giovedì 25 agosto 2022

IL PROBLEMA DELL'ORA PRESENTE ANTAGONISMO TRA DUE CIVILTA'

 


Delasuss, Henri; 

Il problema dell'ora presente. Antagonismo tra due civiltà  

(I Parte - Guerra alla civiltà cristiana) 


L'OPERA DEGLI ENCICLOPEDISTI E DEGLI ILLUMINATI RIPRESA DAI CARBONARI 

Il piano di totale disorganizzazione cristiana che vedemmo esposto nella corrispondenza degli  Enciclopedisti e nelle carte degl'Illuminati, non fu abbandonato né nel 1801 né nel 1814. La  Rivoluzione dell'89 non avea potuto attuarlo interamente, e l'istinto di conservazione aveva fatto  entrare la società se non nelle vie più rette, almeno in quelle che pareva dovessero allontanarla  dall'abisso in cui era andata a rischio di cadere.

Barruel, vedendo giungere la reazione, avea fatto fin dal 1798 questa profezia che de Maistre  formulava dal canto suo con non minore sicurezza: 

"Ciò che i settari hanno fatto una prima volta, lo faranno ancora, avanti di venire dì nuovo allo  scoperto. Essi proseguiranno nelle tenebre il grande scopo della loro congiura, e nuovi disastri  insegneranno ai popoli che la Rivoluzione francese non era che il principio della dissoluzione  universale che la setta va meditando". 

La dissoluzione universale mercé la diffusione in tutte le parti del mondo dello spirito  rivoluzionario ch'ebbe in Francia, un secolo fa, la sua prima esplosione, apparisce assai minacciosa,  nell'ora presente, a tutti gli uomini che considerano i fatti che si vanno producendo sui differenti  punti del globo, li confrontano gli uni cogli altri e loro fanno dire d'onde vengono ed a che tendono.  Nuovi disastri, più estesi di quelli della fine del XVIII secolo, e più radicalmente distruggitori, si  annunziano nelle idee correnti, nei fatti che si producono: fatti premunitori, perché ci avvertono di  ciò che racchiudono e di ciò che chiamano le idee più o meno condivise da tutti. 

Al giorno d'oggi come nel XVIII secolo, queste idee sono elaborate nelle società segrete e da loro  introdotte in tutti i paesi come in tutte le classi della società. 

Abbiamo visto i settari che distillavano, prima dell'89, il loro veleno nelle accademie volteriane,  nelle loggie massoniche e nelle retro-loggie illuminate, poi lo inoculavano nel corpo sociale che  corse il rischio di perire. 

Abbiamo visto nel periodo che si estende dal 1802 ai nostri giorni, ricomparire le medesime idee e  prender corpo ora in una istituzione, ora in un'altra. Al giorno d'oggi, siamo giunti al punto di udir  proclamare persino nel Parlamento la certezza di giungere questa volta a rovinare definitivamente la  religione; altrove non si sta contenti di tanto, ma si dice che bisogna rovesciare tutto l'ordine  sociale, abolire la famiglia e la proprietà per sostituire a tutto questo uno stato di cose che non si ha  coraggio dì definire. 

Quelli che manifestano questi disegni, quelli che hanno lavorato durante tutto il corso del XIX  secolo a preparare le vie alla loro attuazione, sono evidentemente gli eredi degli Enciclopedisti e  degli Illuminati, almeno quanto alle idee ed alle intenzioni. Son dessi ancor più di questo? Avvi tra  questi e quelli un vincolo sociale che fa un medesimo essere, che continua a volere nel XX secolo  quello che ha intrapreso nel XVIII? 

Lo stesso scopo, egualmente confessato da ambedue le parti e proseguito senza interruzione, sembra  rivelare la presenza d'un solo e medesimo agente. 

Per credere a questa identità abbiamo qualche cosa di più che dei sospetti ragionevoli. Noi abbiamo,  almeno per gli anni che decorsero tra la Restaurazione e la caduta del potere temporale dei Papi, dei  documenti somiglianti alla corrispondenza di Voltaire e agli scritti sequestrati dalla Corte di  Baviera. Per un caso affatto simile, essi caddero nelle mani dell'autorità pontificia, e siccome il  Governo di Baviera avea pubblicato quelli che avea sequestrati, così i papi Gregorio XVI e Pio IX  fecero pubblicare, come vedremo, quelli che la Provvidenza mise nelle loro mani. 

