mercoledì 1 dicembre 2021

Se il soldato romano di guardia dormiva era punito con la morte. Gesù si limita a indirizzare un dolce rimprovero ai suoi apostoli: "Come! non avete potuto vegliare un'ora sola con me!"

 


20 dicembre 1945, Vigilia di San Tommaso. 

Gesù sceglie per accompagnarlo nella sua agonia tre privilegiati:  Pietro, Giacomo e Giovanni.  Quale testimonianza unica di confidenza e di onore, e com'è poco apprezzata dai prescelti.  Messi a  guardia, essi dormono. Se il soldato romano di guardia dormiva era punito con la morte.  Gesù si limita a indirizzare un dolce rimprovero ai suoi apostoli: "Come! non avete potuto vegliare un'ora sola con me!"   Il nemico poteva arrivare da un momento all'altro e sorprendere  Gesù annientato: la guardia dormiva. E noi, quando Dio ci affida  una missione, quando ci manda una chiamata, che facciamo noi  troppo sovente?  Facciamo orecchie da mercante, quando addirittura non dormiamo; manchiamo al nostro compito, tradiamo l'attesa di Dio, lasciamo passare il nemico...  E il nemico viene e cattura i fratelli sui quali dovevamo vegliare e prende anche noi.  Noi  siamo, per la nostra inadempienza alla grazia, colpevoli della morte di molti amici e meritiamo noi stessi la morte; talora il nemico dà la morte alla nostra anima col peccato, giacché la perdita di una  grazia ha sovente per conseguenza una caduta positiva.  Quale non è l'indulgente bontà di Dio di perdonarci!  A tre riprese, gli apostoli hanno la stessa debolezza e Gesù testimonia loro sempre la stessa benevolenza.  Così, Dio troppo spesso deve darci  il suo perdono non tre, ma innumerevoli volte: siamo incorreggibili. 

Oh!  mio Dio, donaci, ti prego, di essere più vigilanti e perciò d'essere più amanti. Ah!  Se Ti  amassimo solo un po' non avremmo che un desiderio: quello di cogliere tutte le occasioni di  piacere a Te, Te da cui abbiamo tutto!  E ciò che fa che Tu ami tanto il Tuo divin Figlio, è la  Sua perfetta corrispondenza alla Tua santa Volontà che te lo rende così caro e che, se fosse possibile, accrescerebbe senza fine il Tuo amore per Lui. Ecco il segreto per essere piu amati da Te:  la fedeltà alla Grazia.  Temiamo che Dio, stanco di aver vanamente ricorso a noi, non faccia  come Gesù nella terza visita ai suoi apostoli: ci lasci dormire.  Da questo sonno non più turbato  dai richiami e dai rimorsi, liberaci Signore. Ecco il grande rischio: non aver più coscienza del  pericolo e vivere in una pace ingannatrice che fa dimenticare la tristezza.  Noi non abbiamo abbastanza il dolore per ciò che soffre Dio; la causa di Dio non è la nostra; siamo indifferenti all'avvento di Dio nelle anime, ai trionfi di Satana, agli insuccessi di Dio.  Dovremmo essere divorati di zelo per Dio e allora non potremmo avere riposo, non essere contenti finché Dio non regnerà.  Signore!  donaci lo zelo amante della Tua causa. 

Adesso Gesù è confortato dal cielo: non ha più bisogno del conforto degli apostoli: "dormite pure",  dice loro. Così, in generale, quando noi abbiamo lasciato perdere l'occasione di agire, Dio ci dice: "dormi!". É che qualcuno ha preso il nostro posto: siamo diventati servi inutili; non meritiamo  più che di essere gettati via come un sale insipido.  Poi Gesù aggiunge: "ma è venuta l'ora in cui il Figlio  dell'Uomo deve essere innalzato.  Alzatevi".  Bontà del divin Maestro!  Non che abbia bisogno di essere difeso: Agnello destinato al macello, non vuole far resistenza ai suoi uccisori.  Ma il suo avvertimento è solo  nell'interesse dei suoi infedeli apostoli: li mette in guardia per la loro sicurezza.  Nel momento  del suo maggior pericolo dimentica se stesso per pensare a quelli che lo dimenticano.  Magnanimità di Gesù, siimi d'esempio... 

Ma la vita che è resa alla divina Vittima non gli è resa che per più soffrire, perché abbia forza di  soffrire all'estremo. 

Anche l'uomo colpevole non era morto subito, ma ha dovuto soffrire prima di morire.  Accettiamo dunque amorosamente con Gesù agonizzante le pene di questa vita mortale, preghiamo  con fervore per poterle sopportare, sicuri che Dio invierà il suo Angelo affinché ci aiuti a superare tutti i passi difficili.  Giacché è questa la vera vittoria, e non è un trionfo amaro; sì, il vero  trionfo è l'accettazione della debolezza, dell'umiliazione, della tristezza per Dio, senza curarsi di  ciò che ne diranno gli uomini.  Ecco la grande lezione del Getsemani.   Mio Gesù, grazie! 

meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

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