domenica 14 maggio 2023

I Dieci Comandamenti

 


Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


Il decimo Comandamento: “Non desiderare la roba d’altri”. 


Discorso conclusivo di Gesù all’acqua speciosa. La purificazione dell’uomo. 

***

Venite! Andiamo al Signore. Io avanti, voi dietro.  

Andiamo alle acque di salute, andiamo nei pascoli santi, andiamo nelle terre di Dio. Dimenticate il passato. Sorridete al futuro. Non pensate al fango, ma guardate le stelle. Non dite: ‘Son tenebra’; dite: ‘Dio è Luce’. Io sono venuto ad annunziarvi la pace, a dire ai mansueti la Buona Novella 194 , a curare quelli che hanno il cuore infranto da troppe cose, a predicare la libertà a tutti gli schiavi, primi fra tutti quelli di Mammona, a liberare i prigionieri dalle concupiscenze. 

Io vi dico: l’anno di grazia è venuto. Non piangete voi tristi della tristezza di chi si sente peccatore, non lacrimate, esuli dal Regno di Dio. Io sostituisco la cenere con l’oro, l’olio alle lacrime.  

A festa vi vesto per presentarvi al Signore e dire: "Ecco le pecorelle che Tu mi mandasti a cercare. Io le ho visitate e radunate, le ho contate, ho cercato le disperse e te le ho portate sottraendole ai nuvoli e alle caligini.  

Le ho prese frammezzo a tutti i popoli, le ho riunite da tutte le regioni per condurle alla Terra non più terra che per esse Tu hai preparato, o Padre santo, per portarle sulle cime paradisiache dei tuoi monti opimi dove tutto è luce e bellezza, lungo i rivi delle celesti beatitudini dove si satollano di Te gli spiriti da Te amati. 

 Sono andato in cerca anche delle ferite, ho guarito le fratturate, ho ristorato le deboli, non ne ho trascurato una sola. E la più sbranata dagli avidi lupi dei sensi me la sono messa come un giogo d'amore sulle spalle e te la poso ai piedi, Padre benigno e santo, perché ella non può più camminare, non sa le tue parole, è una povera anima inseguita dai 'rimorsi e dagli uomini, è uno spirito che rimpiange e trema, è come un'onda spinta e respinta dal flutto sul lido.  

Viene col desiderio, la respinge la cognizione di sé...  

Aprile il tuo seno, Padre tutto amore, perché in esso trovi pace questa creatura smarrita.  

Dille: 'Vieni'. Dille: 'Sei mia'.  

Fu di tutto un mondo. Ma ne ha nausea e paura.  

Dice: 'Ogni padrone è uno sgherro lurido'.  

Fa' che possa dire: 'Questo mio Re mi ha dato la gioia d'esser presa!'.  

Non sa cosa sia l'amore. Ma se Tu l'accogli saprà cosa è questo amore celeste che è l'amore nuziale fra Dio e lo spirito umano, e come un uccello liberato dalle gabbie dei crudeli salirà, salirà, sempre più in alto, sino a Te, al Cielo, alla gioia, alla gloria, cantando: 'Ho trovato Colui che cercavo. Non ha altro desiderio il mio cuore. In Te mi poso e giubilo, Signore eterno, nei secoli dei secoli beata!'. 195 Andate. Con spirito nuovo celebrate la festa della Purificazione. E la luce di Dio si accenda in voi».  

Gesù è stato travolgente nella chiusa del suo discorso.  

Un volto luminoso dagli occhi raggianti, un sorriso e delle note che sono di una dolcezza non conosciuta.  

La gente ne è quasi affascinata e non si muove sinché Egli ripete: «Andate. La pace sia con voi».  

Allora si inizia la partenza dei pellegrini che parlano fitto fitto fra di loro. La velata se ne va svelta come sempre col suo passo agile e lievemente ondulante.  

Pare che abbia le ali per il vento che le gonfia il mantello alle spalle.  

«Adesso capirò se è d'Israele», dice Pietro.  

«Perché?».  

«Perché se sta qui è segno che...».  

«…è una povera donna senza casa propria. Nulla di più , ricordatelo, Pietro». Gesù cammina verso il paese.  

«Sì, Maestro. Me lo ricorderò... E noi che faremo ora che tutti staranno alle loro case per la festa?».  

«Le nostre donne accendono per noi le lampade».  

«Mi spiace... È il primo anno che non le vedo accendere nella mia, o che non le accendo...».  

«Sei un vecchio bambino! Accenderemo anche noi le lampade. Così non farai più quel viso imbronciato. E le accenderai proprio tu».  

«Io? Io no, Signore. Tu sei il Capo della nostra famiglia. Spetta a Te».  

«Io sono sempre una lampada accesa... e vorrei che tali foste voi pure. Sono l'Encenie sempiterna, Pietro. Lo sai che sono nato proprio il 25 di casleu?».  

«Chissà quanti lumi, eh?», chiede ammirato Pietro.  

