domenica 2 luglio 2023

I Dieci Comandamenti

 


Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


10.4 Un aiuto in più, per amare come Dio comanda, direttamente dallo Spirito Santo. 


Poteva forse lo Spirito Santo lasciarci senza una sua divina lezione sui Decalogo e il perfetto amore? No, non poteva ed infatti, nel 1948, nella Sue spiegazioni e commenti sull’Epistola di Paolo ai Romani ci dona quest’ultima stupenda catechesi che ci permette di finire “in bellezza” queste nostre riflessioni. 

Se siete stanchi prendetevi ora una pausa e poi riprendete la lettura a mente fresca, è una lezione da leggere tutta d’un fiato, senza distrazioni od interruzioni. 

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29-5 / 3-6-48  

25 - Cap. 7° v. 14-25. 

 

Dice il Dolce Ospite: 

« La Legge è spirituale. Lo è anche quando vieta cose materiali. 

Veramente nel Decalogo 196 i comandi puramente spirituali sono i primi tre. Gli altri sette, e specie gli ultimi sei, sono divieti a peccati contro il prossimo , contro la sua vita, la sua proprietà, i suoi diritti, il suo onore. Si potrebbe allora dire che chiamare " spirituale " la Legge è giusto perché essa viene da Dio, ma non è in tutto giusto in quanto essa comanda, per due buoni terzi di essa, di non commettere atti materiali che Dio vieta di commettere. 

Ma al disopra dei dieci Comandamenti della Leg ge perfetta sta la perfezione della Legge, coi due comandamenti dati dal Verbo docente: “ 'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente '. Questo è il massimo e primo comandamento. Il secondo è simile a questo: 'Amerai il tuo prossimo come te stesso'. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge ed i profeti 197 . 

Nella luce della Luce, che è il Verbo, si illumina la spiritualità che è in tutta la Legge perché è data a far vivere nell'amore. Perché tutta la Legge riposa e vive per l'amore. E perché l'amore è cosa spirituale, quale che sia l'Ente o la creatura verso i quali si volge. 

Triplice amore a Dio: amore del cuore, dell'anima, della mente; perché nell'uomo è questa piccola trinità: materia (cuore), anima (spirito), mente (ragione); e giusto è che le tre cose create da Dio per fare un'unica creatura — l'uomo — a Dio ugualmente diano riconoscenza per l'essere che hanno avuto da Dio. 

Triplice amore dunque: amore del cuore, dell'anima, della mente; perché Adamo peccò col cuore (concupiscenza della carne), con l'anima (concupiscenza dello spirito), con la mente (concupiscenza della ragione), uscendo dall'ordine, per abusare dei doni ricevuti da Dio, e offendendo Dio con gli stessi doni da Lui ricevuti perché l'uomo potesse somigliargli ed essergli causa di gloria. 

Con le cose che peccarono va dunque riparato il peccato, cancellata l'offesa, ristabilito l'ordine violato. 

E il Verbo si fece Carne per fare ciò , e per ridarvi "la grazia e verità" e in misura piena, traboccante, inesauribile. 

Con quanto peccò il primo uomo, l'Uomo -Dio ripara. 

E insegna a voi, con l'esempio più ancor che con la dottrina, che è perfetta ma che potreste giudicare impossibile a praticarsi, come si ripara. Egli è Maestro di fatti, non solo di parole. E quanto Egli ha fatto voi potete fare. 

In ogni uomo persiste l'eredità di Adamo. È come nascosto in ogni carne un Adamo che può essere debole nella prova, come lo fu il primo Adamo all'origine del tempo. Ma Cristo è venuto perché le vostre cadute siano riparate, risarcite le vostre piaghe, restituita la Grazia vitale quando la vostra debolezza nelle prove quotidiane vi fa morti di quella vita soprannaturale che il Battesimo vi aveva data. Ma Cristo è venuto per esservi Maestro e Modello e perché voi gli siate discepoli e fratelli, non soltanto di nome e nella carne, ma in spirito e verità, imitandolo nella sua perfezione, nel suo triplice amore verso Dio. 

Per questo triplice amore, Gesù fu fedele alla giustizia della carne, nonostante fosse provato e fosse libero nel suo libero arbitrio come ogni uomo. 

Per questo triplice amore, Gesù fu perfetto nella giustizia dell'anima, ossia nell'ubbidienza all'antico precetto divino: "Amerai il Signore Iddio tuo 198 ", non sentendosi esente da questo dovere perché era Dio come il suo Eterno Generante; Uomo-Dio, vero Uomo e vero Dio non per infusione temporanea dello Spirito di Dio in una carne predestinata a tal sorte, o per unione morale di un giusto col suo Dio, ma per unione ipostatica delle due Nature, senza mutazione della natura divina perché unita a quella umana, senza alterazione della natura umana — composta di carne, mente, spirito — perché unita alla natura divina. 

Per questo triplice amore, infine, Gesù fu sublime nella giustizia della mente, sottomettendo il suo intelletto perfettissimo non soltanto alla Legge divina, come deve fare ogni uomo che la conosca, ma anche ai disegni di Dio Padre per Lui e su Lui: l'Uomo, accettando ogni cosa proposta, compiendo ogni ubbidienza, sino all'estrema della morte di croce. 

"Fattosi servo 199 " per tutta un'Umanità decaduta, Gesù ha passato il segno da Lui stesso messo agli uomini perché raggiungano l'amore perfetto, ma non ha imposto agli uomini il sacrificio totale come termine d'amore per possedere il Cielo, e nel secondo precetto d'amore non vi dice altro che: "Amate il vostro prossimo come amereste voi stessi".  

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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

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