Riguardo ai tempi che seguirono l'usurpazione piemontese, cioè quelli in cui ci troviamo, ancora  non abbiamo che la luce dei fatti, ma essa è anche troppo chiara. 

Allorché la caduta di Napoleone condusse in Francia la Ristaurazione dei Borboni, la framassoneria  temette, malgrado le precauzioni che avea saputo prendere, un movimento retrogrado per l'opera  rivoluzionaria, in tutta l'Europa. I popoli vedevano la pace succedere alle guerre più terribili,  rinascere la prosperità dal seno delle rovine, il benessere, da tanto tempo assente, diffondersi di  luogo in luogo. L'opinione pubblica, ritornando alle idee monarchiche e religiose in Francia, in  Italia, nella Spagna e nella Germania, comprendeva che tutte le sciagure erano venute  dall'abbandono dei principii sui quali la società fin allora avea riposato. 

I capi supremi della setta si dissero l'un l'altro che non potevano lasciar correre e svilupparsi questo  moto antirivoluzionario. Perciò risolvettero non solo di arrestarlo, ma di riprendere di sottomano  quello che la Rivoluzione non avea potuto stabilire definitivamente. Difatti, noi vedemmo tanto  sotto i re legittimi, quanto sotto i re usurpatori, sotto la seconda e terza Repubblica come sotto il  secondo Impero, svilupparsi un piano di attacco contro la Chiesa e la società che rivelavasi come  saggiamente studiato e proseguito costantemente, sempre trionfante di tutte le difficoltà che  facevano sorgere avvenimenti imprevisti od altri più forti d'ogni umana potenza. 

Tanta accortezza, tanta perseveranza e tale successo rivelavano un organismo non meno potente che  arrendevole in mano dei capi della congiura anticristiana, in sostanza identico a quello che  adoperarono nel XVIII secolo per produrre lo scoppio del 1789. 

È questo organismo che finiranno di farci conoscere i documenti sequestrati da Leone XII. 

Ne vedemmo la principal forza situata, nel XVIII secolo, in Baviera, e mossa dalla mano di  Weishaupt. Nell'epoca della Ristaurazione, lo vediamo trasferito in Italia. Oggidì, la sua azione si fa  sentire soprattutto in Francia, ma si può credere che la mano che gli dà l'impulso è altrove. 

La massoneria è cosmopolita. In tutti i paesi del mondo essa congiura e lavora contro la Chiesa  cattolica. Essa ha giurato di annientarla completamente e per conseguenza dovunque. 

Ma se è presente ed attiva su tutti i punti dell'universo, non si comporta dappertutto nella medesima  maniera. Come lo fa osservare con ragione Claudio Jannet, essa ha i suoi centri di direzione e i suoi  teatri d'operazione. I centri di direzione si dissimulano nei paesi protestanti. Là sono i covi più  segreti della setta; là si preparano le rivoluzioni che devono scoppiare altrove. I teatri d'operazione  sono ordinariamente i paesi cattolici, e particolarmente la Francia e l'Italia contro le quali la  massoneria internazionale ha sempre preparate le sue più formidabili batterie.(1) 

Nell'epoca di cui ci occupiamo, è l'Italia ch'essa mette in rivoluzione, e i suoi principali strumenti  sono il Carbonarismo e l'Alta Vendita, a cui fu data la missione altra volta affidata all'Illuminismo.  Il Carbonarismo fu una società segreta nella società segreta della Massoneria. Fu creato per lavorare  al rovesciamento di tutti i troni e sopratutto alla distruzione del potere pontificio, chiave di vôlta  dell'ordine sociale. L'Alta Vendita fu nel Carbonarismo stesso una società ancor più segreta, che  riceveva istruzioni più misteriose e più precise per dirigere gli sforzi e del Carbonarismo e della  Massoneria, e farli convergere verso lo scopo da noi accennato. 