«Non si potevano contare... Erano tutte le stelle del cielo...».  

«No! Non ti hanno fatto festa a Nazaret?».  

«Non sono nato a Nazaret. Ma in una maceria in Betlemme. Vedo che Giovanni ha saputo tacere. È molto ubbidiente Giovanni».  

«E non è curioso. Ma io... lo sono tanto! Mi racconti? Al tuo povero Simone. Se no, come faccio a parlare di Te? Delle volte la gente chiede e io non so mai cosa dire... Gli altri sanno fare, voglio dire i tuoi fratelli e Simone, Bartolomeo e Giuda di Simone. E... sì, anche Tommaso sa parlare... sembra un banditore del mercato... e che venda una merce. Ma riesce a parlare... Matteo... eh! lui va bene! Usa l'antica sapienza per pelare al suo banco di gabella, per forzare gli altri a dire: "Hai ragione". Ma io... Povero Simone di Giona! I pesci che ti hanno insegnato? E che il lago? Due cose... ma non servono: i pesci a tacere e avere costanza. Loro costanti nel fuggire alla rete, io costante per metterli in essa. E il lago ad avere coraggio e occhio a tutto. E che la barca? A sgobbare senza risparmio di nessun muscolo e a stare ritti anche se le onde sono agitate e si risica di cadere. Occhio alla polare, mano ferma al timone, forza, coraggio, costanza, attenzione, ecco ciò che mi ha insegnato la mia povera vita...».  

Gesù gli posa una mano sulla spalla e lo scuote guardandolo con affetto e con ammirazione, vera ammirazione di tanta semplicità, e dice: «E ti pare poco, Simon Pietro? Hai tutto quanto serve ad essere la mia "pietra". Nulla va messo, nulla va tolto. Sarai il nauta eterno, Simone. E a chi verrà dopo di te dirai: "Occhio alla polare: Gesù. Mano ferma al timone, forza, coraggio, costanza, attenzione, sgobbare senza risparmio, avere occhio a tutto, e sapere stare ritti anche su onde agitate...". Riguardo al silenzio... via... i pesci non te lo hanno insegnato!». 

«Ma per quello che dovrei saper dire sono più muto dei pesci. Le altre parole?... Anche le galline sanno blaterare come io faccio... Ma, dimmi, Maestro mio. Dài un figlio anche a me? Siamo vecchi... Ma Tu hai detto che il Battista nacque da una vecchia... Ora hai detto: "E a chi verrà dopo di te dirai..." Chi viene dopo un uomo se non il suo generato?». Pietro ha un viso di preghiera e di speranza.  

«No, Pietro. E non te ne dolere. Sembri proprio il tuo lago quando il sole è nascosto da una nube. Da ridente si fa cupo. No, mio Pietro. Ma non uno, ma mille e diecimila figli avrai, e in ogni nazione... Non ti ricordi quando ti ho detto: "Sarai pescatore d'uomini"?».  

«Oh!... sì... ma... Sarebbe stato così dolce un bambino che mi dicesse "padre"!»  

«Ne avrai tanti che non li potrai più contare. E ai quali darai la vita eterna. E li ritroverai in Cielo e me li porterai dicendo: "Sono i figli del tuo Pietro e voglio che siano dove io sono", ed Io ti dirò: "Sì, Pietro. Come tu vuoi sia. Perché tu tutto hai fatto per Me ed Io tutto faccio per te"».  

Gesù è dolcissimo nel dire queste promesse. Pietro inghiotte saliva fra il pianto per la speranza che muore di una paternità terrena e il pianto di un'estasi che già si annuncia.

«Oh! Signore!», dice.  

«Ma per dare la vita eterna bisogna persuadere le anime al bene. E... siamo sempre lì: io non so parlare».  

«Saprai parlare, quando sarà l'ora, meglio di Gamaliele».  

«Voglio credere... Ma, fallo Tu il miracolo, perché se ci devo arrivare da me...».  

Gesù ride del suo riso pacato e dice: «Oggi sono tutto tuo. Andiamo per il paese. Da quella vedova. Ho un obolo segreto. Un anello da vendere. Sai come l'ho avuto? M'è arrivato un sasso ai piedi, mentre pregavo ai piedi di questo salice. Al sasso era unito un fagottino con una strisciolina di pergamena. Dentro il fagottino, l'anello. Sul cartiglio la parola "carità"».  

«Fai vedere? Oh! bello! Da donna. Che dito piccino! Ma quanto metallo!...».  

«Ora tu lo vendi. Io non so fare. L'albergatore compera oro. Lo so. Io ti aspetto presso il forno. Va', Pietro».  

«Ma... se non so fare? Io l'oro... Non so di oro, io!».  

«Pensa che è pane per chi ha fame e fai del meglio che puoi. Addio».  

E Pietro va verso destra mentre Gesù, più lentamente, va verso sinistra, verso il paese che appare in lontananza relativa da dietro un boschetto che è oltre la casa del fattore.  

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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

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