontro nulla che sia in opposizione reale con i dati accertati forniti dalla scienza. 

Padre ángel Peña


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