Cuor mio, Gesù, vieni; il mio povero cuore non può vivere senza di Te; i miei palpiti si accelerano, le mie ansie si fanno più ardenti e ti cercano con ripetuti sospiri. Vieni, o Gesù, a dar vita a questo mio povero cuore affamato di Te! Oh, come sospiro il momento di riceverti, di stringerti nel mio petto e di starmi con Te cuore a cuore, abbandonato nelle tue braccia in dolce riposo! Ah, sì, il mio cuore vicino al Tuo si disseterà della sete che lo brucia, si sfamerà della sete che lo tormenta e, rinato a nuova vita, a torrenti gusterà tutti i tuoi contenti. E se Tu in quest’Ostia d'amore scenderai in me, afflitto e contristato dalle offese delle creature, oh, allora ti darò le mie braccia per darti riposo, e il mio cuore, sazio di Te, starà a consolarti e rinfrancarti di tutte le offese... Vita mia. Gesù, presto, vieni, deh, non farmi più aspettare!
Ma mentre mi appresso, vedo la gran distanza che passa tra me e Te: il nulla si accinge ad abbracciare il Tutto; la miseria, la debolezza, la bruttezza (ad abbracciare) l’infinita Bellezza (che) racchiude ricchezze immense, fortezza, onnipotenza, perfezione incomparabile e rapitrice, l’Infinito, l’Immenso, l’Eterno. Amor mio, io tremo, ma non indietreggio; ti voglio e non mi spavento. Il tuo Amore mi fa ardito e mi spinge a Te... Sai, o Gesù? A qualunque costo ti voglio. Tu devi supplire a tutto, perché Tu puoi tutto ed io (non) posso nulla, e chi può deve supplire a chi non può.
E poi, amabile mio Gesù, non ricordi forse che di tutto ciò che facesti e soffristi me ne facesti dono, col ricevere Te stesso nell'istituire questo Sacramento d’Amore? Fu proprio per me, che tutto facesti. La tua SS. Umanità mi apriva le porte, per poter ricevere un Dio. Questa tua SS. Umanità Tu me la desti e la faccio mia, mi trasformo in Essa, mi verso in Essa con la tua Santità; faccio mie le sue pene, le sue opere, i suoi passi, tutte le sue riparazioni, il suo Amore... Che vuoi, o Gesù? Da me solo non posso venire. Tu devi supplirmi in tutto.
Ma non sono pago ancora, mi vedo troppo stretto. Perciò mi metto nella tua Divinità e, immergendomi nell’immensità della tua Volontà, mi faccio ardito e ti prego di vestirmi con la tua bellezza, per poterti rapire continuamente in me; e Tu, innamorato di me, renderai tuo felice soggiorno questo povero mio cuore... La tua santità mi adombri, la tua potenza m’investa, l’immensità del tuo Amore m’inabissi, in modo che non scorga altro che Te, non operi che in Te.
Con la tua potenza sarò potente sul tuo Cuore per impetrare per tutti, e griderò col tuo “Sitio” (“Ho sete”) continuamente “Anime, anime!” E Tu alla tua potenza non resisterai, e col tuo potere conquisterò tutti i cuori per portarli a Te... Nuotando nel tuo Volere, mi getterò ai piedi della tua Giustizia, le strapperò i flagelli, smorzerò il fuoco che l’accende e la vincolerò alla Misericordia, onde si bacino scambievolmente e, rappacificate, bacino tutte le creature.
Mio Gesù, nel tuo Volere trovo tutto, ed io voglio riceverti in Esso per ripetere la tua Comunione, per darti tutto, riparazione completa, amore immenso, soddisfazione infinita. Voglio, o mio Gesù, darti tutto il contento che ti diede la tua SS. Umanità, ripetere la tua Comunione e darti la soddisfazione come se un Dio ricevesse un altro Dio.
Regina Mamma, vieni ad assistermi in un’azione così grande, quale quella di ricevere Gesù. Prendimi fra le tue braccia, stringimi al tuo Cuore materno, riscaldami col tuo amore, purificami con i tuoi affetti, (rendimi) umile con la tua umiltà, adombrami col velo della tua purità, imprestami i tuoi desideri ardenti e tutto ciò che facevi nel ricevere Gesù.
Angeli, Santi, vestitemi con la vostra luce, fatemi corona, accompagnatemi a Gesù.
Gesù, Tu mi chiami, ed io a Te vengo... Vieni, o Gesù mio, vieni...!
Serva di Dio LUISA PICCARRETA
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