Nelle società cristiane, quali le aveano costituite la sapienza dei secoli e lo spirito del Vangelo, i  rapporti stabiliti tra il potere civile e il potere religioso per il bene del popolo, facevan sì che  l'autorità temporale fosse al cattolicismo e all'idea cristiana una prima difesa. Quindi, distruggerla,  uccidendo i re e rovesciando i troni, fu la prima opera intrapresa dalla framassoneria. Vedemmo già  in qual giorno e da quali cospiratori fu decretata la morte di Luigi XVI. L'assassinio del duca  d'Enghien e del duca di Berry che seguirono, la cospirazione permanente delle società segrete contro i Borboni di Francia, di Spagna, di Napoli, e di Parma, finita dovunque colla loro espulsione  attraverso fiumi di sangue, e coi più ignobili tradimenti, non possono lasciar più dubbio alcuno sul  significato del motto massonico: Lilia pedibus destrue; e, come disse Deschamps, sarà questo  l'eterno onore della più gloriosa e più paterna delle dinastie reali, d'essere stata scelta come primo  bersaglio nello sconvolgimento della religione e della società, da scellerati fanatici che sotto il nome  di Massoni e di Carbonari, ne han giurato la distruzione. 

Rovesciare i troni fu l'opera assegnata al Carbonarismo. All'Alta Vendita fu assegnata quella di fare  scomparire il potere temporale dei Papi e quella ancor più ardita e più incredibile, di corrompere la  Chiesa cattolica nei suoi membri, nei suoi costumi e perfino nei suoi dogmi. 

Carbonari, Vendita:(2) Questi nomi strani furono presi per nasconder meglio il complotto; i  cospiratori si presentarono come associati per un commercio di carbone.(3) Le Vendite erano di tre  classi o di tre gradi: le Vendite particolari, le Vendite centrali e l'Alta Vendita. L'Alta Vendita era  composta di quaranta membri. Si reclutava da se stessa, ed esercitava su tutta la Carboneria  un'autorità senza limite e senza controllo. Quando la creazione d'una Vendita centrale si riteneva  utile, due membri dell'Alta Vendita si rivolgevano ad un carbonaro che giudicavano idoneo al loro  intento, e, senza fargli conoscere ch'essi appartenevano ad una società ancor più segreta, gli  proponevano di organizzare una Vendita superiore a quella di cui egli faceva parte. 

Parimenti, per formare una Vendita particolare, due membri d'una Vendita centrale sceglievano un  framassone il cui carattere, la posizione sociale e il grado d'iniziazione potevano assicurare alla  Vendita l'influenza voluta. Senza far conoscere quello che essi erano, gli proponevano  semplicemente di formare, con lui e con qualche altro massone da scegliere, una associazione  d'ordine superiore alla framassoneria. Vendite particolari, in numero illimitato, venivano così unite  ad una Vendita centrale mediante due dei loro membri, ch'esse non sapevano essere in rapporto con  un'associazione superiore alla loro; e le vendite centrali, pure in numero illimitato, venivano unite  nella medesima maniera all'Alta Vendita, la quale governava tutto senz'essere scorta in nessuna  parte.(4) Le società segrete erano così costituite in forma di piramide umana, di cui i carbonari  tenevano il centro e delle quali tutti i pensieri, tutti movimenti, erano determinati da una specie di  suggestione lenta che penetrava potentemente nella massa, ma che non era chiaramente conosciuta  che al vertice d'onde discendeva nelle regioni inferiori. L. Blanc, dopo aver lodato l'ammirabile  elasticità di questa organizzazione, ci fa sapere che "fu interdetto ad ogni carbonaro appartenente ad  una Vendita, di introdursi in un'altra Vendita. Questa proibizione, era sanzionata dalla pena di  morte". Vedremo che l'Alta Vendita non era neppur essa più padrona di se stessa delle Vendite  inferiori: essa riceveva le sue direzioni da un Comitato superiore del quale sapeva l'esistenza,  poiché le intimava ordini, ma ne ignorava la sede ed il personale. 

Le Vendite centrali, a più forte ragione le Vendite particolari, si trovavano nella medesima  condizione di fronte all'Alta Vendita. Esse ricevevano istruzioni e parole d'ordine, senza sapere  d'onde né da chi venivano. 

La Carboneria è chiamata da L. Blanc "la parte militante della framassoneria".(5) Egli dice ancora,  e si potrà convincersene, che, come organizzazione, essa fu "qualche cosa di potente e di  meraviglioso". 

 

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